Inserita in Gusto il 08/01/2015
da REDAZIONE REGIONALE
CRONACHE DI GUSTO - Il Sud che vince: il caseificio Vannulo celebrato dal Corriere della Sera
Gian Antonio Stella non è solo un bravissimo giornalista del Corriere della Sera e scrittore. È un vero intenditore di cibo. Ha girato l’Italia da Nord a Sud, frequentato decine di locali “dai più infimi a quelli splendidi” e conosciuto realtà locali incredibilmente nascoste. Come Tenuta Vannulo a Capaccio Scalo, a due passi da Paestum, in provincia di Salerno. Di solito è uno senza peli sulla lingua e non le manda di certo a dire, ma la bontà delle mozzarelle che si producono presso la Tenuta è rimasta talmente impressa a Stella che stamattina gli ha dedicato un articolo sul Corriere della Sera. “La mozzarella è buonissima – racconta Stella -. E Tonino Palmieri (il proprietario della Tenuta) ha capito come si fa turismo”.
Un sito web in tre lingue, produzione con standard di qualità eccellenti. “La Tenuta sta facendo quello che deve essere un esempio per tutti – ci dice Stella -. Il turismo è una cosa seria, un’industria. Non è che uno la mattina si sveglia, apre un bar e pretende che tutti vadano da lui”.
Per Stella ci sono vari esempi di eccellenza nel Meridione. “Prendo l’olio a Menfi in un’azienda siciliana – dice Stella che però non vuole fare il nome – e potrei raccontare di decine di luoghi dove la gastronomia è eccellente. Tra questi un ristorante a Sant’Agata dei Goti, in provincia di Benevento, che si trova in un posto difficile da raggiungere, ma che è sempre pieno. Perché loro hanno capito come si fa: cucina del posto e qualità eccellente”. (Il giornalista del CorSera Gian Antonio Stella) Stella, infatti, punta il dito contro quei ristoratori che “stanno facendo un po’ troppo gli internazionali – dice -. Non tollero che in un ristorante siciliano si trovi pasta e salmone, così come mi pare assurdo trovare la pasta con i ricci al Nord. Ogni Regione deve puntare sui suoi prodotti. Il turista, quando viene in Sicilia, per esempio, ha voglia di mangiare le cose del posto. Noi restiamo i primi per bellezze artistiche, archeologiche e culturali. Ed anche in fatto di cibo non ci batte nessuno. L’abbinamento turismo/gastronomia, ormai, dovrebbe essere automatico. Ma molti non lo hanno ancora capito”.
Per Stella, un buon ristorante “deve avere una cucina tradizionale di buon livello. Sembra strano, ma è difficile trovare, per esempio del buon cous cous nel trapanese”. L’expo è imminente, ma Stella è fiducioso: “Di certo dal punto di vista della cucina non faremo brutta figura. La figuraccia l’abbiamo già fatta con gli arresti. Resta da capire quanti strascichi ci porteremo dietro”.
Degli elogi di Stella, è felicissimo Antonio Palmieri, titolare di Tenuta Vannulo: “Io sono un patito della qualità – dice -. La mia tecnica vincente? Il fatto che sono riuscito a creare un ottimo rapporto qualità/prezzo”.
In Tenuta lavorano 35 dipendenti che riescono a produrre e vendere dai 3 ai 5 quintali di mozzarella al giorno. “I miei prodotti si acquistano solo qui – dice Palmieri -. Nessuno li può prendere e portare nei negozi. Evitiamo due passaggi che permettono di mantenere i prezzi ragionevoli e far acquistare ai clienti i nostri prodotti migliori”. Le mozzarelle, così come lo yogurt ed il gelato, vengono fatti con latte di bufala. Bufale che vengono allevate in una stalla super tecnologica che rispetta in primis gli animali. (Antonio Palmieri, titolare della Tenuta Vannulo) “Le bufale sono assolutamente autonome – dice Palmieri – e nella stalla si autogestiscono. Si fanno mungere quando ne sentono la necessità, si vanno a spazzolare se lo desiderano. Stress zero”. In parallelo, ha aperto anche una rivendita di pellami. “Pelle ricavata dagli animali ormai a fine carriera. Nessuna bufala viene allevata ed uccisa solo per questo scopo”.
Terza generazione di allevatore, (dopo nonno e padre), ma grande spirito imprenditoriale, visto che fu lui ad avere l’intuizione sulla creazione di Tenuta Vannulo. “Progetti? Continuare a migliorarci – conclude Palmieri – e vedere se riusciremo a produrre il cioccolato al latte di bufala. Per ora stiamo facendo esperimenti ed assaggi per i nostri clienti”. Giorgio Vaiana
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