Inserita in Cultura il 11/05/2013
da redazione
Dentro “l’occhio del ciclone” per dodici giorni e undici notti
A portarci dentro l’occhio del ciclone abbattutosi dal ventiquattro aprile al 5 maggio scorso nel centro storico trapanese, è Marco Maiorana, in arte Fato. Lo fa attraverso la sua inseparabile fotocamera, la stessa che usa da sempre per rubare istanti, attimi, emozioni. Soffi di vita che passano veloci come il vento che a Trapani, è stato festival.
Marco Fato con la passione per le riprese nelle vene da sempre lavora principalmente con i video musicali (lui fa anche musica ma questo, è un discorso a parte). Ha creato trailer, promo, spot, ha collaborato con il programma The Flow di DeeJay tv realizzando video musicali per alcuni artisti rapper. L’idea di catturare il vento lo ha solleticato mentre in via Garibaldi si stava organizzando “La mia arte tra il vento” e, avendo la sua arte tra le mani, ha pensato bene di iniziare a rincorrere il festival.
Ha quindi rincorso aria e tutto ciò che c’era nel mezzo. Lo ha fatto per dodici giorni e undici notti dormendo un totale di sole 8 ore e, non avendo ancora il dono dell’ubiquità, è riuscito ad essere ovunque solo in parte ma, effettivamente, è stato in ogni dove.
Hai avuto modo di rubare più occasioni di quel vento che continuava a soffiare senza fermarlo. Cosa ti è rimasto impresso? Sicuramente una Trapani diversa. A parlare è stata la felicità impressa sulla faccia delle persone. E dall’altro lato, queste poche giornate dopo il festival. Senti e vedi la differenza. Noti come tutto, pian piano, torna alla normalità.
Se dovessi raccontarci il Festival del Vento con un’immagine quale sarebbe? Lo stemma di Trapani a piazza dell’ex Mercato del Pesce, oppure la bandiera, sempre della Città di Trapani, che al porto, durante le regate, sventolava insieme alle altre. Molte sono poi le immagini che hanno caratterizzato questo evento ad esempio la convivenza di etnie diverse che hanno ballato musiche diverse a pochi metri l’una dall’altra, come è successo per la notte bianca. Un mescolarsi di vite e di sguardi, di strade. Ma soprattutto un costante incontrarsi e trovarsi.
Puoi dare un’anticipazione ai lettori di Trapani Ok sul tuo video? Non ci sarà un ordine cronologico. Inizierà con l’alba e finirà con la notte. Come se tutto fosse successo nell’arco di 24 ore. Dodici giorni di festival del vento concentrati in venti minuti. Il mio reportage ha molto giocato di immagini rubate. La gente non sapeva che io la stessi riprendendo, tutto è naturale. Come il vento...
Marina Angelo
(photo credits Liliana Figoni)
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