Inserita in Cronaca il 27/08/2014
da Direttore
Favignana. Terminato il posizionamento delle tre reti antimedusa
Sono terminate da qualche giorno le attività di posizionamento delle tre reti antimedusa previste nell’Area Marina Protetta "Isole Egadi", nell’ambito del progetto MED- JELLYRISK. Le reti sono state collocate a cura dello staff tecnico dell’Università del Salento e del Conisma, soggetto capofila del progetto, con la supervisione del personale dell’AMP. I siti prescelti, sull’isola di Favignana, sono: presso la spiaggia di Lido Burrone, dove saranno gestite dallo stabilimento Maym; presso il promontorio di Capo Grosso, dove saranno gestite dal residence Nido del Pellegrino; presso la spiaggia di Cala Grande, dove se ne prenderà cura l’Approdo di Ulisse. Tutti gli operatori coinvolti sono convenzionati con l’AMP e si occupano materialmente della manutenzione delle reti. Grande la soddisfazione degli operatori turistici coinvolti. Anche se le reti sono in posa da poco tempo, si è registrato l’apprezzamento entusiastico da parte dei bagnanti, per la possibilità di fruire il mare, specie per i più piccoli, in serenità e senza il timore di entrare in contatto con le meduse. Il progetto vede coinvolti numerosi Enti di Ricerca internazionali di Spagna, Malta e Tunisia. In Sicilia, oltre all’AMP Isole Egadi, sostengono il progetto l’ARTA, le aree marine protette di Ustica e delle Isole Pelagie e diversi altri Comuni costieri. Il progetto MED-JELLYRISK prevede una campagna informativa a tappeto sulle meduse e sulle profilassi in caso di contatto accidentale, il posizionamento di cartelli esplicativi e la distribuzione di opuscoli. Obiettivo è quello di creare nuovi strumenti per quantificare i rischi ambientali e sanitari della continua proliferazione di meduse nelle acque del Mediterraneo e mitigarne gli effetti negativi sulle attività umane. “Le Egadi sono il più importante sito di sperimentazione di questo importante progetto internazionale – ha dichiarato il Presidente dell’AMP e Sindaco di Favignana Giuseppe Pagoto – e, cosa ancor più significativa, tutte le installazioni sono state effettuate nell’Area Marina Protetta a costo zero per l’Ente gestore”.
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