Inserita in Politica il 11/08/2014
da Direttore
Crocetta : a noi che amammo la giustizia non fu concesso di essere buoni
“Certo è inquietante apprendere da una nota rivista che un nuovo collaboratore di giustizia faccia luce su una serie di attività illecite che si sarebbero organizzate nella sede degli ex Pip di Palermo (Social Trinacria?) e il fatto che all´interno di queste attività organizzate con una società che era finanziata dalla Regione siciliana, la principale attività fosse appunto l´organizzazione dello spaccio di sostanze stupefacenti. Forse era più produttiva? Riunioni alle quali partecipano ex Pip, mafiosi, il Gotha della cosca di Porta Nuova. Nello stesso tempo emerge la grande azione etica e di giustizia che ha fatto il mio governo in questi mesi, sostenendo coloro che vogliono lavorare e hanno cambiato vita, ma nello stesso tempo adottando la linea dura nei confronti di coloro che nonostante siano nel bacino, hanno continuato a delinquere. Una linea chiara e netta che non vuole affatto penalizzare le persone ma dice ai cittadini che ognuno deve avere un´opportunità, ma che se la sciupa non può prendersela con nessuno e deve assumersi la responsabilità degli errori commessi. Mi fa rabbia però avere ragione dopo, perchè quando io un anno e mezzo fa ho detto che dentro il bacino Pip c´era la mafia, i critici paradossalmente non sono stati la maggior parte dei Pip che hanno condiviso questa battaglia, ma una serie di voci politiche che hanno pensato che si può difendere tutto, anche l´indifendibile e che lo Stato debba tollerare sempre tutto. Invece per me lo Stato deve essere madre ma deve essere anche padre. Madre per esprimere tenerezza e comprensione, padre per far rispettare le leggi. Non è stato semplice dal punto di vista etico e morale gestire tutto questo, perchè quando si licenzia qualcuno scattano meccanismi persino di sensi di colpa. Ti ripeti dieci volte al giorno"forse sto sbagliando", ma quando poi osservi la realtà capisci molto bene il verso di una poesia di Bertolt Brecht “a noi che amammo la giustizia non fu concesso di essere buoni”. E io penso di pagare il prezzo personale a volte di accuse, a volte persino di eccessiva severità, colpevole di volere difendere i siciliani e i palermitani onesti, anche i Pip onesti, ricevendo invece critiche per volere fare venire fuori uno Stato che applica veramente la giustizia, che usa la comprensione, ma fa rispettare le leggi. Oggi in molti, dopo dichiarazioni di Asaro, dicono “Crocetta aveva ragione” e mi chiedo allora, perchè devo avere ragione sempre dopo? Così come su tante altre questioni. Mi sono candidato a presidente della Regione solo per fare l´interesse pubblico, e fare uscire la Regione stessa da equivoci e collusioni. E´ l´unica via possibile. Pensate se si fosse operata la stabilizzazione – che poi non è stata fatta - di quel bacino senza uno screening preventivo, quanti mafiosi sarebbero entrati dentro l´amministrazione regionale e quali conseguenze terrificanti avrebbe potuto avere tale decisione. In questi mesi ho difeso solo il popolo siciliano e lo continuerò a fare anche se a volte potrò apparire impopolare, poichè il tempo è galantuomo e fa sempre chiarezza. Io e il mio governo adesso siamo orgogliosi di avere operato scelte chiare, gestendo con equilibrio ed equità situazioni ingestibili. Mano tesa a chi vuole lavorare e a chi ha mostrato segni di ravvedimento ma fermezza e durezza nei confronti di coloro che pensano che le risorse pubbliche possano persino servire a finanziare e organizzare attività illecite contro la società. Su questi principi non derogheremo mai. Stiamo analizzando caso per caso ogni situazione, chi si sente ingiustamente escluso può rappresentare le proprie ragioni ma non opereremo mai una sorta di "amnistia" generalizzata nei confronti di chi oggi pensasse di prender in giro ancora la società attraverso lacrime di coccodrillo. Nella società esiste il principio di responsabilità al quale non deve sottrarsi alcun cittadino. Nel caso dei Pip si è fatto riferimento al disagio economico e sociale per l´inserimento in un progetto lavorativo, quale giustificazione può presentare chi essendo stato tirato fuori dal disagio, ha ripetuto delitti a volte persino particolarmente deplorevoli? Alcuni ancora oggi dicono che in fondo “non hanno fatto nulla", “abbiamo bruciato una macchina, fatto una rapina, spacciato droga. Che delitti sono"? Ognuno può avere una visione personale sulla gravità dei delitti, solo che il legislatore non lascia alla valutazione dei singoli il giudizio di gravità ma lo disciplina oggettivamente erga omnes e quelle leggi in uno stato democratico, vanno applicate. Il governante che non lo fa non è degno di governare e io voglio continuare a essere degno di farlo. Se ne facciano una ragione tutti coloro che pensano che la società si possa salvare coi falsi pietismi, la società si salva con la comprensione e con la certezza delle regole altrimenti è solo caos e disordine”.
Il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta
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