Inserita in Politica il 26/04/2023
da Massimo Piccolo
Faziosità e disonestà intellettuale.
Ieri 25 aprile 2023, dopo una giornata tranquilla, uno vede in tv qualcosa che ha a che fare con il “paranormale” (talk-show vari), e si domanda come sia possibile che nei dibattiti ci sia tanta faziosità, disonestà intellettuale, e loro surrogati.
Mi riferisco alla questione relativa alla Meloni, alla quale ad ogni piè sospinto lei si chiede di dichiararsi “antifascista”. Bene. Come se uno che si dichiara “antifascista”, diventa “ipso facto” democratico “di diritto”, e non valgono invece, i comportamenti.
Ho fatto una ricerca del significato della parola “dittatura”, che è sinonimo di fascismo.
Ed è la seguente.
“La DITTATURA è un regime politico caratterizzato dalla concentrazione di tutto il potere in un solo organo, rappresentato da una o più persone, che lo esercita senza alcun controllo da parte di altri” (definizione della Treccani).
Bene. Un ospite di non ricordo quale salotto tv, dove di solito c’è un onanismo di idee (parola forte) che pesta regolarmente l’acqua nel mortaio, tentava di spiegare ai presenti, che per esserci un antifascismo ci deve essere un fascismo. E, facendo riferimento al presente, secondo lui, il problema non esiste (quello mussoliniano).
Stava tentando di dire che invece di guardare indietro di 80 anni (quando il fascismo c’era), sarebbe stato meglio focalizzare l’attenzione negli ultimi tre anni, nei quali si sono limitati i diritti costituzionali degli italiani, sottintendendo (non poteva dirlo, sennò l’avrebbero buttato fuori) che è nel recente passato che c’è stato il fascismo; a quel punto il conduttore/ttrice (siamo politicamente corretti, il conduttore deve essere asessuato), ha cercato subito di stopparlo, per ciò stesso dimostrando che il fascismo bisogna cercarlo nel presente e non nel passato remoto.
Così ho cercato la definizione di “Dittatura” della Treccani, che ho sopra riportato, e, se uno ha appena appena un po’ di memoria, può facilmente comprendere che la definizione si attaglia perfettamente al governo del “migliore” (in ultimo).
Infatti, il “migliore” aveva concentrato tutti i poteri su di se medesimo, anche se formalmente esistevano (sulla carta) altri Poteri repubblicani, che però erano silenti o sottomessi al potere unico del Migliore (venuto da lontano e mai votato da nessun cittadino).
Il quale entrava in consiglio dei ministri, e, con la sola forza del pensiero, impediva a chicchessia di dissentire, sfornando Decreti legge (prontamente firmati dal vertice della Repubblica), che nessuno (in CdM) aveva mai visto (questa è ormai storia nota, il povero ministro Patuanelli ne è stato buon testimone).
Diciamo che il Migliore aveva preso in prestito il concetto del Generale De Gaulle: “L’intendenza seguirà” (non mi soffermo).
Peccato che qui l’intendenza erano i “silenti” poteri repubblicani del Parlamento, della Presidenza della Repubblica, della Magistratura (la magistratura…), ecc…
Parafrasando una famosa battuta del grande Antonio De Curtis, in arte “Totò”, mi viene da dire che: Poi dice che uno… non va a votare.
Massimo Piccolo
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