Inserita in Politica il 10/01/2021
da Direttore
Alfio Di Costa: per la Sicilia serve un patto, serio, per lo sviluppo
Torna sulla questione “Sviluppo della Sicilia” il governatore del Rotary International Distretto 2110 (Sicilia e Malta), ingegnere Alfio Di Costa, promotore, quest’anno sociale, di un serio programma di progettualità che si concluderà con la stesura di un libro bianco delle “cose da fare” e delle “cose da mettere in cantiere oggi e subito”.
E lo fa, all’indomani della sua guarigione dal COVID-19, con un post sui principali profili social di cui dispone e che, giornalmente, sono seguiti da più di 60mila utenti di tutto il mondo.
Scrive Alfio Di Costa, un innamorato cronico della Sicilia, “viviamo in tempi di pandemia, io stesso ne ho sofferto, ma questo deve farci dimenticare tutto il resto? Dobbiamo scordarci la nostra situazione di Cittadini di questa nostra amata Sicilia? Io credo che sia importante riportare il dialogo a misura di cittadino”
Un dialogo che non può e non deve viaggiare sui binari del politichese come, in molti, sono abituati a fare. “Le città siciliane vivono ormai da parecchi anni uno stato di difficoltà dovuto al difficile momento economico, a cui è sottoposta tutta la nostra Nazione. Il loro sviluppo è stato fortemente condizionato sia da limiti organizzativi dovuti all’arretratezza della regione, sia ad un atteggiamento di sufficienza e indifferenza verso la Sicilia che da sempre premia il Nord” scrive il professore Di Costa.
E giù con un elenco di traguardi negativi che, ormai da decenni segregano la bellissima Sicilia a vivere tra gli ultimi posti di ogni tipo di graduatoria tendente a misurare servizi, qualità della vita, investimenti, sviluppo, cultura.
“A livello di infrastrutture e rimodernamento dei servizi, siamo ancora un paese retrogrado: tempi biblici per coprire brevi distanze, il problema della sicurezza all’ordine del giorno e la mancanza sia di fondi che di azioni efficaci a risolvere le questioni principali. Tutto ciò a scapito dei cittadini, vittime di disservizi, ritardi e impossibilitati a compiere o affrontare serenamente anche i compiti più facili della vita quotidiana, come andare a lavoro o fare una commissione. Infrastrutture, turismo, traffico, sanità, pulizia, rifiuti, sicurezza, efficienza dei mezzi e dei servizi pubblici, ecc. sono tematiche interconnesse, che riguardano tutti noi. A causa del loro non essere in primo piano, come ad esempio il discorso delle infrastrutture o della burocrazia amministrativa, sono considerate di serie B e trattate con minor cura o a tempo perso, quando invece partendo dalla loro risoluzione sarà possibile una ripartenza dell’isola”.
Quali le motivazioni di tali record negativi? Perché a vincere è sempre l’atavico immobilismo e l’inaccettabile rassegnazione dei “vinti”? se lo chiede pure il professore di Fisica di Nicosia, una vita spesa tra scuola, servizio, cultura e progettualità.
“Non sono la conseguenza – sottolinea Alfio Di Costa - ma la causa di un rilancio che riguarderebbe tutti i settori e contribuirebbe ad una riqualificazione della Sicilia non solo a livello italiano, ma anche e soprattutto a livello europeo”.
E dunque, cosa serve? Cosa possono fare i siciliani, le professioni, le intelligenze più vive, le accademie, i club di servizio, le associazioni?
“Questo fantomatico rilancio che porterà alla creazione di posti di lavoro e quindi benessere economico generale, potrà arrivare solo da uno sforzo legato alla ricerca delle idee, le quali potranno avere fondamento soltanto in un sistema di servizi aggiornati, innovativi, funzionanti, pratici e al passo coi tempi. Un sistema che funziona a dovere è un sistema dove possono fiorire anche cultura, aggiornamento e legalità, poiché la conoscenza porta profonda consapevolezza in ogni sostrato della società. Vantiamo una regione con alcune delle città più belle al mondo, un’isola ricca d’arte e di cultura ad ogni angolo, di colori, profumi, e malgrado questo, non riusciamo a tenere testa alle più progredite città del nord, grigie sì, ma efficientissime e quindi produttrici di lavoro e vita” continua il prof. Di Costa.
E dunque? Di chi la responsabilità? “Le nostre città rispecchiano nel piccolo il macro-problema che affligge la Sicilia: viviamo una dicotomia generalizzata, che se da una parte le vede vigorose sul piano di naturale bellezza, dall’altra le trova cagionevoli su quello della validità dei servizi . Il nostro più grande antagonista siamo noi stessi e non ce ne siamo ancora accorti. Come uscire da questo circolo vizioso? Come portare le nostre città al passo coi tempi? Come restituire alla Sicilia la posizione che merita in Italia e in Europa?”.
Bisogna ripartire, meglio, partire.
Scrive Alfio Di Costa, protagonista, quest’anno, di un Rotary aperto, finalmente, alle istituzioni “la partenza è uno studio che esamina criticamente la situazione attuale al fine di proporre idee e soluzioni concrete per il raggiungimento degli scopi. Il fine principale della politica e che io auspico e promuovo dovrebbe essere quello di arrivare ad offrire al cittadino un sistema più funzionale dei servizi al costo di un piccolo sacrificio iniziale, che però nel lungo periodo verrebbe completamente ripagato e, anzi, aprirebbe uno scenario di soli vantaggi. Se vi dicessi che ho in mente una Sicilia a misura delle nostre necessità e bisogni, non sareste disposti a tutto per realizzarla in tempi brevi?
L’importante è adottare un approccio sereno nell’offrire soluzioni ottimali, che possa offrire vere garanzie di efficienza e non faccia perdere le ultime speranze alla popolazione”.
Servono idee. Il professore Alfio Di Costa pare abbia chiaro cosa fare: ““L’ultima domanda a cui dare risposta è: chi e come deve offrire queste idee? la soluzione più semplice è avviare un dialogo con chi vive quotidianamente le varie problematiche. Io penso che soltanto da un confronto serio fra noi Cittadini Siciliani dove si portano avanti e si propongono idee concrete che successivamente dovranno essere sostenute e promosse, potremo realizzare un futuro migliore per la nostra isola”.
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