Inserita in Politica il 28/09/2021
da Cinzia Testa
Lavoro, ancora disparità tra i generi
La crisi generata dalla pandemia del coronavirus (COVID-19) ha messo in evidenza, tra gli altri aspetti, il ruolo cruciale delle donne lavoratrici ed in particolare di quelle impegnate in prima linea nella lotta al virus. Allo stesso tempo ha evidenziato le disuguaglianze di genere già esistenti nel mondo del lavoro. L’aumento della richiesta di prestazioni di cura e assistenza ha interessato in modo sproporzionato le donne che hanno avuto maggiori difficoltà rispetto agli uomini nel conciliare il lavoro con le responsabilità familiari.
E proprio quando parrebbe giunto il momento di chiudere la questione femminile e pensare finalmente ad una società dove tutti i componenti siano soggetti riconosciuti per il loro apporto e il loro intrinseco valore, senza che stereotipi ingombranti ne frenino l’evolversi, le donne oggi si trovano ancora su un tornante dal quale vedono la vetta ma la salita è ancora più perigliosa che per il passato.
La parità di trattamento e la non discriminazione sono valori fondanti dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) che da oltre cent’anni promuove condizioni di lavoro dignitoso attraverso norme internazionali del lavoro e politiche OIL a tutela e promozione del lavoro femminile. Tra queste, la Convenzione sulla parità di trattamento del 1951 (n.100), che introduce il principio di parità di retribuzione per un lavoro di egual valore, e la Convenzione OIL del 1959 (n.111) sulla discriminazione (impiego e professione), che introduce il diritto alla non discriminazione in materia di impiego e professione.
Ratificate dalla maggior parte degli Stati membri dell’OIL, queste due convenzioni incardinano i principi che afferiscono alla sfera dei diritti umani, attribuendo una serie di “diritti abilitanti”. Anche attraverso questa azione, le lavoratrici hanno raggiunto traguardi che un tempo sarebbero stati considerati impossibili. Nonostante il progresso realizzato, alcune evidenze segnalano che l’avanzamento verso la parità di genere si sia arrestato negli ultimi venti anni. Da stime OIL emerge che su scala mondiale le donne hanno in media il 30 per cento in meno di possibilità di entrare nel mondo del lavoro e che i redditi da lavoro delle donne sono in media del 25 per cento inferiori rispetto a quelli degli uomini. Per poter superare questa fase di stallo verso la parità di genere e l’uguaglianza, l’OIL ha rilanciato negli ultimi anni una “Iniziativa su donne e lavoro” che, oltre al rafforzamento del quadro normativo, richiama gli Stati ad impegnarsi nell’adozione di un’agenda trasformativa per raggiungere la parità di genere.
Un’agenda che dovrebbe attenzionare le politiche e gli investimenti per l’uguaglianza di genere e le strategie con azioni positive per ridurre lo squilibrio tra la posizione delle donne e degli uomini nel mondo del lavoro e che dovrebbe prevedere lo sviluppo di politiche e iniziative per un’equa valorizzazione del lavoro delle donne attraverso una maggiore applicazione del principio di pari retribuzione per lavoro di egual valore.
Occorre pertanto rimuovere tutte quelle barriere che ostacolano un riequilibrio delle disparità esistenti per migliorare la qualità del lavoro delle donne per facilitare una reale emancipazione.
La libertà, la parità, la dignità sono i fondamenti di una società matura che coniuga i principi democratici della sovranità popolare con il valore assoluto del benessere della persona e, dunque, della stessa collettività.
Enza Agrusa
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