Inserita in Cronaca il 21/02/2013
da redazione
Anche Fazio dice No ai tagli Trenitalia
Anche il deputato regionale, ed ex sindaco della città di Trapani, richiama l'attenzione del governo regionale relativamente ai tagli che Trenitalia effettuerà a partire dal prossimo 10 marzo.
Con una interrogazionechiede un intervento urgente del Presidente della Regione e dell’Assessore regionale per le Infrastrutture e la Mobilità per “scongiurare la soppressione di numerosi collegamenti ferroviari in Sicilia, già annunciata da Trenitalia, definendo che la stessa società un programma di valorizzazione del trasporto ferroviario, in linea con le esigenze dell’Isola”.
Fazio, nel ricordare che Trenitalia ha annunciato che dal prossimo 10 marzo sopprimerà 105 collegamenti ferroviari in Sicilia, tra cui una serie di linee interne in diverse province ed è a rischio anche il collegamento Palermo – Trapani, ha evidenziato che “tale iniziativa penalizza pesantemente la Sicilia, accentuandone l’isolamento, anche a livello interno, ne mette a serio rischio l’economia, determina grandissime difficoltà a migliaia di pendolari che quotidianamente utilizzano il treno per raggiungere il posto di lavoro o di studio e causerà, come evidenziato dai sindacati, la perdita di oltre un migliaio di posti di lavoro”.
Il deputato regionale ha ricordato al Presidente della Regione ed all’Assessore per le Infrastrutture e la Mobilità che “nel Documento di Programmazione economica e finanziaria di recente approvato dall’Assemblea Regionale Siciliana sono previsti interventi per il miglioramento della rete ferroviaria di collegamento interno, compreso il raddoppio della linea Trapani – Palermo”; pertanto, l’iniziativa di Trenitalia si pone in netta contraddizione con gli obiettivi ed i programmi della Regione Siciliana ed impone un intervento immediato dal Governo siciliano per individuare i percorsi da intraprendere al fine di evitare che la Sicilia, ancora una volta, venga penalizzata con conseguenze devastanti sul piano economico – sociale.
Ieri anche il presidente Peppe Poma aveva impugnato carta e penna per scrivere alla società ed al governatore siciliano Crocetta
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