Inserita in Cronaca il 01/03/2013
da redazione
L’ultimo saluto a Don Michele
E’ morto nel sonno. Lo prova l’autopsia eseguita dal professore Paolo Procaccianti, direttore dell'Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Palermo, incaricato dalla Procura della Repubblica di Trapani di effettuare l’esame autoptico sulla salma di Don Michele Di Stefano trovato morto martedì scorso.
A confermare che il prete è stato ammazzato nel sonno è il suo stesso corpo che sarebbe passato alla morte senza svegliarsi mentre il suo assassino continuava a colpirlo alla testa più e più volte. L’esame non è riuscito ancora a quantificare quanti sono stati i colpi inferti all’uomo nella zona cranio-encefalica, sede del sistema nervoso centrale, ma viene confermata anche l’arma del delitto: «Il prete è stato colpito da un oggetto che potrebbe essere certamente un bastone – ha detto Procaccianti - in particolare vicino all'orecchio».
Un bastone le cui schegge di legno sono state rinvenute nella stanza della canonica dove s’è compiuto il delitto. Il perito si è riservato sessanta giorni di tempo per depositare le conclusioni definitive sull’esame effettuato. Intanto oggi alle 9.30 l’ultimo saluto alla salma verrà dato nella chiesa del Crocifisso di Calatafimi- Segesta, paese d’origine di Don Michele. Ieri, invece, dalle 14 alle 18, gremita la Chiesa di Fulatore retta da Don Michele di Stefano per 42 anni prima del trasferimento ad Ummari. Nella chiesa di S. Giuseppe, infatti, è stata allestita la camera ardente alla quale ha partecipato un fiume di gente e di fedeli tra la commozione, il dolore e lo sgomento.
Presente anche il vicario generale della Diocesi di Trapani Liborio Palmeri che ha affermato «C'è un forte sentimento di dolore e rabbia. Dobbiamo trasformare tutto questo in qualcos'altro». E la rabbia, adesso, cresce oltre che per l’irrisolto delitto anche per alcune voci secondo le quali le indagini dei Carabinieri si sarebbero intrecciate con lo scandalo che travolse, mesi fa, la diocesi trapanese.
Un legame che al momento non viene confermato dagli inquirenti i quali, mantengono il più stretto riserbo sulle indagini in corso: «Non siamo al buio. Stiamo seguendo alcune piste al momento non riferibili » ha dichiarato ieri il procuratore capo di Trapani Marcello Viola che, in due giorni, ha organizzato due summit con i militari dell’arma per fare il punto sul caso. Strade di un passato che non si rintracciano, dunque, solo all’interno delle processioni e delle prediche fatte da don Michele (a Fulgatore prima e a Ummari poi), dove il prete era amato per la sua bontà ma non da tutti. Qualcuno, infatti, l’odiava al punto da pianificare e decretare la sua fine.
Un omicidio premeditato nei dettagli studiando le abitudini del prete di campagna. E adesso si stanno analizzando gli occhi meccanici che sorvegliano i negozi del paese e che avrebbero potuto registrare una presenza strana, uno spostamento insolito, un semplice piccolo ed insignificante dettaglio perché da questa caccia all’uomo nessuno è escluso.
Marina Angelo
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