Inserita in Politica il 24/01/2015
da REDAZIONE REGIONALE
AZIONE CIVILE ANTONIO INGROIA - Con Syriza, per cambiare l’Europa
Nell’Europa dell’ingiustizia, ostaggio dei poteri forti dell’economia e della finanza, nell’Europa soffocata dalle ottuse politiche di austerità decise a Berlino e a Bruxelles, in questa Europa sempre più lontana dal suo progetto unitario originale le elezioni di domenica in Grecia rappresentano un punto di svolta decisivo. Sono infatti l’occasione storica per un cambiamento radicale, la grande opportunità di un popolo, e con esso di tutti i popoli vittima dell’accanimento folle della Troika, per tornare ad essere motore e non più rimorchio della politica, di una buona politica. Perché se in Grecia domenica vince Syriza, come tutti i sondaggi fanno credere e sperare, allora perde quell’idea fallimentare e divisiva di Europa imposta dai Paesi forti dell’Unione che in questi anni ha portato disoccupazione, povertà, paura, diseguaglianza, disperazione e un diffuso sentimento antieuropeista servito solo a rigenerare la destra più estrema, quella fascista, nazionalista, populista, xenofoba. Proprio la Grecia ne è la testimonianza più significativa, con il prezzo altissimo che è stata costretta a pagare in nome del rigore a tutti costi. Un totem fasullo e intoccabile, eretto dall’Europa peggiore, con la scusa della crisi, solo per impoverire i deboli e arricchire i forti, per tagliare i diritti e gli spazi di democrazia, per trasferire le risorse dal mondo del lavoro a quello della finanza, dalle periferie al centro. Il fallimento di queste scelte è nei fatti, è nella ribellione di un popolo che ha detto basta non solo alla Troika ma anche a chi ha accettato di piegarsi ai suoi diktat, ossia i partiti tradizionali che invece di opporsi al massacro sociale del loro Paese si sono accucciati buoni agli ordini che arrivavano dall’alto. Syriza invece è cresciuta proprio perché ha detto basta, perché ha detto che la strada dell’austerità non è ineluttabile, perché ha saputo raccogliere e farsi interprete della disperazione e della voglia di cambiamento di chi ha perso tutto, perché ha proposto un altro modello di Europa che non è contro l’Unione ma contro questa Unione. Nel programma di Tsipras non c’è infatti l’uscita dall’Europa, come invece sostiene la macchina della disinformazione solo per diffondere paura e tentare di condizionare le elezioni greche. C’è invece la lotta alla sua degenerazione liberista, c’è la visione di un’Europa di cui ci si può fidare, c’è il recupero di quei valori – come la solidarietà e l’equità – che negli ultimi anni sono stati ottusamente sacrificati sull’altare di trattati anacronistici e asfissianti, c’è un’alternativa al rigore senza senso che ha favorito solo i Paesi più forti impoverendo quelli più fragili. Per questo se Syriza vincerà domenica si aprirà ovunque una nuova storia. Non è un’utopia, è un dato di fatto. Il cambiamento è già iniziato e lo abbiamo a portata di mano, un cambiamento non solo per la Grecia ma anche per l’Europa e quindi per l’Italia. Adesso dipende da noi, dalle capacità che sapremo mettere in campo per raccogliere una sfida decisiva per il nostro futuro, perché da Atene sta per partire una rivoluzione democratica in grado di sovvertire quel sistema politico ed economico ingiusto che domina l’Europa da troppo tempo. Un sistema ormai in agonia, che può essere sostituito da un progetto di una società nuova e diversa, al centro della quale ci siano le persone e non le banche, in cui la politica torni ad avere un ruolo centrale di mediazione e smetta di prendere ordini dai potentati economici e finanziari. Se in Grecia si riesce a dare una spallata a questo sistema ormai rivelatosi assolutamente fallimentare, sono certo che, come in un domino, cadendo la prima tessera cadranno anche le altre e sarà un processo irreversibile, contagioso, che aprirà a nuove speranze. Dobbiamo allora farci trovare pronti anche in Italia, dobbiamo saper cogliere quella voglia di cambiamento che avanza sempre più forte non solo in Grecia, ma anche in Spagna, dove Podemos è ormai una realtà. Per questo occorre un fare un passo avanti, partendo dall’esperienza de L’Altra Europa per andare però oltre quella lista. Bisogna costruire un soggetto politico alternativo al Pd, che ormai con Renzi ha totalmente abbandonato le sue radici, un soggetto aperto, democratico, facilmente riconoscibile, che sabbia interpretare la rabbia sociale diffusa, che sappia tradurla in un proposta credibile e coesa, che sappia offrirsi come realtà di governo così come ha fatto Syriza in Grecia, che sappia riconquistare al voto e alla partecipazione tutte quelle persone che in questa Italia e in questa Europa non si riconoscono più, quelle persone che hanno smesso di credere nella politica fattasi casta, nelle sue false promesse, nei suoi giochi di palazzo, nelle sue incomprensibili larghe intese. In Grecia il cambiamento è già iniziato e quello che sembrava impossibile sta per diventare possibile. E’ il momento giusto anche da noi, sarebbe imperdonabile non coglierne la portata e il significato. Anontio Ingroia (wwwlultimaribattuta.it)
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