Inserita in Politica il 10/11/2014
da redazione
La riforma degli ATO il passaggio alle SRR ed alle ARO è stata pensata e calata dall’alto senza un reale coinvolgimento ne dei sindaci ne tanto meno dei portatori di interesse che in Sicilia ci sono ed hanno voglia di partecipare
Ancora una volta i cittadini siciliani sono costretti a vivere uno stato di emergenza rifiuti. E pagheremo ancora una volta di tasca nostra un disastro che si perpetua ormai da anni. Eppure l’Associazione Rifiuti Zero Sicilia ha proposto possibili vie di uscita opportunità già sperimentate in altre regioni Italiane che stanno portando i già i frutti (si veda ad esempio l’esperienza della Campania e della Sardegna dove si è arrivati a superare il 40 % di RD a livello Regionale). L’emergenza non sta a nostro avviso nella chiusura della discarica di Mazzarà sant’Andrea l’emergenza più preoccupante sta nell’immobilismo compiancente della Regione. Che il sistema rifiuti in Sicilia, basato totalmente sul ricorso alla discarica fosse fuori legge lo denunciamo da anni. Rifiuti conferiti in impianti che sotterrano il tal quale senza il dovuto pretrattamento che è obbligo di legge da quando è uscito il D.lgs. 36 del 2003 in attuazione della cd Direttiva discariche 1999/31/CE. Ad oggi non è presente il Piano Regionale dei Rifiuti che è un documento fondamentale per eseguire la pianificazione necessaria a mettere chiarezza in un sistema caotico e disorganizzato come il nostro. Quello che è in discussione si è impantanato ormai da 2 anni (era pronto nel giugno 2012) e che già a nostro avviso è vecchio e deve essere profondamente rivisto (togliendo ad esempio la possibilità di bruciare i rifiuti nei cementifici). Senza quel fondamentale strumento come si pensa di uscire da questa disorganizzazione organizzata? La riforma degli ATO il passaggio alle SRR ed alle ARO è stata pensata e calata dall’alto senza un reale coinvolgimento ne dei sindaci ne tanto meno dei portatori di interesse che in Sicilia ci sono ed hanno voglia di partecipare. Sindaci spesso compiancenti con i signori delle discariche che mantengono lo status quo senza intervenire concretamente anzi si avvalgono di consulenti che oggi scrivono il piano di intervento, altro strumento importantissimo, che serve per fare i nuovi bandi di gara per la gestione della raccolta dei Rifiuti. Come vengono scelti questi consulenti? Quali requisiti devono avere? Quello che noi vediamo è che spesso i consulenti sono gli stessi che lavorano in Regione nel settore dei rifiuti, dipendenti pubblici che fanno controllori e controllati. E vista la qualità di questi dipendenti Regionali che tengono ferma la Regione da anni non possono che uscire piani di intervento spesso scadenti frutto di un freddo copia ed incolla. Vogliamo avere trasparenza anche in queste nomine? Vogliamo far entrare linfa vitale nuova in un settore incancrenito anche dalla presenza delle stesse persone? L’emergenza è questa caro Presidente. L’emergenza si risolverà quando si avvierà un percorso serio di pianificazione con regole certe e trasparenti. Ci dispiace constatare che fino ad oggi questo Governo non ha fatto nulla. Il problema non è avere discariche pubbliche o private. Le discariche sono una concezione vecchia ricordiamo inoltre al presidente che in Sicilia ci sono circa 600 discariche pubbliche e private dismesse e che attendono di essere bonificate, pensiamo prima alle bonifiche! La nostra proposta è stata presentata in Commissione Ambiente a Febbraio del 2014 quando abbiamo incontrato il presidente della commissione ambiente Dott. Giampiero Trizzino, l’allora Dirigente Regionale Dott. Marco Lupo e l’allora Assessore il Dott. Marino. Abbiamo portato l’esperienza del comune di Zafferana Etnea comune di 10 mila abitanti che viaggia oggi su cifre superiori all’80 % di RD grazie ad una politica lungimirante fatta senza il ricorso del cassonetto con un sistema di porta a porta un’isola ecologica ed un meccanismo premiante per i cittadini. Questo modello deve essere esportato a tutti i comuni al di sotto di 10 mila abitanti che rappresentano il 72 % dei comuni Siciliani. Bisogna partire da qui. Alleggerirli dal carico dei trasporti incentivare il compostaggio domestico e legiferare con un regolamento sul compostaggio collettivo, oggi infatti ci sono impianti all’avanguardia piccoli conteiner dal costo irrisorio che possono trasformare la frazione organica (il 40% dei rifiuti prodotti da un comune) in compost visto anche il preoccupante ritardo nell’avvio degli impianti di compostaggio, questi possono essere gestiti dai piccoli centri che spesso si trovano tra l’altro in zone montuose. La normativa Europea è in evoluzione e spinge in una precisa gerarchia che la nostra regione deve seguire: Riduzione, Riutilizzo, Riciclaggio, Recupero di Materia ed infine Discarica. Pensiamo a ridurre la produzione dei rifiuti. Pianifichiamo. Questo è l’antidoto vero per combattere l’Ecomafia concretamente. Altrimenti saremo sempre costretti a scendere in strada per fermare i camion della spazzatura che viaggiano in lungo ed in largo per la regione.
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