Inserita in Un caffè con... il 23/01/2015
da REDAZIONE REGIONALE
Antonio Pasquale Lufrano
Cari Amici ed Amiche, nel ringraziarVi per essere qui oggi, e prima di passare a trattare i punti all’ordine del giorno sento il dovere di condividere con voi una breve riflessione che, dovrebbe guidarci per il prossimo futuro. Oggi, al nostro Paese – stanco e moralmente demoralizzato – non serve una scorciatoia demagogica e populista; serve una chiara presa di posizione contro ogni pensiero unico, ogni forma di apatia. Occorre inaugurare una nuova stagione di pensiero autenticamente liberale e democratico. Occorre lottare per un pensiero che sia laico e solidale. Per questo, nel “nostro percorso” identitario e di progetto per l’Italia, non vogliamo celebrazioni museali o retoriche celebrative, ma vogliamo allestire, invece, un cantiere di riflessione e di proposte per la Nazione, ponendo le basi per un possibile cambiamento. Cambiamento che tutti auspicano ma, come è noto, sembra che non arrivi o tardi a venire. L’incertezza, è il male piu insidioso del nostro tempo, i giovani non hanno futuro, gli anziani hanno perso la loro sicurezza. Noi dell’ANAS diciamo basta a lamentele, basta piangersi addosso: vogliamo risposte serie, fattibili e concrete dalla politica e dal governo. E’ il momento di curare il “sistema” e non di dare spazio alle vuote parole di uomini e di caste privilegiate che hanno finito il loro tempo. Noi diciamo basta! vogliamo il nuovo ed il sensato. La nostra storia ed esistenza si radica nell’idea risorgimentale che ha cementato la Patria, che ha prodotto una generazione di ribelli che hanno cambiato il destino del paese: del nostro paese. In questo comune sentire è necessario un nuovo patto di fratellanza, capace di farci uscire dalle secche del declino economico e morale in cui siamo arenati. Non basta governare a qualunque costo, se mancano i valori nel cui nome governare. Nel nostro tempo e per noi, i valori devono essere le virtù laiche e le conquiste civili: MERITO E SOLIDARIETA’. Occorre dare risposte ai giovani, rilanciando la scuola pubblica, la cultura, eliminando ogni forma di preconcetto verso il SUD, offrendo un terreno di confronto a tutti coloro che cercano lavoro e diritti: le associazioni, le cooperative e le organizzazioni di volontariato, tutto il mondo non profit, le fondazioni e gli istituti di ricerca ecc. Questo, Amici, richiede a tutti noi ed a tutti gli italiani uno sforzo comune di partecipazione e costruzione, in nome delle ragioni di molti e non nell’interesse di pochi. Dobbiamo, allora, aiutare la società a costruire nella speranza. Dobbiamo riscoprire ed aiutare a riscoprire i valori della differenza e vivere un nuovo patto di fratellanza, anche nei confini liquidi di nuove tensioni, quali quelle che il nostro paese sta affrontando e dovrà affrontare. Dobbiamo ritrovare l’Identità, senza sentirci emarginati. Per questo, abbiamo bisogno di passione, di ragione e di confronto. Chi non ha paura del confronto, può guardare al domani. Noi, non solo non abbiamo paura, ma agiremo sempre sotto l’insegna della nota frase: “vivere, come se dovessimo morire domani, e costruire, come se non dovessimo morire mai”
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