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Inserita in Politica il 10/08/2018 da Direttore

Lettera aperta di Alessandro Riolo al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti,

Lettera
Riceviamo e pubblichiamo.

Richiesta di riconsiderare il finanziamento pubblico della continuità territoriale da Trapani e Comiso


Al signor ministro delle infrastrutture e dei trasporti,

gentile Danilo Toninelli,

ti scrivo questa lettera aperta per chiederti di riconsiderare la decisione di finanziare la continuità territoriale dagli aeroporti di Trapani e Comiso con 40 milioni di Euro, e di considerare di adottare piuttosto la proposta di investire questi 40 milioni di Euro, ed anche i 51 milioni di Euro attualmente spesi per la continuità territoriale in Sardegna, nella rimodulazione delle imposte di imbarco su tutti i piccoli aeroporti del paese.

Premetto una confessione: un paio di settimane fa nello stesso giorno mi hai inondato di speranza e mi hai riempito di altrettanta delusione.

La speranza, che sconfinava nella gioia, è nata dopo che un amico mi ha inoltrato il video in cui con Luigi Di Maio ed altri portavoce del M5S ci annunciavi che avresti disdetto il noleggio dell´Airbus A340-500 usato negli ultimi anni come aereo di stato, e che questo ci avrebbe portato a risparmiare 108 milioni di Euro.

La delusione, che trascendeva nel dolore, è nata dopo che ho iniziato a leggere dichiarazioni di tante persone, che tra l´altro personalmente stimo, sia portavoce del M5S come Giancarlo Cancelleri, Michele Dell’Orco, Valentina Palmeri, Ignazio Corrao, Maurizio Santangelo, sia rappresentanti degli altri partiti, come Sebastiano Musumeci e Marco Falcone, che annunciavano che in un futuro prossimo 40 milioni di Euro dei contribuenti italiani sarebbero stati spesi per la continuità territoriale dagli aeroporti di Trapani e Comiso.

Vero é che non ho letto tue specifiche dichiarazioni su quest´ultima scelta, ma il mio pensiero è corso a te, perché visto il tuo ruolo di Ministro delle Infrastrutture, ho pensato che potesse essere impossibile che tu non fossi stato consultato e non avessi dato il tuo personale avallo a questa decisione.

Non mi aspetto che i politici siano dei tuttologi, ed accetto di buon grado che tutti possiamo sbagliare, e non so chi sia a consigliarvi per quanto riguarda il settore del trasporto aereo civile, ma la continuità territoriale non é quello che serve a Trapani e Comiso, e non è certamente quello che serve a nessun altro delle decine di piccoli aeroporti italiani.

Tranne che per due casi specifici, Lampedusa e Pantelleria, la continuità territoriale andrebbe proibita per tutti gli aeroporti italiani. Ed anche in quei due casi, dovrebbe essere utilizzata soltanto come extrema ratio.

Il problema della mancanza di collegamenti, e del costo elevato di quelli esistenti, è vero ed è innegabile per gli aeroporti delle zone meno sviluppate e più periferiche del paese, ma la continuità territoriale non é la risposta migliore a quel problema.

La soluzione a quel problema può venire soltanto se si incentiva in maniera robusta e sistematica l´incremento del traffico aereo. E l´azione prioritaria per iniziare a materializzare tale incremento può essere soltanto una profonda revisione dell´imposizione fiscale sugli imbarchi nei piccoli aeroporti.

L´Italia é uno dei pochi paesi europei, 5 o 6, che impone delle imposte di imbarco; mi riferisco a due imposte: l´addizionale comunale sui diritti d´imbarco e l´IVA al 10% sui voli nazionali, in primis quella sulla stessa addizionale (una imposta su una imposta che grida vendetta). Per ogni imbarco, sono €6,50 di imposte sui voli internazionali, e €7.15 di imposte su quelli nazionali.

Togliere le imposte aeroportuali da tutti i piccoli aeroporti italiani avrebbe un impatto, a parità di costo, almeno di un ordine di grandezza maggiore della continuità territoriale. Le mie personali stime variano da 10 a 50 volte maggiore.

Se non é proprio possibile togliere le imposte aeroportuali ai piccoli aeroporti per ragioni di bilancio, si potrebbero rimodulare in maniera intelligente, ad esempio aumentandole leggermente nei grandi aeroporti, dove la domanda é rigida per incrementi di pochi euro nel costo dell´offerta, ed annullandola nei piccoli aeroporti, che vengono uccisi dall´attuale livello impositivo. Ho fatto i conti, e si può fare a gettito invariato.

Non mi aspetto che tu prenda la mia parola come oro colato. 

E però, visto il tuo ruolo, perché non provi a parlarne con i vettori? 

Prova a invitare l´amministratore delegato di Ryanair, e chiedigli quante nuove rotte potrebbe aprire in cambio della remissione delle imposte di imbarco da e per i piccoli aeroporti italiani. E prova a confrontare la risposta, con le 6 rotte nazionali in continuità territoriale dalla Sardegna che ci costano 51 milioni di Euro l´anno, o dalle 5 rotte nazionali di cui si parla per Trapani e Comiso che ci costerebbero altri 40 milioni di Euro l´anno.

Chiudo con un´ultima supplica: per evitare gli errori dei governi passati, perché non indire consultazioni pubbliche prima di prendere queste decisioni?

Cordiali saluti,
Alessandro Riolo

 

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