Inserita in Politica il 19/02/2017
da Direttore
Mentre l’Europa commina sanzioni e la magistratura apre fascicoli d’indagine il Governo regionale pare impermeabile alla gravità della situazione che la legge 19/15 avrebbe dovuto sanare
“La legge 19/15 è vigente e va applicata in tutte le sue parti” affermava l’Ass. Contrafatto più d’un anno fa in Commissione Ambiente; eppure ad un anno e mezzo dall’approvazione della legge regionale sull’acqua pubblica poco o nulla è cambiato ed il Forum Siciliano dei movimenti per l’Acqua ed i Beni Comuni torna a chiedere una convocazione urgente della IV Commissione Ambiente dell’ARS per verificare insieme al Governo, ai Commissari liquidatori delle AATO ed ai Presidenti delle ATI per quali motivi la legge sull’acqua resti inapplicata. I promotori della proposta di legge di Iniziativa Popolare e dei Consigli Comunali per la ripubblicizzazione delle Acque in Sicilia del 2010, unitamente al Forum, reiterano inoltre la richiesta di accesso agli atti già formalizzata lo scorso agosto e mai evasa dall’Assessorato all’energia e servizi di pubblica utilità.
Tariffe tra le più alte d’Italia, mancata depurazione con conseguente disastro ambientale, non potabilità dell’acqua erogata, turni di distribuzione ed autobotti, invasi semi inagibili, grandi infrastrutture fatiscenti, rischio frane, alluvioni, dissesto idrogeologico, siccità. Mentre l’Europa commina sanzioni e la magistratura apre fascicoli d’indagine il Governo regionale pare impermeabile alla gravità della situazione che la legge 19/15 avrebbe dovuto sanare, anzi è lo stesso Crocetta a non rispettare la legge che porta la sua firma in calce, a partire dagli atti che avrebbe dovuto emanare affinché entrasse a regime. Primo tra tutti la verifica del contratto con Siciliacque, la spa per il 25% della Regione e per il 75% della multinazionale francese Veolia, atteso entro 90 gg. dalla pubblicazione nel 2015, e mai emanato cosicché i siciliani oltre a pagare per le procedure d’infrazione EU, continueranno a pagare due volte l’acqua di rubinetto, quando arriva, prima, alle fonti a Siciliaacque e poi ai gestori.
Non servono altre dichiarazioni di principio quando è ormai chiara la politica dilatoria e contraddittoria del Governo Crocetta che mentre approva una legge per la ripubblicizzazione, lasciandola al palo, non resiste all’impugnativa del Governo nazionale, sponsorizza a Venezia, unica regione in Europa, Watec Italy la vetrina degli affari privati sulla gestione di acqua e rifiuti e sottoscrive un Patto per la Sicilia in cui la legge 19/15 viene contraddetta e piegata allo Sblocca Italia, ancora una volta in spregio dello Statuto autonomo, del Parlamento siciliano e della volontà Popolare e dei Consigli Comunali. Al Governo regionale, alle forze politiche che lo sostengono ed a quelle che lo avversano, prima di aprire le danze sulle alleanze e sui candidati delle prossime regionali si chiede di prendere posizione con atti concreti ed inequivocabili prima dello scioglimento della legislatura. La seduta di IV Commissione che richiediamo da tempo è un’occasione per tutte le parti politiche per farlo, e per il Governo, se vorrà, di rispondere concretamente ai siciliani che hanno chiesto e votato per la gestione pubblica e partecipata delle risorse idriche a larghissima maggioranza.
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