Inserita in Cultura il 15/12/2021
da Patrizia Carcagno
Selinunte e Cave di Cusa e la Vasca Selinuntina diventino Patrimonio dell’Umanità UNESCO. “I have a dream” diventi “we have a dream”
Da parecchi anni il Club per l’UNESCO di Castelvetrano Selinunte si adopera per la realizzazione di questo avveniristico progetto, l’unico che può dare una svolta economica al nostro territorio (Valle del Belice e Area limitrofa agrigentina).
Le amministrazioni direttamente coinvolte, comuni di Castelvetrano, Campobello e Partanna, nel 2017 deliberarono e sottoscrissero assieme ad altri Enti, tra cui l’Assessorato regionale ai Beni Culturali, il protocollo d’intesa per costituire il “Comitato di gestione” necessario per la produzione di quanto necessario per l’inscrizione nella lista d’attesa UNESCO. Nel 2018 è stato presentato al Ministero preposto il 1° dossier per l’inserimento in lista d’attesa, comprendente tre siti identificativi del progetto: Selinunte -insediamento urbano- (Castelvetrano), Cave di Cusa (Campobello di Mazara) e La Vasca selinuntina (Partanna)
Successivamente, era stato creato, per gennaio 2019, un appuntamento al Ministero per discutere con il Direttore del relativo dipartimento la valenza di quanto prodotto e le successive tappe da seguire. Purtroppo, la mancata adesione dell’allora Direttore del parco arch. Caruso vanificò tale appuntamento.
Nel novembre scorso il Club, di concerto con i comuni di Castelvetrano, Campobello di Mazara e Partanna, si era fatto promotore di un incontro, concordandolo con l’Assessore ai Beni Culturali Alberto Samonà, che si sarebbe dovuto svolgere presso il Baglio Florio, per discutere dello stato dell’arte di quanto fin qui sviluppato per la Nomination di Selinunte a Patrimonio dell’Umanità Unesco, riprendere il percorso e individuare le successive tappe da seguire. Ma, dopo qualche incontro avuto con il Direttore del Parco per la pianificazione dell’evento, colta l’avversione dello stesso al tema da trattare, si è preferito rinviare l’incontro.
Con l’incontro si auspicava il coinvolgimento dell’Assessorato nel progetto, che senz’altro favorirebbe il percorso, ritenendo che la presa in carico da parte dell’Assessorato stesso, oltre che un atto politico importante per la valorizzazione del Sito in particolare e dei beni archeologici dell’Isola in generale, faciliterebbe sicuramente l’iter anche per la produzione documentale necessaria (disponibilità dello stesso di documentazione e materiale fotografico).
Occorre precisare a questo punto il ruolo determinante che nella vicenda ha la Direzione del Parco Archeologico. Il precedente Direttore pro-tempore arch. Caruso non volle aderire al progetto, creando così un vulnus incolmabile, perché la mancata partecipazione del Parco rendeva monca la programmazione e la realizzazione dei programmi e dei progetti relativi alla gestione del sito (“Core Zone”). L’attuale Direttore, arch. Agrò, più volte sollecitato a riprendere il percorso, glissa sulla questione, adducendo, da quando si è insediato, come motivo che preferisce avocare a sé tutta la vicenda.
Il Direttore Agrò o non dice la verità oppure sconosce il percorso. Infatti, il nuovo disciplinare tecnico per la candidatura a sito Unesco distingue tra “core zone” e “buffer zone”. La prima costituisce il “nucleo” del sito, quello più tutelato e ricco di vincoli; La seconda, ugualmente ricompresa nell’area candidata Unesco, che presenta meno vincoli. Per quanto ci riguarda, la prima è di stretta competenza del Parco, la seconda dei comuni ricadenti. Pertanto, non è possibile fare programmazione per la presentazione del “piano di gestione” che vuole l’UNESCO, se non vi è partecipazione/collaborazione di entrambi i soggetti, Comuni e Parco.
Tra le finalità del Parco vi è la promozione e la valorizzazione del sito, che sono fondamentali per il ritorno economico collegato a queste attività, ma, come abbiamo detto prima, il tutto non può avvenire senza l’indispensabile partecipazione dei comuni interessati, in quanto la promozione e la valorizzazione di Territorio e Parco devono necessariamente camminare a braccetto.
A tutt’oggi non si riscontra un raccordo tra Territorio e Parco sul tema. Poco diffusa è la consapevolezza che le risorse culturali hanno anche un certo valore economico ed è fortemente sottovalutato il ruolo che la cultura può avere nella generazione di ricchezza. L’inserimento dei tre siti identificativi del progetto: Selinunte -insediamento urbano- (Castelvetrano), Cave di Cusa (Campobello di Mazara) e la Vasca selinuntina (Partanna) nel Patrimonio Unesco (“core zone”), unitamente alle risorse storiche, culturali, monumentali, paesaggistiche, ed enogastronomiche che abbondano nel territorio interessato (“buffer zone”), possono costituire dei veri e propri poli di attrazione per lo sviluppo del nostro territorio.
Con questa nota si vuole rivolgere un accorato appello alle civiche amministrazioni di Castelvetrano, Campobello di Mazara e Partanna affinché si facciano promotori di una forte azione politica di pressione sulla Direzione del Parco e per essa sull’Assessorato Beni Culturali per il raggiungimento dell’obiettivo.
Essere Patrimonio Unesco comporterà senza dubbio una affluenza maggiore di turisti, sia per visitare il Sito che per visitare il territorio, oltre a poter usufruire di vantaggiosi finanziamenti da progetti comunitari di valorizzazione e promozione, sia dei siti che del territorio.
Qualche decennio fa Martin Luter King pronunciò la celebre frase: “Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla.” Oggi più che mai vorremo che “I have a dream” diventi “we have a dream”: che Selinunte e Cave di Cusa e la Vasca Selinuntina siano Patrimonio dell’Umanità UNESCO.
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