Inserita in Sport il 27/10/2014
da Gabriele Li Mandri
Serie A: il punto sull’8° giornata
C’era mancata la Serie A, ma dopo due settimane di ripresa dalla pausa-nazionali una cosa possiamo dirla con certezza: non c’era mancata di certo la “qualità” del nostro calcio. Vediamo cosa è successo durante l’ottavo turno di campionato, in attesa del turno infrasettimanale.
TREMATE CHE LE STREGHE SON TORNATE
Dalle parti di Napoli e Torino qualcuno stava cominciando a mettersi le mani fra i capelli: i tifosi partenopei attendevano quasi con terrore mistico il primo gol di Higuain ed il ritorno ad una prestazione decente del figliol prodigo Hamsik, mentre quelli bianconeri stavano cominciando a chiedersi che fine avessero fatto i vari Llorente, Vidal e Pirlo, uomini decisivi per la tripletta tricolore. Detto fatto. La Juventus ha sconfitto il Palermo per 2-0: marcatori Vidal e Llorente, con una prestazione monstre del bresciano; il Napoli, invece, ha voluto rispettare la sua teatrale tradizione asfaltando il Verona col risultato tennistico di 6-1: per Hamsik una doppietta e per il Pipita addirittura una tripletta. Si avvicina Halloween, ma le streghe della Serie A han scelto di far visita al campionato con qualche giorno d’anticipo.
CACCIA A OTTOBRE GIALLOROSSO
Forse i proclami di un paio di settimane fa erano stati un pelo azzardati: competitiva in campionato, dicevamo, e magari mina vagante in quell’infernale girone europeo in cui ha avuto la sfortuna, ma anche la gloria, di capitare. Ed invece sembra di essere tornati indietro nel tempo, quando si sottolineava il peso dell’inesperienza giallorossa in fatto di titoli: una squadra fatta di grandi giocatori, ma anche soggetta alle bizze di una rosa in continua evoluzione estiva, che di fatto impedisce l’amalgama necessaria per rompere le scatole a chi, come la Juve, oramai gioca a memoria. L’ottobre giallorosso, di rivoluzionario, ha avuto ben poco: il tanto atteso salto di qualità s’è dovuto scontrare con un bottino magro quanto la dieta dei profughi di guerra. Tre partite in Italia, una sconfitta contro la Juve, una vittoria col modesto Chievo e adesso un pareggio con la Samp dei miracoli: troppo poco per chi vuole ambire allo scudetto. In Europa, poi, non ne parliamo: la scoppola presa all’Olimpico contro il Bayern ed i sette gol incassati da De Sanctis hanno fatto tremare gambe e certezze di una città intera. Per il bene del calcio italiano, ci auguriamo che ottobre finisca prima possibile.
MILAN, COME NON DETTO
Un po’ come la Roma, ma con una discreta quantità di punti in meno, il Milan ha deciso di chiudere la giornata confermando che le speranze, se eccessivamente alimentate, diventano dannose illusioni. Miracolo Milan e terzo posto? Come non detto. A smentire una settimana di proclami e di paroloni, autori come sempre gli alti dirigenti milanisti, è arrivata la bestia nera Fiorentina. Ci han messo poco, i gigliati, a far venire fuori il vero Milan, quello che quando non dà il 150% si ritrova con giocatori di pessima qualità costretti a dover impostare il gioco, e con attaccanti troppo leggeri per impensierire una squadra che dopo il pareggio ha piazzato una muraglia di fronte a Neto. Menez oramai sembra aver esaurito la carica divina che sembrava averlo investito e Honda, che non è mai stato un campione e mai lo sarà, se non viene messo solo davanti la porta difficilmente procura grattacapi agli avversari. Dopo l’1-1 di stasera rimangono più rimpianti che delusioni: magari sarebbe stato meglio continuare con Torres dal 1 minuto, giusto per dare qualche spallata in più agli ottimi difensori viola. Magari era il caso, in estate, di alzare il tasso tecnico del centrocampo milanista, ma oramai sono anni che il famoso “progetto” rimane una parola al vento. Un “come non detto” che torna ad essere il marchio di fabbrica dei rossoneri.
ULTIMI MA NON ULTIMI
Giusto chiudere con quelle squadre che, zitte zitte, stanno tornando a popolare i piani alti della classifica, o almeno ci provano. La Lazio, con i 3 punti contro il Torino ed il ritorno al gol di Klose, agguanta il Milan e soprattutto zittisce tutte le critiche piovutele di sopra in estate. Udinese e Samp, che di sorprendente cominciano a non avere più nulla, si mantengono lassù dove l’Europa (che sia quella prestigiosa o quell’altra) promette regali inaspettati. E l’Inter, con lo striminzito 1-0 sul Cesena, qualche posizione l’ha anche scalata. Ultime ma non ultime, della serie: guardatevi le spalle.
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