Inserita in Politica il 30/01/2015
da REDAZIONE REGIONALE
LA LEOPOLDA SICULA DI DAVIDE FARAONE CON SICILIA 2.0
Di Davide Faraone “Adesso”. Due anni fa questa parola è stata il motto di Matteo Renzi. Un “adesso” fatto di entusiasmo, di vigore, di forza, di allegria. Nonostante la piena consapevolezza dei problemi esistenti è bene che quel motto, quell’adesso e tutto ciò che comporta, si affermi anche in Sicilia. Non ci stiamo alla narrazione della catastrofe che si adatta e si assuefà alla catastrofe. L’analisi la conosciamo, è giusta ed è terribile, ma noi siamo qua per andare oltre le analisi e marcare una svolta. Quel cambio di verso non è solo un avverbio ma è fiducia, voglia di rimboccarsi le maniche e di programmare. Non per essere velleitari, ma per essere utili. Diceva Benedetto Croce: “la politica onesta è la politica capace”. Ne siamo capaci? Ne siete capaci? Di programmare il futuro? Quando un’isola è “alla deriva”, serve che tutti prendano in mano i remi, la governino e le imprimano una direzione. Lavoriamo insieme per la Sicilia. Ma cambiando i paradigmi, con coraggio. Spazzando via un passato fatto di logiche che si sono rivelate stagnanti e recessive. Per questo motivo il 28 febbraio e l’1 marzo prossimi sbarca a Palermo “Sicilia 2.0”, la “Leopolda sicula”: 2 giorni, 25 tavoli di confronto su 25 argomenti diversi. Economia e lavoro, come portare e creare innovazione. Politica e geopolitica: la Sicilia è vicina ai mutamenti più che ogni altro luogo d’Europa e non parliamo solo di immigrazione ma anche di sanità, di guerre, di culture, di ipotesi commerciali, di flussi di persone e merci. Le istituzioni, l’assetto del territorio e il governo del medesimo. Il nostro patrimonio storico, artistico e paesaggistico, il nostro tesoro da mettere a frutto creandogli intorno le condizioni per essere goduto non per essere subito. Ci sono delle vicende su cui è necessario dire la nostra e confrontarci con i siciliani. Non cambiamo nulla da soli e per questo chiamiamo a raccolta tutti. Come pensiamo di risolvere la questione del precariato siciliano? Senza un piano economico e industriale, che sia anche “culturale” non si risolve, perché il “posto di lavoro” deve inserirsi in una programmazione complessiva che crei produzione, sviluppo e futuro. Non dobbiamo garantire “il posto” ma “il lavoro”. Vogliamo che i 22 miliardi di fondi comunitari non vengano distribuiti a pioggia ma che siano utilizzati per cambiare la natura economica della Sicilia: da regione burocraticoamministrativa, terra del precariato pubblico, a regione della cultura, dei servizi e della produzione. E con i privilegi di politici e burocrati? Vogliamo uno statuto che rafforzi i cittadini, che offra “servizi” ai cittadini, non “favori”. Che premi il merito e i risultati, piuttosto che consolidare carriere, e che metta fine all’anacronistica e costosissima equiparazione Ars/Senato. Vogliamo che venga combattuto il centralismo regionale e desideriamo una semplificazione legislativa vera. Davvero vogliamo tenere fuori da tutto questo le strade e le autostrade che potrebbero tirarci fuori dal pantano? E l’istruzione, la formazione e l’Università? Il governo nazionale sta puntando tutto sugli asili, sulla scuola e quest’anno partirà la Costituente dell’Università. Perché mai? Perché è da queste cose che si riparte, soprattutto in tempi di crisi. La Sicilia deve metterci il suo, finendo di operare con azioni coriandolo, con progetti che nascono e finiscono in una scuola o in un dipartimento e applicando una logica di sistema, da zero a 25 anni. Queste sono solo alcune proposte e solo su alcuni temi: durante “Sicilia 2.0” tutti saremo chiamati a dire la nostra e a ipotizzare soluzioni e strategie per il futuro del Sud. Innovazione, progetto, futuro, capacità, rischio, sogno sono sei parole chiave attorno alle quali organizzare i nostri pensieri, la nostra immaginazione…e la nostra azione. Sono i sei strumenti che avremo a disposizione attorno ai tavoli di discussione di “Sicilia 2.0”. Abbiamo deciso di incontrarci alla ex Fabbrica Sandron, un locale che in passato ospitava una casa editrice costretta a trasferirsi da Palermo a Firenze, all’indomani di un’alluvione che sconvolse il capoluogo siciliano. Perché una casa editrice? Perché non c’è luogo migliore di uno spazio simbolico in cui le idee libere diventano comunicazioni, progetti industriali, posti di lavoro. Ma non prima di aver esercitato la fantasia, di aver sognato “concretamente”. Affinché la discussione e il confronto siano produttivi e non meri esercizi di immaginazione, ciascun tavolo sarà coordinato da autorevoli relatori, esperti del tema caldo in discussione: assessori, parlamentari, esperti e specialisti proveranno a costruire mondi possibili – e speriamo anche impossibili – con chi vorrà prendere parte a “Sicilia 2.0”. Adesso dobbiamo sì pensare alle emergenze ma non possiamo farci travolgere da esse. Adesso dobbiamo concentrarci nel progetto Sicilia: non un progetto astratto, ma qualcosa che abbia obiettivi concreti, tempi reali, sul quale lavoreremo mettendo in campo interventi dettati da logiche strategiche e organiche, non a compartimenti stagni. Al bando le conventicole: noi vogliamo costruire cattedrali. Tutti siamo chiamati a ripensare il nostro territorio, a ripensare noi stessi. E dal confronto delle idee, dalla riflessione approfondita dei temi, potremmo stabilire priorità nelle emergenze e assi di sviluppo per una programmazione che guardi lontano. Assolvere ai bisogni più urgenti ma ridisegnando nel frattempo i comportamenti verso la cosa pubblica dei singoli e collettivi, che mettano ordine nella selva oscura che sembra diventata questa terra. Lo faremo con onestà e con coraggio. Il futuro è già il nostro presente e il domani non è una minaccia. Il futuro è un posto ricco di incognite ma anche di possibilità, suggestioni, opportunità. E la cosa bella è che possiamo cominciare a dirigerci adesso, insieme. Davide Ps. Se vi abbiamo convinti e non vedete l’ora di rendervi protagonisti del cambiamento del nostro territorio, scrivete una mail a info@siciliaduepuntozero.it e aderite a “Sicilia 2.0”. E per tenervi aggiornati, vi basterà consultare il sito www.siciliaduepuntozero.it Io ci sarò.
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