Inserita in Cultura il 30/12/2020
da Rossana Battaglia
Il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato nel 2020
Prato, 30 dicembre. Nonostante le difficoltà dovute alla pandemia, nel 2020 il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci ha riconfermato la posizione di rilievo nel panorama dei musei e delle istituzioni dedicate all’arte contemporanea in Italia, e grazie alle attività online ha creato uno spazio digitale in cui alimentare il pensiero critico e il confronto con la scena culturale globale.
La capacità di reazione del museo al mutamento di scenario è stata immediata con la creazione del palinsesto Centro Pecci Extra e con l’iniziativa Extra Flags, a marzo durante il lockdown, e con la ricca programmazione proposta subito dopo, da fine maggio con la riapertura.
Dal 15 marzo, quotidianamente, un contenuto culturale originale ha arricchto la Web Tv del museo – dai video d´artista agli approfondimenti sulle mostre, da film passati in programmazione nel cinema del museo a contributi di scrittori, artisti e critici – e settimanalmente è stata commissionata e issata sul pennone davanti al museo una bandiera d’artista, segno di resistenza e di speranza nel mondo reale.
Con la riapertura del 21 maggio il Centro Pecci ha potuto accogliere immediatamente il suo pubblico in piena sicurezza, riaprendo mostre e progetti che erano già in corso, a cui ha affiancato dal 4 giugno la prima mostra italiana dedicata al fotografo e poeta cinese Ren Hang, tragicamente scomparso a neppure trent’anni, noto soprattutto per la sua importante ricerca su corpo, identità, sessualità e rapporto uomo-natura, di una gioventù cinese, libera e ribelle. Una scommessa vinta per affluenza di pubblico e attenzione della critica, anche grazie al filtro Instagram ideato dal Pecci e ispirato a una delle fotografie più iconiche di Ren Hang: Peacock.
Durante l’estate il museo ha messo in campo Pecci Summer: un palinsesto ricco e variegato che ha presentato 10 concerti sold out, 6 talk e 40 film, trasformando il teatro all’aperto del museo in una nuova "piazza" della città, familiare e aperta a tutta la comunità.
In autunno il Centro Pecci si è concentrato su nuove proposte espositive originali (temporaneamente sospese con la nuova chiusura dei musei italiani a novembre): la prima personale in un museo dedicata al fotografo Jacopo Benassi; la mostra collettiva Protext! Quando il tessuto si fa manifesto che attraverso il lavoro di Pia Camil, Otobong Kkanga, Vladislav Shapovalov, Tschabalala Self, Marinella Senatore, Serapis Maritime Corporation and Güneş Terkol esplora il ruolo del tessuto non solo nei dibattiti critici su lavoro, identità e cambiamento ambientale ma anche come medium per eccellenza nella rappresentazione del dissenso; il progetto Litosfera, che mette in dialogo il video A Fragmented World (2016) di Elena Mazzi e Sara Tirelli con l’installazione ambientale Produttivo (2018-2019) di Giorgio Andreotta Calò: due progetti nati dal desiderio di rappresentare forze e materie che nel corso di ere geologiche hanno dato forma al nostro pianeta; la presentazione della nuova acquisizione RAID, video di Marcello Maloberti.
Da inizio novembre, con la nuova chiusura nazionale di tutti i musei e delle mostre, il Centro Pecci ha dato vita al palinsesto digitale Pecci ON, con cui il museo sottolinea ancora una volta come un’istituzione d’arte contemporanea abbia il ruolo di catalizzatore per la propria comunità, di antenna che capta il presente attraendo idee, voci, artisti per leggere le evoluzioni del nostro tempo e poi restituirle amplificate al territorio e al mondo. Dal 10 novembre sul sito e sui social si alternano appuntamenti e conversazioni in live streaming, iniziative consolidate e nuovi format, gratuiti e aperti a tutti, come #KeyWords. Parole che aprono il presente, un dialogo tra arte e psicologia, e #Museum2b, un dialogo internazionale sul ruolo delle istituzioni culturali in un momento di forte cambiamento.
Nel corso del 2020 il Centro Pecci ha saputo ripensarsi, attivando nuove strategie, dinamiche e attente alla necessità di appropriarsi di un ruolo sociale più attivo verso un pubblico tornato distanziato ma numeroso sin dal primo giorno di riapertura. “Il ruolo del nostro museo, oggi – sottolinea la Direttrice Cristiana Perrella - è sempre più quello di collettore di energie per il territorio, solo rafforzando il legame del Centro Pecci con Prato, valorizzandone le assonanze e le corrispondenze e stringendo ulteriormente i legami esistenti o creandone di nuovi, possiamo garantire al museo la sua centralità. In questi tempi difficili il Centro Pecci vuole continuare a essere la casa di chi ama l’arte e la cultura, un luogo capace di parlare a tutti. La nostra missione è di continuare a crescere con il nostro territorio, per tornare ad aprirci, non appena possibile, al mondo intero.”
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