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Inserita in Sport il 15/03/2015
da Gabriele Li Mandri
Cagliari-Empoli 1-1: Zemanlandia e M’Poku di sfortuna
Lo avevamo lasciato il 23 dicembre, a festeggiare un Natale amaro scartando il settimo esonero della sua carriera, il secondo sotto le feste (gli era già capitato a Lecce, nel 2006): Zdenek Zeman, forse uno degli allenatori più controversi della storia del calcio, con i suoi moduli iper-offensivi, le vittorie clamorose, le imbarcate di gol e quella lingua tagliente che non ha mai risparmiato denunce sanguinose, in particolare contro gli odiatissimi nemici della Juventus. Lo ritroviamo oggi, al posto di quel Gianfranco Zola che aveva preso il suo posto a Cagliari ma che non è riuscito, in 2 mesi e mezzo, a smuoverlo dal terzultimo posto in classifica.
Lo ritroviamo nell’anticipo della ventisettesima giornata di Serie A, dopo poche settimane che son sembrati anni. Perché, diciamocelo, un campionato con Zeman è tutta un’altra storia e s’è visto sin da subito: contro un Empoli in striscia positiva da 6 partite, i sardi hanno abbandonato qualsiasi paura, lanciandosi in avanti come solo le squadre del boemo san fare. Fraseggi veloci, pressing asfissiante, tanta corsa e ovviamente tutti in attacco: Zemanlandia, dopo il meritatissimo vantaggio con un sinistro a giro di Joao Pedro, sembrava resuscitata dalle sue macerie, per la gioia di chi ama l’inconfondibile stile di un allenatore che, del catenaccio e delle paranoie difensive, se ne frega altamente. Chiedere ai ragazzini terribili di Sarri che, in attesa di un oramai prossimo approdo in rossonero, si gode i suoi ultimi scampoli di felicità.
Purtroppo, però, il parco dei divertimenti targato Zdenek raramente coincide con i 3 punti, soprattutto se è un solo gol a separare l’esordio miracoloso dall’occasione d’oro che, inevitabilmente, si concede agli avversari giocando così: il primo tempo, distinto da pali a raffica e da palle-gol sventate miracolosamente da Sepe, ha dovuto lasciare il posto ad una ripresa giocata con la lingua di fuori e segnata dal pareggio last minute di Vecino. Ed è già tanto che sia finita così, conoscendolo.
L’importante, però, è che il boemo sia tornato e che possa far degnamente esplodere un ragazzo belga (già prenotato dalla Roma) che di talento sembra averne a secchiate e che con Pogba condivide nome di battesimo, somiglianze fisiche e cresta dorata: quel M’Poku che, dopo il gol all’esordio, ha dovuto strozzare le urla di gioia sfiorando montanti o cogliendoli in pieno, come ieri sera. Ma siamo convinti che non sarà M’Poku di sfortuna a fermare Zeman: la salvezza è ancora possibile.
Gabriele Li Mandri
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