Inserita in Cronaca il 30/04/2021
da Cinzia Testa
Legge 107/2015: una legge intelligente per una scuola moderna e innovativa
La legge 107/2015 rappresenta, senza dubbio, una legge innovativa per la scuola moderna (La buona scuola). Con questa legge si da il via all’alternanza scuola lavoro, obbligatoria per tutti gli studenti e per le studentesse negli ultimi tre anni delle scuole superiori in linea con il principio di “scuola aperta”. Le linee guida che disciplinano il PCTO (Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento) negli istituti per l’istruzione secondaria di secondo grado sono indicate nella successiva legge 145 del 30/12/2018 al comma 785 art.1 (Legge di bilancio 2019).
Rappresenta, senza ombra di dubbio, una modalità didattica innovativa che attraverso l’esperienza pratica aiuta lo studente a consolidare le conoscenze acquisite a scuola, a testare sul campo le attitudini, ad arricchirne la formazione e a orientarne il percorso di studio, e in futuro di lavoro, grazie a progetti in linea con il proprio piano di studi.
Un cambiamento culturale per la costruzione di una via italiana al sistema duale, che riprende buone prassi europee, coniugandole sopratutto con le specificità del tessuto produttivo ed il contesto socio-culturale della nostra nazione.
Il progetto prevede l’inserimento di un’azienda tramite stage, al fine di consentire allo studente di applicare quanto appreso e metterlo in pratica.
Questa legge alternanza scuola lavoro stimola una nuova presa di coscienza che agisce a livello psicologico sia sullo studente che sull’azienda e che tende ad eliminare quella zona grigia, di sconforto da un lato e di diffidenza dall’altro, che condiziona molto l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro.
Costituisce un avvicinamento studente-futuro lavoratore all’impresa, accorciando notevolmente quella distanza che si era venuta a creare, e stimolando nell’azienda la consapevolezza che ci sono tanti giovani studenti, preparati e animati di buona volontà, che bussano alla porta.
Viviamo in un mondo con delle tecnologie di comunicazione avanzate che tendono da un lato ad accorciare le distanze dandoci la possibilità di comunicare con chiunque e dovunque in qualsiasi parte del mondo in tempo reale; dall’altro ad allontanarci sotto il profilo di un rapporto basato sulla conoscenza fisica e sull’empatia.
Questo rapporto di contatto che si viene a creare fra imprenditore e studente sfocia, spesso, da parte dell’imprenditore, in un percorso a ritroso nel tempo allorquando egli stesso si era trovato nelle stesse medesime identiche condizioni.
Le aziende, dal canto loro, si sentono stimolate e rispondono a questa apertura che gli consente di misurare sul campo eventuali future professionalità; mentre gli studenti percepiscono che questa esperienza li avvicina al mondo del lavoro, anche se, consapevoli che trattasi solo di un punto di partenza.
Da indagini emerge che per trovare un primo impiego, conta molto acquisire competenze specifiche e che questa generazione tende a entrare nel mondo del lavoro già con una formazione di base.
Per approfondire, abbiamo comunque voluto continuare il nostro “viaggio” immergendoci in una lezione e partecipando “de visu” a contatto con gli studenti, purtroppo on line a causa della distanza determinata dalla pandemia.
La classe è la V B MEE dell’Istituto Enrico Medi di Palermo; l’azienda è la Ematic dell’Ematic-group che comprende più aziende che operano tutte nel settore degli ascensori, sia per quanto riguarda la produzione di quadri elettrici, di manovra e dispositivi di emergenza, sia per quanto concerne la manutenzione degli impianti stessi.
L’azienda, amministrata da Salvatore Nasca si sta occupando per adesso di produrre la parte di controllo e comando (il cervello) dei 35 ascensori del MOSE; Modulo Sperimentale Elettromeccanico a salvaguardia della Laguna di Venezia. appalto aggiudicato da una prestigiosa impresa italiana la Del Bo spa di Napoli.
Il modulo di insegnamento riguarda: assetto di simulazione aziendale per offrire agli studenti di acquisire competenze tecnico-professionali nell’ambito di manutenzione e assistenza tecnica-apparati, impianti e servizi tecnici industriali e civili, per complessive 36 ore ridotte secondo il nuovo CPTO anche a causa della pandemia.
-Sono stato ben accolto dice Gabriele Randazzo. Il corso che mi vede impegnato è perfettamente in linea con il mio percorso formativo. Ho avuto la possibilità di partecipare in Ematic a qualche lezione in presenza. E’ tutta un’altra cosa. E’ stata un esperienza positiva e formativa. La teoria sui banchi è diversa; la pratica ti da una sensazione nuova,ti fa sentire vivo, partecipe.
-All’inizio abbiamo aderito perché rappresentava un obbligo, interviene Alex Zappavigna, ma dopo, personalmente, mi sono appassionato al progetto, ritengo che potrebbe rappresentare un’opportunità per il futuro. Chissà?
-Sono Emmanee Yanke; è il primo anno che partecipo; all’inizio ero scettico ma mi sono dovuto ricredere. Il fatto che un’azienda come l’Ematic abbia acconsentito a dare il proprio contributo a questa iniziativa, mi fa ben sperare. Mi da la percezione di un’azienda che vuole aiutare realmente i giovani se no non si sarebbe messa in gioco. L’opportunità di poter lavorare nel settore degli ascensori, non l’avevo mai considerata. Ho appreso molte cose. Compagni come Rosario Marcimino e Emanuele Riccobono lavorano in azienda e si trovano bene; sto considerando che se mi impegno veramente potrei farcela…. insomma incomincio a crederci.
Per voi si sta delineando un’opportunità importante, interviene Salvatore Nasca, amministratore dell’azienda Ematic l’obiettivo che mi sono, che ci siamo prefissati va al di la dell’azienda stessa che io rappresento. Aiutare i giovani, attingere ad una forza lavoro sana, e attraverso il consorzio di aziende di cui sono il presidente il CPI fare opera di sensibilizzazione affinché altri gruppi industriali, altri gruppi imprenditoriali possano consapevolmente abbracciare il progetto.
All’interno del CPI ( Consorzio per l’Italia) abbiamo costituito un gruppo di lavoro permanente, un comitato, la cui dizione la dice tutta “Futuro ai giovani” che si occupa di analizzare e risolvere, interloquendo anche con le forze politiche sia a livello regionale che nazionale, le varie problematiche legate al mondo del lavoro giovanile.
Stiamo tentando di coinvolgere non solo le aziende che fanno parte del consorzio ma anche aziende che operano in altri settori. Si investono ingenti somme per finanziare e attivare corsi di formazione che poi non trovano riscontro occupazionale. Credo sia giunto il momento di rettificare il sistema. Questo periodo particolarmente difficile ci ha portato a riflettere molto e a fare le giuste considerazioni. Non ci possiamo più di permettere il lusso di non utilizzare bene le nostre energie e le nostre risorse. E’ opportuno, prima, verificare quali sono le richieste da parte della società, da parte del mercato del lavoro, da parte delle aziende che operano su settori e su territori diversi, e successivamente organizzare dei corsi di formazione mirati creando,eventualmente, sinergie con gli enti di formazione.
Gli interventi sono stati molto chiari ed esaustivi conclude il prof. Andrea Pavone. I ragazzi a volte giudicano un’ attività in maniera negativa, a prescindere, salvo poi a ricredersi non avendo alle spalle un bagaglio di esperienza che gli consenta di formulare giudizi oggettivi. Molto dipende anche da come vengono accolti in un’azienda; molto dipende dal rapporto di collaborazione che si riesce ad instaurare fra tutor aziendale e tutor scolastico; molto dipende da quello che noi insegnanti riusciamo a trasmettere ed inculcare ai nostri giovani alunni.
In foto Salvatore Nasca, amministratore dell’ Ematic e presidente del Consorzio per l’Italia
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