Inserita in Cronaca il 26/04/2013
da redazione
Il 25 Aprile, simbolo di democrazia
Nonostante vada fortemente di moda il revisionismo storico (abbiamo assistito in passato a chi proponeva di onorare i soldati di Salò, ma questa è un’altra storia),il 25 aprile bene o male continuaa mettere d’accordo tutti gli italiani. E’ la giornata in cui si celebra la Liberazione dal nazifascismo,la giornata in cui sono nati i fondamenti dello Stato democratico è questo è bene ricordarlo, indipendentemente dal colore politico attuale.
Sessantotto anni dopo, l’Italia sgangherata dalle previsioni di un Governo tutt’altro che solido si è comunque ritrovata,ieri, a ricordare chi ha versato il sangue per garantire la Nazione in cui oggi viviamo.
La ricorrenza è stata ovviamente celebrata in tutto il Paese. A livello locale, nel comune di Erice, è stato ricordato ad esempio il partigiano Pietro Ermelindo Lungaro,uno dei martiri delle fosse Ardeatine a cui è intitolata una strada nel territorio di Casa Santa. E proprio in questa via siè tenuta una celebrazione sobria alla quale sono intervenuti, oltre al presidente dell’Associazione Nazionale Partigiani, Aldo Virzì,anche i figli di Lungaro, Pietro e Carlo. Il valore di questa giornata è stato sottolineato anche dal sindaco di Favignana, Lucio Antinoro,nel corso della cerimonia che si è tenuta nel Comune eguseo.“In un momento storico particolare come è quello attuale -ha detto il primo cittadino – dal punto di vista politico, al livello nazionale, è importante celebrare e ricordare i valori della Costituzione;è importante ricordare la lotta partigiana, e la resistenza,pietra miliare della democrazia. Vogliamo sottolineare,quindi, i principi e il progresso che la Festa della Liberazione ha costituito per la Repubblica, sottolineando l’importanza di non disperderne i valori e le esperienze per le future generazioni”.
Purtroppo, un giorno che dovrebbe richiamare ai valori della democrazia e dell’unità nazionale, viene vissuto in maniera diversa da opposte fazioni politiche a livello nazionale, un pò a testimoniare l’attuale incertezza e la fase di stallo che sta vivendo il Paese ai massimi vertici. Se il confermato Presidente della Repubblica,Giorgio Napolitano, richiama infatti ai valori fondamentali del 25 aprile invitando all’unità di intenti,se il presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, parla di una “festa viva”, sottolineando come “la democrazia ha costantemente bisogno di essere difesa” e chiama il25 aprile “la festa degli italiani liberi”,c’è invece Beppe Grillo che parla di un “25 aprile morto per inciucio”, quasi svuotando di significato la ricorrenza e, tra le altre cose, mandando su tutte le furie le associazioni dei partigiani. Il vulcanico portavoce del Movimento 5 Stelle ha forse dimenticato che la lotta al fascismo unì le tre anime dell’Italia democratica,quella liberale, quella cattolica e quella socialista. Unità di intenti per perseguire un obiettivo comune, quello di un Paese libero. Il messaggio più importante che arriva dal 25 aprile è questo ma qualcuno, a Roma, in un momento storico delicato,sembra averlo dimenticato.
Michele Caltagirone
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