Inserita in Cronaca il 16/04/2013
da redazione
L´ombra di Matteo Messina Denaro si allunga ad Imperia
Un´operazione della Gdf di Imperia ha fermato 4 persone accusate di turbativa d´asta e bancarotta fraudolenta. Si sospettano collegamenti diretti con la criminalità organizzata vicina al clan di Matteo Messina Denaro, uno dei latitanti di Cosa Nostra più ricercati al mondo. Per una delle persone coinvolte è scattata la misura cautelare in carcere, per le altre tre l´obbligo di firma.
Le misure chieste dal pm Maria Antonia Di Lazzato e firmate dal gip di Imperia Massimiliano Botti. L´organizzazione scoperta oggi dalla Gdf di Imperia operava «per ovviare ai controlli antimafia», e per gli investigatori il ´modus operandì dell´organizzazione «ha consentito a soggetti vicini al boss di mafia Matteo Messina Denaro, di insinuarsi all´interno di appalti pubblici». Nell´operazione è stato arrestato Giuseppe Piazza, di 51 anni, considerato la mente del gruppo, per il quale è stato disposto il divieto di esercitare la professione di geometra e di ricoprire incarichi direttivi. Obbligo di firma, invece, per Luca Ricca e Alessandro Lauricella, e obbligo di dimora per Salvatore Crispino, tutti residenti a Imperia.
Dalle indagini è emerso che dopo il fallimento della società ´Generali Costruzioni´, fallita con un buco da 7 milioni di euro, la banda aveva distratto capitali per creare altre società. È emerso anche che, dopo l´esclusione della ditta alla gara per l´affidamento dei lavori di gestione dell´acquedotto del Comune di Pieve di Teco,era stato incendiato il portone d´ingresso del locale municipio. Gli investigatori ritengono si sia trattato di un chiaro avvertimento.
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