Inserita in Politica il 23/11/2014
da REDAZIONE REGIONALE
CAD - COMUNICATO
“Violenza” poche sillabe per racchiudere una miriade di aspetti, significati, emozioni contrastanti legate sempre a ricordi poco edificanti. Questo il filrouge dell’intera serata organizzata dal Dipartimento Femminile del CAD di Pignola per il prossimo 25 novembre data in cui si celebra, o meglio si urla più forte, lo “STOP” alla violenza sulle donne. Martedì prossimo vuole, quindi, essere di sicuro una serata commemorativa contro ogni possibile forma di abuso che ha come oggetto la donna ma vuole anche essere un incontro informativo e, se vogliamo, educativo tanto per le donne quanto per gli uomini. Il Centro Caritas di Pignola ospiterà personalità si spessore quali il Sostituto Procuratore della Procura di Potenza la Dott.ssa M. Alessandra Pinto, il Sovrintendente della Polizia di Stato la Dott.ssa Renata Mecca, la psicologa Dott.ssa Maria Teresa Muscillo, l’avvocato Domenica Marino e l’artista Teri Volini che metteranno a disposizione della platea le loro conoscenze in riferimento al femminicidio affrontandolo da angolazioni a loro più vicine e analizzandone, quindi, i più svariati aspetti da quelli legali a quelli artistici passando per i risvolti psicologici che la violenza porta con se. Il tutto sarà coordinato dalla giornalista Eliana Positano. Nel corso della serata saranno illustrati anche una serie di “come”. Come riconoscere la violenza in tutte le sue più svariate forme, da quella fisica a quella psicologica, come difendersi dagli abusi che possono insinuarsi nel vivere quotidiano e come uscirne, come riuscire ad andare oltre, superare il momento difficile non solo con l’importantissimo aiuto degli esperti ma anche con una sorta di catarsi che l’arte, in tutte le sue forme, può veicolare. Questo e molto altro sarà raccontato dalla voce degli esperti che hanno deciso di aderire all’iniziativa ma anche dalla voce di chi, purtroppo, la violenza l’ha subita. Una testimonianza forte che aiuterà a capire l’importanza del denunciare l’accaduto senza sottovalutare la delicatezza del tema e le difficoltà vissute. Prima fra tutte la difficoltà di liberarsi dalla trappola psicologica, figlia di retaggi culturali ancora troppo radicati nella nostra società, per cui la vittima si sente colpevole e l’umiliazione alla quale crede di doversi sottoporre denunciando il fatto supera anche la paura di rivivere abusi continui. Si cade allora nella resa del silenzio ma è proprio di questo silenzio che si nutre l’aguzzino, è proprio questo silenzio che accresce il potere dell’aggressore annichilendo la vittima ed è proprio a questo silenzio che le donne del CAD urleranno più forte il loro “STOP”! Gaetana Lauria
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