Inserita in Nera il 19/04/2013
da redazione
Sequestrato elegante complesso turistico a C.Mare del Golfo
La Guardia di Finanza di Palermo ha sequestrato a Castellammare del Golfo, in provincia di Trapani, un elegante complesso turistico–alberghiero, attività commerciali e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di circa 6 milioni di euro, in esecuzione di un provvedimento emesso dal Tribunale di Trapani – Sezione Misure di Prevenzione - su richiesta della Procura della Repubblica di Palermo.
Interessato dal provvedimento di sequestro un imprenditore di 64 anni, originario di Castellammare del Golfo, condannato nel 1998 per associazione di stampo mafioso e per danneggiamento aggravato dal metodo mafioso e sottoposto l’anno successivo alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, con obbligo di soggiorno, per la durata di 3 anni e sei mesi, oltre al sequestro di beni immobili e quote societarie.
Le indagini economico finanziarie ora concluse dal Gruppo d’Investigazione sulla Criminalità Organizzata – G.I.C.O. - del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Palermo hanno dimostrato come, in concomitanza del sequestro patrimoniale a suo tempo disposto nei riguardi dell’imprenditore, quest’ultimo abbia trasferito, solo formalmente, la titolarità di società ed aziende ai figli, all’epoca poco più che ventenni, che negli anni successivi hanno compiuto diverse operazioni d’investimento, fra cui la costruzione di un villaggio–residence.
La simulazione dei trasferimenti e quindi la riconducibilità all’imprenditore delle ulteriori operazioni aziendali poste in essere negli anni dalle società formalmente intestate ai figli, è emersa sia per l’attiva e costante partecipazione dell´uomo ad importanti atti di gestione delle aziende stesse, che ne hanno confermato il ruolo di effettivo proprietario, sia per le limitate capacità reddituali autonome dei figli al momento dell’acquisizione.
In aggiunta alla diretta riconducibilità del patrimonio all’imprenditore, le indagini delle Fiamme Gialle hanno fatto emergere la evidente sproporzione fra l’entità degli investimenti economico – finanziari nel tempo dallo stesso effettuati ed i redditi ufficialmente percepiti dal medesimo imprenditore e dai suoi figli, tale da far ritenere che il patrimonio ora posto in sequestro sia stato conseguito grazie al reimpiego di proventi illeciti.
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