Inserita in Cronaca il 15/09/2013
da Marina Angelo
Sesso: prima volta sotto i 14 anni per 1 teenager su 5, molti gli amori senza precauzioni
I giovani continuano a far preoccupare società e famiglie. Precoci in fatto di uso di alcolici e di droghe adesso vengono “scoperti” prematuri anche sotto le lenzuola. Ancora una volta l’accento, però, non deve essere posto solamente su di loro. L’indice puntato su società e famiglia fa ricordare quando il sociologo e psicoanalista tedesco Erich Fromm rimarcava come una società malata possa condizionare e portare alla malattia individui che nascono sani.
Di fatto oggi accade che bambole e giochi dell´infanzia lasciano presto il posto alle prime esperienze con il sesso: per quasi 1 su 5 (19%) la prima volta è sotto i 14 anni. Stando alle stime del 2012 che registravano punte del 10%, una cifra che è quasi raddoppiata rispetto alle stime dello scorso anno, il debutto sotto le lenzuola per i teenager italiani diventa, dunque, sempre più precoce. Giovanissimi e inesperti, sperimentano i primi amori fra i banchi di scuola, e quando arrivano ad avere rapporti intimi non usano precauzioni: solo il 35% dei maschi e il 29% delle ragazze ricorre al preservativo.
A scattare questa fotografia è una recente indagine sui comportamenti sessuali dei più giovani, condotta per Paidòss (Osservatorio nazionale sulla salute dell´infanzia e dell´adolescenza) dal Leo Club (l´associazione giovanile dei Lions) “Valle del Conca” di Rimini. Sette le scuole coinvolte con interviste e questionari anonimi che hanno interessato ragazzi tra i 15 e i 25 anni di età.
Gli adolescenti, secondo quanto emerge dall´indagine, sanno poco in tema di contraccezione e infezioni virali, cresciute in maniera importante dal 2008, segnalano gli esperti. Pochissimi, nel campione sondato, dichiarano di voler attendere un´età più matura per sperimentare il sesso, con percentuali in forte calo rispetto a quanto risulta da altre indagini degli ultimi anni: dal 43% del 2011 al 23% del 2012, fino all´odierno 12%.
Ed è buio anche sui rischi a cui si va incontro con rapporti sessuali non protetti: il 73% dei ragazzi non conosce neanche 5 fra le principali malattie a trasmissione sessuale (Mts), il 33% pensa che l´incidenza sia trascurabile e il 57% non sa stimare il tasso di Hiv (Aids). L´88% degli under 25 non sa dove si trovino i consultori nella propria città e, fra loro, poco più della metà (56%) si sottoporrebbe ad una visita, ma nei fatti solo il 23% delle ragazze e il 46% dei ragazzi ha effettuato un controllo a 18 anni. Risultato: gli adolescenti risultano più esposti alle malattie sessualmente trasmesse.
Lo confermano le affermazioni di chi ha già conosciuto infezioni virali, con percentuali del 3% fra i maschi e quasi del 5% fra le femmine. Complici anche i rapporti completi (8% fra i maschi contro poco meno del 6% fra le ragazze) già prima dei 14 anni e spesso non protetti: fra i giovani, infatti, solo il 28.3% delle ragazze e il 38.8% dei maschi fa sempre uso del preservativo.
A sorpresa, sono i maschi ad essere più attenti sul fronte della salute. Dall´indagine emerge infatti che effettuano controlli nel 47,3% dei casi, contro il 28,6% delle ragazze. I giovani sono comunque concordi nel ritenere che la prevenzione delle Mts sia un impegno della coppia (67.4% dei maschi e 63.4% delle femmine) e non solo della donna. «Il dato più importante - spiega il presidente di Paidòss, Giuseppe Mele - è l´abbassamento dell´età in cui avviene il primo rapporto sessuale.
Fino a pochi anni fa era impensabile anche solo prevederlo. E oggi è quasi impossibile che un adolescente possa avere sufficienti informazioni sulle malattie a trasmissione sessuale e sui comportamenti corretti. Del resto le baby mamme sono un fenomeno in continua crescita in tutto il mondo. Per questo è urgentissimo anticipare l´educazione alla sessualità in modo generalizzato e in tutte le scuole medie e superiori, alla quale tutti devono partecipare: dagli insegnanti agli assistenti sociali, dai dermatologi ai pediatri».
«Una sessualità così precoce - incalza Mele - richiede una particolare attenzione al tema della prevenzione oncologica del tumore al collo dell´utero. Ciò significa ripensare alle campagne di vaccinazione anti-Hpv, anticipando l´età delle coorti e allargandola ai maschi. Su questi temi Paidòss organizzerà e svilupperà nei suoi ´campus´ di pediatria, che saranno organizzati nei prossimi mesi e vedono la partecipazione dei pediatri in incontri multidisciplinari, corsi e lezioni dedicate. Chiederemo anche al ministro l´estensione di questo progetto, limitato a una selezione di scuole dell´Emilia Romagna, a tutte le scuole italiane, in modo da mappare più attentamente il fenomeno per poter intervenire dove si verificano i casi più eclatanti».
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