Inserita in Cultura il 03/07/2014
da Michele Caltagirone
Recuperato un altro rostro nelle acque di Levanzo
Si sono concluse nei giorni scorsi le operazioni di recupero di un rostro al largo di Levanzo, nell’ambito della campagna di ricerche in altofondale “Archeoegadi 2014”. Il rostro, già individuato precedentemente, è stato nei giorni scorsi disincagliato dalla sua posizione e imbragato; giorno 2 luglio si sono svolte le operazioni di recupero. Il team della RPM Nautical Foundation, dopo avere agganciato il prezioso reperto utilizzando un ROV(Remotely Operated Vehicle), ha effettuato il recupero da un fondale di 70 metri. Il rostro si trova in buone condizioni e presenta numerosi chiodi e al suo interno delle parti in legno. ll rostro “EGADI 10”, a tridente, ´ appena riemerso dall’area di mare a circa 7 km ad Ovest dell’isola di Levanzo (arcipelago delle Egadi) dove avvenne la Battaglia delle Egadi (10 marzo del 241 a.C.) tra la flotta cartaginese guidata da Annone e quella romana guidata da Lutazio Catulo. Fa parte di una serie di undici rostri del tipo a tridente rinvenuti tra il 2004 ed il 2014 nel medesimo sito. Il primo, “Egadi 1”, è stato recuperato grazie ad un sequestro operato dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale; “Egadi 7” grazie alla prontezza e al senso civico del motopesca dell’armatore trapanese Maltese che dopo averlo recuperato lo ha consegnato alle autorità ed “Egadi 9”, già individuato dalle ricerche in corso e che giace ancora sul fondale. Gli altri 8 rostri sono stati individuati e recuperati nel corso della campagna Archeoegadi condotta dalla Soprintendenza del Mare e dalla RPM Nautical Foundation. Il nuovo rostro “EGADI 10”, quasi del tutto integro, è formato da un pezzo in bronzo, unitariamente fuso con la tecnica della cera persa, che si andava ad inserire sull’intersezione delle porzioni terminali in legno della chiglia, delle cinte laterali e della struttura arcata del dritto di prua. Questo rostro è identificabile come romano grazie al confronto con i rostri Egadi 7 ed 8 (recuperato dalla RPM Nautical Foundation nel 2012): infatti , nonostante le concrezioni marine assai diffuse, è ben visibile la decorazione a rilievo raffigurante un elmo del tipo montefortino sormontato da tre piume. Al di sotto della decorazione probabilmente si nasconde l’iscrizione latina con la certificazione da parte del questore, ma solo il restauro – che a breve inizierà nei laboratori del CAM di Triscina di Selinunte messi a disposizione dalla Fondazione Kepha – potrà rivelarci la sua identità.
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