Inserita in Politica il 05/05/2022
da Patrizia Carcagno
Bombardieri (Uil). Il decreto Aiuti del Governo è un primo passo per la crescita. Occorre ancora fare molto e il metodo della concertazione è il più efficace
Il sistema della concertazione e delle scelte condivise inizia a dare i suoi frutti: questa pratica di buon governo che tende a operare scelte economiche attraverso una consultazione preventiva delle parti sociali, principalmente sindacati ma anche associazioni di categoria, oggi si è rivelata, più che mai decisiva e la riprova ne è certamente quando qualche giorno fa il premier Mario Draghi ha sentito Cgil, Cisl e Uil prima di adottare le misure che hanno costituito poi l’ossatura del decreto Aiuti accogliendo tutta una serie di proposte avanzate nel corso dell’incontro. Per la UIL queste ultime norme rappresentano un primo passo a sostegno della crescita che cerca di limitare l’impatto negativo della spinta inflazionistica sulla nostra economia. “Quest’anno- ci dice il segretario generale della UIL Pierpaolo Bombardieri- abbiamo deciso di scegliere per svolgere la recentissima Festa dei Lavoratori una piazza che avrebbe avuto un significato importante, nella città di San Francesco, città della pace e proprio lì ci è pervenuta la convocazione dal Presidente del Consiglio Draghi in vista dell’approvazione, del nuovo decreto approvato dal Consiglio dei Ministri. Certamente già dagli incontri precedenti noi del sindacato confederale siamo stati consultati e partecipi di scelte strategiche per gestire la crisi e la ripresa di questo Paese. Saremo sempre presenti in tutti i tavoli di confronto in maniera permanente in cui si articolerà il dialogo sociale dove lo stesso Draghi ha proposto di strutturarlo”. - Lei Bombardieri da oltre un anno si batte con energia per l’imposta da applicare sugli extra-profitti, generati da grandi colossi mondiali che accumulano ingenti guadagni. Agli stessi era stata applicata una tassa pari al 10%, lei però chiedeva il 30% . Alla fine è stata approvata al 25%. Quindi possiamo dire che è una bella vittoria? Può ritenersi, alla fine, soddisfatto? “Quando un anno fa io la proposi, tutti ci davano dei folli. Oggi abbiamo ottenuto il 25% e pertanto potrei ritenermi soddisfatto, ma applicata solo ad alcune aziende del settore energetico non basta. Bisogna estenderla a tutte le aziende e multinazionali che in questi due lunghi anni hanno fatto grandi extra-profitti per la pandemia e per la guerra. Importanti aziende dal settore energetico alle case farmaceutiche (Big Pharma) a quelli tecnologici (Meta -Impresa, Amazon, Google) hanno aumentato significativamente i loro introiti con una crescita smisurata di extra. La stessa commissione europea ha stimato 200 miliardi di extra profitti. Ritengo doveroso che non sia solo una questione di giustizia sociale, ma anche di grande efficacia del sistema economico. Io non mi sono inventato nulla: questa tassazione sui profitti in eccesso non è una novità, fu applicata dal padre della macroeconomia - Keynes – che la introdusse quasi 100 anni fa negli Stati Uniti d’America. - I prezzi sono alle stelle con il caro energie. Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani ha dichiarato che c’è una colossale truffa e tanta speculazione. Lei cosa pensa al riguardo. Il costo dell’energia è stato emblematico. Alcune aziende hanno contratti per i quali comprano il gas a un prezzo stabilizzato per 10 anni e lo rivendono a un prezzo di mercato ovvio che le speculazioni stavano dietro l’angolo. Ma le scelte per contrastare questo fenomeno devono essere adottate dal Ministero competente. - Guerra e pandemia in soli due anni hanno cambiato decisamente il mondo. La crisi ha investito tutto il sistema economico, aumentando la forbice tra le classi sociali, alimentando sempre più le disuguaglianze tra le persone. Ci sarà una soluzione a questa situazione? “Partiamo dal principio che sia la pace a determinare le scelte economiche. .Non permettiamo che siano le scelte economiche a determinare la pace . La pandemia e la guerra hanno decisamente modificato il mondo per due volte in due anni. In un sistema geopolitico oramai completamente stravolto l’unica strada da percorrere è quella della diplomazia, ma che sia però più incisiva. Che ci sia l’interesse più che la volontà, un interesse di pace non solo politico, economico e commerciale, perché siamo tutti consapevoli delle grandi difficoltà che avremo nei prossimi mesi e nei prossimi anni come effetto di questa guerra assurda e scellerata, e paga la tragedia di una invasione ingiustificata. - Un’ultima domanda segretario. Come va affrontata nel complesso la questione sociale? Ritiene sia utile aumentare i salari per i lavoratori dipendenti a differenza di quanto sostiene il presidente di Confindustria Carlo Bonomi? Come si può ricostruire il nostro Paese dopo la pandemia e la guerra in corso? Questo decreto Aiuti varato dal Governo può dare qualche speranza in più ? Lei ha sempre parlato anche di un rifinanziamento con bond europei. Il nuovo modello Next Generation Eu crede possa essere un modello virtuoso per la qualità della spesa? Veda, io ritengo di essere un sindacalista responsabile e riformista e quindi fare rivendicazioni salariali e redistributive non è un comportamento eversivo, è il mio mestiere. Sì, sono state accolte alcune nostre richieste. Iniziative promosse dal sindacato per fare fronte alle conseguenze, economiche, sociali e occupazionali causate dalla guerra e dall’approvvigionamento energetico. Si tratta di proposte che tengono conto delle attuali diseguaglianze retributive, di istruzione , di assistenza socio sanitaria, di carenza di investimenti e di infrastrutture sociali, che pesano sullo sviluppo di questo Paese. Cancellare queste diseguaglianze è per noi la strada maestra sulla quale avviare la rinascita dell’Italia. Noi non abbiamo mai smesso di essere accanto dei più deboli, di chi è più indietro. I provvedimenti contenuti in questo Decreto certo sono importanti, ma occorre fare ancora di più: un bonus una tantum di 200 euro a favore di tutti i lavoratori e pensionati con redditi fino a 35.000 euro è un primo passo però, riteniamo debba essere incrementato nel tempo e reso strutturale. Noi chiediamo Governo di continuare sulla strada intrapresa a sostegno della crescita economica sostenendo la domanda interna e i consumi. Non si tratta soltanto di una misura di equità sociale ma di una legge di macroeconomia . Se non aiutiamo i consumi l’Italia si ferma e la recessione arriva”. Enza Maria Agrusa
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