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Inserita in Nera il 14/10/2013
da Marina Angelo
Alcamo: picchiava la moglie da un anno, rumeno in manette
Ancora un altro caso di maltrattamenti si è registrato ad Alcamo, dopo che sabato scorso è stato convertito in legge il nuovo decreto sul reato di maltrattamenti in famiglia che prevede l’arresto obbligatorio. A finire in manette nella notte tra sabato e domenica è stato N. N. M., 35 anni, di nazionalità rumena, disoccupato con alcuni precedenti alle spalle. L’uomo è stato colto in flagranza di reato per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali che consumava tra le mura domestiche ai danni della moglie, anche lei rumena.
La storia è la stessa di sempre. Lei, che lavora ad Alcamo come badante, da circa un anno, subiva in silenzio i soprusi del marito. Liti frequenti spesso originate dal suo stato di ubriachezza, avevano fatto incrinare il loro rapporto, e schiacciavano la donna dentro uno stato di angoscia. Ingiuriata e minacciata più volte, percossa dal marito sino a cagionarle in talune occasioni delle lesioni personali, anche in presenza delle tre figlie minori, l’uomo non le dava nemmeno un sostentamento economico per le necessità di mantenimento sue e della prole, ingenerando così un perdurante stato d’ansia e di paura.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso e dire basta alla donna è arrivata nella tarda serata di sabato scorso durante l’ennesima discussione: l’uomo si era recato sul posto di lavoro della donna, in evidente stato di ubriachezza, ma lei lo aveva rifiutato e così ha scatenato in lui una violenta reazione. Botte e calci, fino a quando la donna è scappata in strada mentre i vicini chiamavano il 112. La pattuglia dei carabinieri arrivata subito sul posto, trovava la giovane donna sconvolta con ferite ed ecchimosi in volto, alla vista dei militari è scoppiata in lacrime ed è riuscita a raccontare tutto. Subito dopo è stata accompagnata in ospedale per ricevere le cure del caso.
Successivamente, i carabinieri della Compagnia di Alcamo hanno provveduto ad ascoltare tutti i famigliari, i conoscenti, i vicini di casa ed ogni persona che potesse riportare qualche particolare del tormentato rapporto. La raccolta di tutte queste testimonianze ha così permesso di avere un quadro dettagliato della vicenda. Tradotto presso la casa circondariale “San Giuliano” di Trapani, N. N. M. è stato ivi ristretto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
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