Inserita in Sport il 31/12/2014
da REDAZIONE REGIONALE
Amichevoli Serie A: le milanesi al test europeo
Il calcio di fine dicembre, così come quello di agosto, da che mondo e mondo lascia il tempo che trova. Questo, però, non significa che non abbia il suo peso: un’amichevole contro una big europea ha il potere di illudere, di deludere ma soprattutto di distruggere convinzioni più o meno radicate e di gettare nel caos una squadra. L’aspetto psicologico, nel calcio come nella vita, ha un’importanza pari al tasso tecnico e alla preparazione fisica di una squadra: basta una clamorosa debacle, anche senza punti in palio, per minare la convinzione di un gruppo per un periodo più o meno lungo. Che si vinca o che si perda, non è sempre facile ridurre il tutto ad un “chissenefrega, era solo un’amichevole”, perché test del genere sono sempre in grado di fornire indicazioni non secondarie sulla salute e sulla forza di un team.
Real Madrid-Milan 2-4
È toccato alle milanesi accarezzare gli ultimi palloni di un anno, il 2014, avaro di soddisfazioni. Nella serata di ieri è stato il Milan a rompere il ghiaccio con l’Europa che conta, anche se in una partita ed in una località (gli Emirati Arabi) lontane anni luce da qualsiasi ambizione europea, affrontando in amichevole un Real Madrid un po’ rimaneggiato dietro e un po’ stellare in avanti. Almeno qui, non c’è stata storia: i rossoneri, partiti a razzo e con la convinzione delle ultime uscite in campionato, hanno dominato per lunghi tratti la gara, sfiancando un Real vacanziero e poco propenso ad infliggere lezioni dolorose in stile estate 2012, quando asfaltarono i rossoneri per 5-1 gettando il povero Allegri sulla graticola di Berlusconi. È stata la carica di Inzaghi, voglioso di ben figurare di fronte al maestro Ancelotti, ad avere la meglio sulla tentazione di passare 93 minuti a scambiarsi baci e abbracci. 93 minuti che non hanno trasformato il Milan nella squadra da battere, ma che hanno comunque dato segnali importanti: l’energia c’è, la condizione anche, e soprattutto c’è un El Shaarawy (doppietta per lui) che, posizionato finalmente vicino alla porta avversaria, ha avuto l’occasione di mandare chiari segnali di rivalsa al suo allenatore. La rincorsa al terzo posto ripartirà il 5 gennaio col solito Menez (in gol anche oggi), con un nuovo El Shaarawy e, soprattutto, con un Cerci che dovrà dare quel quid in più che manca per riabbracciare l’Europa che conta. Che non è oggi, ma che forse sarà domani.
Marcatori: Menez (24´ pt), El Shaarawy (31´ pt, 3´ st), C. Ronaldo (35´ pt), Pazzini (28´ st), Benzema (38´ st su rigore).
Paris Saint Germain-Inter 1-0
L’Inter, che al contrario del Milan in Europa c’era già stata e c’è ancora, è andata a caccia di stimoli a Marrakech, in Marocco, per testare contro il forte PSG dell’ex Ibrahimovic la propria tenuta europea in vista della doppia sfida di febbraio contro il Celtic: sarà solo Europa League, ma è già qualcosa. La partita doveva dare anche un’indicazione sullo stato di forma degli uomini di Mancini, in vista della rincorsa al terzo posto che dovrà obbligatoriamente passare da Torino, contro la capolista Juventus, il 6 gennaio. L’amichevole di lusso s’è conclusa con una sconfitta di misura che rispecchia in pieno le condizioni dei nerazzurri: né carne, né pesce. Dopo 45 minuti di buon calcio gettati al vento dalla vena (per niente) realizzativa di Icardi, capace di divorarsi due gol a tu per tu con Douchez, l’allenatore nerazzurro ha preferito mescolare le carte con una girandola di cambi (ben 6 fra il 45esimo e il 46esimo), consegnando di fatto il gol al PSG, andato in rete con Cabaye pochi minuti dopo. L’Inter non ne esce di certo distrutta o demoralizzata, ma la sensazione è che la squadra avverta un po’ il nervosismo del suo allenatore, palesemente alla ricerca di rinforzi di peso sul mercato: la rincorsa al terzo posto dovrà passare dall’acquisto quasi obbligato di un esterno di caratura internazionale (Lavezzi e Podolski gli indiziati), ma anche dal riassestamento di uno spogliatoio che non sembra convintissimo dei propri mezzi. Toccherà alla Juve il compito di dire cosa l’Inter può diventare: una squadra da Europa che conta, o che conta i giorni che la separano dall’addio all’Europa.
Marcatori: Cabaye (12´ st). Gabriele Li Mandri
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