Inserita in Cultura il 15/07/2019
da Cinzia Testa
Exodos/Exit - Rotte migratorie, storie di persone
Si è conclusa la mostra fotografica Exodos presso il Chiostro dei Glicini della Società Umanitaria di Milano. La chiamano crisi dei migranti, dramma dei profughi, invasione dei barbari. Sono milioni di persone costrette a lasciare la propria città, la propria casa, la propria famiglia, la propria vita per scappare dalla guerra, dalla fame, dalla morte. Milioni di persone in fuga che bussano alle porte dell’Europa, iniziando quei viaggi della speranza che spesso si infrangono tra le onde del mare, incespicano tra i valichi alpini, svaniscono nei campi di accoglienza sulle coste del Mediterraneo. Le rotte di questi popoli le conosciamo. Dalla Siria attraversano il confine con la Turchia e da lì si dirigono prima in Grecia, poi in Macedonia, e poi cercano di risalire verso la Germania attraverso la Croazia, la Serbia, l’Austria, l’Ungheria. Oppure dalla Libia e, in misura minore dalla Tunisia, sbarcano in Italia, per poi dirigersi verso il Nord Europa, oppure in Francia e da lì in Inghilterra. Sono percorsi a tappe, alcune delle quali tristemente note, per una sorta di Spoon River della speranza: le isole di Lesbos e Kos, la frontiera di Idomeni, la giungla di Calais, i campi intorno a Belgrado, ma anche i Balzi Rossi vicino a Ventimiglia, le montagne di Claviere e Bardonecchia, il mare nostrum al largo di Lampedusa.
Exodos/Exit parla di loro, di migranti, di profughi, di vite strappate, di soprusi, ma soprattutto di persone reali, uomini, donne e bambini. La mostra presenta immagini e reportage di sedici fotoreporter piemontesi, attraverso un percorso diviso in cinque sezioni che sono i passaggi clou di un viaggio che sembra non avere fine: il Mare, trampolino e naufragio verso il miraggio di un nuovo mondo; la Strada, attraverso i campi, i fiumi, le lande desolate delle terre di nessuno; le Barriere, fatte di reti, muri, confini, spesso invalicabili; i Campi, luoghi di attesa, di riposo, di speranza, ma anche di paura; e infine gli Incontri tra le società, i turisti e i migranti, e l’avvio di una nuova vita.
La mostra - che ha ricevuto la Medaglia del Presidente della Repubblica, l’alto patrocinio del Parlamento Europeo, il patrocinio del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e il patrocinio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati - presenta scatti dei seguenti fotoreporter: Marco Alpozzi, Stefano Bertolino, Cosimo Caridi, Simona Carnino, Mauro Donato, Max Ferrero, Mirko Isaia, Giulio Lapone, Carolina Lucchesini, Matteo Montaldo, Giorgio Perottino, Andreja Restek, Stefano Rogliatti, Paolo Siccardi, Stefano Stranges, Stefano Tallia.
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