Inserita in Un caffè con... il 31/08/2014
da Direttore
il Direttore
IL PRESIDENTE CHE VORREI: DAL SOGNO ALLA REALTA’ “Giro giro tondo, casca il mondo, casca la terra; tutti giù per terra.” E poi? La situazione politica e, soprattutto amministrativa, in Italia è diventata la favola, in un’Europa eccessivamente burocraticosa e mariuola, che getta ingiustamente nel fango l’immagine della nostra bella Patria. Ora, che ciò possa essere strumentalizzato nessuno lo nega, ma che a mostrare il fianco scoperto è opera indegna della nostra classe politica è indiscutibile! Ma, d´altronde, che immagine diamo se c’è “gente” che, in momenti di alto spessore internazionale, lecca gelati e sfugge alle conferenze perch´ incapace di parlare in lingua inglese; se c’è “gente” che si trincera dietro la crisi per risolvere i problemi mettendo le mani nelle tasche della gente comune; se c’è “gente” che promette e non mantiene; se c’è “gente” che per difendere la classe operaia ha svilito la professionalità del lavoro intellettivo, per ridurci tutti al pari di macchine, o, peggio, di utensili. Siamo in Italia! La tolleranza degli italiani, e soprattutto al Sud, è radicato nel DNA da millenni; il vittimismo è stato instillato nelle generazioni migliori, dall’Unità d’Italia in poi, distruggendo l’impresa privata (che oggi si invoca a gran voce) a favore di stipendi, fissi e garantiti, soffocando la ingegnosità imprenditoriale e lavorativa della nostra gente da sempre; la fierezza di essere italiani distrutta da filosofie antifasciste e tesi internazionaliste gestite da una sinistra italiana indegna di essere definita “comunista”; il miglior socialismo, tacciato artatamente e ingiustamente di essere l’anticamera del nuovo fascismo imperialista erroneamente definito “revisionismo” (e vorrei tanto che qualcuno mi spiegasse che vuol dire), condannato alla gogna mediatica senza appello e costretto a diventare la stampella dei nuovi comunisti, puri e duri, unici detentori del “verbo sociale” e unici detentori, oggi, della totalità del potere politico, in un’Italia che scende senza freni verso l’abisso, sia economico che sociale giustappunto; la migliore destra sociale impantanata nell’operazione, barbara e indegna, di troncare con il passato pur di raccogliere consensi da due lire; un centro democristiano equilibrato, al potere grazie al credo cesareo “divide et impera!” per più di trent’anni, colpevolizzato di avere creato la crisi in Italia, come se la crisi altrove non esistesse o non fosse ancora più grave che in Italia, senza guardare ai risultati di una politica di equilibri elastici, nazionali ed internazionali, che avrebbe reso orgoglioso anche il Metternich. Siamo in Italia! I governi si susseguono, a breve o a lungo termine che sia, senza risolvere nulla e, oggi, senza neanche un regolare passaggio dalle urne; dal dopo guerra in poi i vaticini di catastrofe economica, politica e sociale sono stati oggetto della satira più mordace e indipendente (oggi ridotta a suffragetta anch’essa del Potere) senza che nulla cambiasse veramente, o, almeno, senza che la volontà popolare, chiamata al voto ma non solo, esprimesse una reale volontà di cambiamento. Siamo in Italia! La monarchia ha ceduto il suo scettro, durante una votazione dubbia e incontrollata (o forse troppo controllata), solo politicamente, visto che moralmente ogni Italiano, che si senta tale, la mattina si alza invocando Dio che ci renda un Governante illuminato e giusto, come se la scelta dello stesso dipendesse (com’è nelle Monarchie Regali, pur dotate di una Costituzione liberale che renda a tutte le classi sociali il diritto di parola) dal Caso o dalla Provvidenza, e non dalle sue scelte anche elettorali. Andiamo allora al tema: visto che abbiamo delegato, a poteri estraumani, la scelta dei governanti, se proprio dobbiamo chiedere, almeno indichiamo dei requisiti, in modo che il Padreterno sappia chi inviare alle prossime tornate e non ci deluda ancora una volta quasi tutti, fuori ovviamente i soliti scontenti di tutto, che pure servono, e non poco, come le mosche, a tenere alta l’attenzione. Scriveremo, allora, a guisa di letterina a Babbo Natale, via via i requisiti più importanti, tra i quali, data la fine del Migliore, non dimenticherei l’attenzione a non fidarsi degli “amici” troppo “sottili”, n´ della pericolosa furia di massa delle galline inferocite cui è stata svuotata la mangiatoia, come insegna il Maestro che, per pronto accomodo, nella mangiatoia ci si è piazzato fin dalla nascita. Bene, a parte l’irrinunciabile fedeltà alla Patria, al Popolo Sovrano, e al proprio Entourage (amo i termini esteri quando mi evitano di essere tacciato di fascismo!), una indispensabile Tolleranza e una Correttezza adamantina, gli altri requisiti li lascerei a Voi! E non voglio sentirmi dire che non esiste una persona del genere perch´, poi, ciascuno di noi, se potesse, avanzerebbe soluzioni più equilibrate e sensate, rispetto al nulla che ci circonda. Quindi, mano alla penna e comunicateci i vostri desiderata sul “Presidente che vorrei” in modo che tutti assieme (come un sindacato? No! Come una Associazione sociale che non abbia vincoli di scelta come è giusto che sia) possiamo inviare questa letterina, a Babbo Natale, in tempo utile. E però, se Babbo Natale non vi basta, e vorreste dare un contributo diverso alla soluzione del problema “il Presidente che vorrei: dal sogno alla realtà” ci aspettiamo e ci auguriamo “Proposte” e “Collaborazione” come già ci pervengono numerose dai nostri simpatizzanti e iscritti, tutti timorati di Dio e di Babbo Natale, ci mancherebbe, ma anche un tantino “laici” e appartenenti al Partito internazionale e multi-ideologico “Aiutati che Dio ti aiuta”. Ci sarebbe poi la questione della gestione veramente democratica del Potere e della Nazione, ma di questo scottante argomento parleremo altrove e non solo tra le pagine di questo giornale. Quindi inviate le vostre proposte, presso la email della Associazione Alessandro Tasca, che collabora con ANAS sul settore “Comunicazione, Redazione ed Eventi”, redazione@alessandrotasca.it . Le aspettiamo, davvero, con trepidazione e gioia. Il Portavoce Nazionale Antonio Lufrano.
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