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Inserita in Politica il 24/12/2020 da Direttore

Stabilizzati i PIP ex cooperative di ... e non i Magistrati Onorari chissa perchè

Stabilizzati
Con la risposta del 22 dicembre all’interrogazione parlamentare dell’On. Varchi, il Ministero della Giustizia attraverso le parole del sottosegretario Ferraresi ha nuovamente calpestato i diritti dei magistrati onorari in servizio, alcuni dei quali in sciopero della fame da giorni, scherniti con parole che hanno dell’inverosimile.

Risulta fin troppo semplice confutare le argomentazioni esposte a sostegno di una politica feudale che nel distinguere le due componenti della magistratura, ordinaria e onoraria, ritiene legittimo, solo per questo, negare ancora e ciecamente a quest’ultima qualsivoglia riconoscimento giuslavoristico, qualsivoglia tutela e qualsivoglia riconoscimento retributivo che abbia contenuti definibili dignitosi. I doveri di un magistrato, qualunque sia la porzione di giurisdizione ad esso riservata, sono identici nell’esercizio delle funzioni, come ricordato graniticamente dalla Corte Costituzionale nella recente sentenza n. 267/2000 e dal Presidente della Corte Coraggio, concetto ancora non metabolizzato, invece, dal Ministero. Un principio che ha così visto la massima consacrazione di quanto affermato dalla Corte di Giustizia europea nella sentenza del 16 luglio scorso, la cui lettura operata dal Ministero è assolutamente riduttiva e strumentalmente stravolta, al solo fine di negarne il valore e le pesantissime ricadute.

Si menzionano, poi, tutele inesistenti con asserzioni che hanno dell’incredibile. I magistrati onorari non hanno tutela per la malattia, perché né la normativa attuale né quella richiamata dal Sottosegretario, di identico impianto, prevedono alcunché in proposito! Un giudice o pubblico ministero onorario che si assentino per malattia o maternità vengono lasciati del tutto privi di reddito, perché pagati a cottimo, ora come nei piani ministeriali, che prevedono la sospensione delle indennità, il cui ammontare lordo previsto è imbarazzante, sino al rientro. Un giudice o un pubblico ministero onorario non hanno alcuna copertura previdenziale, perché l’iscrizione alla gestione separata, in previsione, è interamente posta a carico del lavoratore ed incide sulle suddette indennità, proprio come previsto dalla legge del 2016 richiamata dal sottosegretario! L’assicurazione INAIL per infortunio sul lavoro, volendo peraltro tacere della classe di riferimento nella quale la categoria è stata inserita, la medesima prevista per i detenuti, non ha alcuna attinenza con l’assistenza per malattia.

È incredibile leggere che le parole espresse recentemente dal Ministero, a definire il ruolo servile e da esseri umani di serie B di 5000 magistrati onorari, parole che tanto hanno indignato indistintamente e che sono state esposte nelle piazze da centinaia di manifestanti in queste settimane, vengono ora considerate, dal medesimo scrivente, re melius perpensa, anacronistiche e “inadeguate al presente contesto, ove la magistratura onoraria riveste un ruolo centrale ed insostituibile”. Quello stesso ruolo, però, che viene calpestato, citando inesistenti interventi a tutela della categoria, impegni economici mai profusi: gli indennizzi previsti per i mesi di marzo, aprile e maggio 2020, ben 600 euro per tre mensilità, sono stati integralmente riconosciuti solo per due mensilità, essendo incorsi, molti magistrati onorari, a pulciose decurtazioni quanto alla terza mensilità; in aggiunta, la cosa più grave è che non si è affatto trattato di uno sforzo economico per lo Stato, il quale ha usato, per questa corresponsione, le somme di stretta pertinenza, già messe a bilancio, non corrisposte per la sospensione dalle attività, a differenza di quanto accaduto per altri soggetti impiegati nella pubblica amministrazione, risolvendosi così il generoso indennizzo declamato in un risparmio di spesa, un’ennesima beffa presentata come un esempio di attenzione e impegno virtuoso.

È ormai quasi tedioso sottolineare pressoché quotidianamente quanto il prossimo futuro si vada a tingere di nero per il sistema giustizia, destinato al collasso, proprio perché l’impiego reale di questa componente magistratuale è tutt’altro che marginale, è massiccio ed imprescindibile. Da più parti ormai si chiede a questo Governo di cambiare rotta, si sollecitano interventi immediati, con decretazione d’urgenza, ed investimenti congrui, non certo progetti a finanzia invariata ed ispirati alla politica dello sfruttamento, quali quelli sino ad oggi coltivati. Le parole del Presidente Santalucia e di molti esponenti della magistratura di ruolo, unitamente al richiamato autorevole intervento del Presidente della Consulta, non lasciano alcuno spazio ad interpretazioni fantasiose e prive di appigli normativi ed, ormai, anche giurisprudenziali, che legittimino l’attuale imbarazzante status della magistratura onoraria, anche davanti al severo censore europeo. Né insistere nel raccontare di una realtà inesistente porterà a fermare la richiesta di giustizia nelle piazze, nelle aule, in Europa.

L’indifferenza esibita per servitori dello Stato in sciopero della fame da giorni è stata oggi, per quanto non lo si ritenesse possibile, superata da una risposta alla mobilitazione di questi mesi, agli arresti giurisprudenziali, ai severi richiami degli Organi sovranazionali e del massimo Organo nazionale, il Giudice delle leggi, che lascia a dir poco sgomenti.

 

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