Inserita in Sport il 03/06/2014
da Michele Caltagirone
World Cup Story, Argentina 1978
Quando l’Argentina venne scelta come Paese ospitante dell’undicesima edizione dei Campionati del Mondo di calcio, non c’era ancora stato il Golpe che avrebbe portato al governo la feroce dittatura militare del generale Jorge Rafael Videla. È il regime dei “desaparecidos”, uno dei più sanguinari che la Storia ricordi, la cui organizzazione dell’evento sportivo venne “macchiata” da episodi che tutt’oggi sono poco chiari. La Nazionale di casa è stata costruita con un unico scopo, quello di sollevare la Coppa del Mondo, impresa mai riuscita ad un calcio pur di grande tradizione come quello del Paese del Rio della Plata. La seleccion biancoceleste riuscirà nella propria missione, battendo in finale un’ottima Olanda che per il secondo mondiale consecutivo dovrà accontentarsi del secondo posto. Ma il modo in cui l’Argentina arriva all’ultimo atto del torneo fa aleggiare ancora oggi legittimi sospetti a causa di una incredibile goleada ai danni del Perù che avrebbe avvantaggiato gli uomini di Luis Cesar Menotti a discapito del Brasile. Quelli del 1978, Mondiali complessivamente di altissimo livello tecnico, sono anche i campionati della prima Italia di Enzo Bearzot che trascinata da Rossi, Causio e Bettega otterrà un buon quarto posto finale, dopo essersi presa l’enorme soddisfazione di battere proprio l’Argentina dinanzi al pubblico di Buenos Aires.
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