Inserita in Economia il 23/07/2014
da Direttore
Renzi: Riforma Camera di Commercio di Trapani
Il personale della Camera di Commercio di Trapani è in fermento per la riforma del sistema camerale lanciata dal Governo nazionale. Una delegazione, in rappresentanza dei 115 tra dipendenti e pensionati della Camera di Commercio di Trapani, ha partecipato alla mobilitazione nazionale tenutasi oggi a Roma per dire “no” ai tagli, ad iniziare dal dimezzamento del diritto annuale, chiedendo la salvaguardia delle funzioni e del ruolo degli enti camerali. Sempre questa mattina, a Trapani, nel salone conferenze del palazzo camerale, si è tenuta un’assemblea del personale. Nel corso dell’incontro i dipendenti hanno ribadito la loro contrarietà alla riforma “al buio” delle Camere di Commercio italiane, temendo ripercussioni sui servizi resi alle imprese di riferimento sul territorio e sul loro futuro occupazionale, anche per quel che riguarda gli aspetti pensionistici. In Sicilia le Camere di Commercio svolgono, infatti, il ruolo di ente previdenziale dei propri dipendenti. Quella di Trapani ha in carico il pagamento delle pensioni a 46 unità. I dipendenti dell’ente camerale trapanese sono 54, a cui si devono aggiungere 11 dipendenti a tempo determinato ed il personale dell’Azienda speciale “Servizi alle imprese”, in tutto 4 unità. Complessivamente attorno alla Camera di Commercio di Trapani ruotano quindi una settantina di posti di lavoro. E questa mattina i dipendenti dell’Azienda speciale servizi alle imprese sono entrati in stato di agitazione e per tutta la mattinata hanno distribuito dei volantini davanti il palazzo camerale. Il personale della Camera di Commercio di Trapani è pronto ad intraprendere lo stato di agitazione ad oltranza. Tra le iniziative che si stanno valutando c’è anche un concentramento di tutto il personale camerale, in servizio ed in quiescenza, a Palermo dinanzi il Palazzo D’Orleans finalizzato ad un incontro con il Governo regionale per la risoluzione del problema pensionistico e del futuro del sistema camerale siciliano. Intanto le organizzazioni sindacali hanno predisposto una lettera aperta in cui hanno ribadito la strategicità degli enti camerali nel tessuto produttivo, bocciando il dimezzamento del diritto annuale versato dalle imprese e su cui si reggono le Camere di Commercio. La riduzione dell’imposta porterà in Sicilia ad una diminuzione delle entrate di circa 23 milioni di euro, con un forte ridimensionamento, già dal secondo semestre del 2014, delle iniziative programmate a favore delle imprese e del territorio, con un azzeramento nel 2015 degli investimenti e delle attività di promozione per lo sviluppo economico. A rischio ci sono, pertanto, tutti i servizi erogati attualmente dalle Camere di Commercio (tenuta del Registro delle imprese, degli Albi ed Elenchi abilitati, funzioni di regolazione del mercato, registrazione marchi e brevetti, supporto alle imprese, sostegno all’internazionalizzazione, finanziamento dei Confidi, funzioni promozionali…), il pagamento degli stipendi del personale di ruolo e delle pensioni. E nell’Isola si potrebbero perdere un centinaio di posti di lavoro per l’impossibilità di mantenere in servizio il personale a tempo determinato ed i dipendenti delle Aziende speciali.
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Commenti |
28/07/2014 - E se vi siete detti non sta succedendo niente, le fabbriche riapriranno, arresteranno qualche studente convinti che fosse un gioco a cui avremmo giocato poco provate pure a credevi assolti siete lo stesso coinvolti. (Filippo) |
25/07/2014 - la riforma in atto % delle attuali con abbattimento del 50% dei diritti camerali, è una sempolificazione e riduzione di costi poer le piccole imprese italiane. già 12 uniopni regfiopnali camerali hanno predisposto le proposte di riassetto con previsioni di accorpamento conseguenti. La sicilia ivece si attesta su una tardiva quanto miope difesa dell´esistente, fino a mobilitare strume4ntalmente i dipendenti, che comunque avebbero tutelati i propri diritti. (giuseppe ingardia) |
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