Inserita in Cultura il 18/06/2020
da Rossana Battaglia
Paolo Battaglia La Terra Borgese esamina l’Arte Circense
MISTIFICAZIONE E FRANTUMAZIONE DELL’ARTE NELLA TRADIZIONE MILLENARIA DEL CIRCO?
“L’arte è la manifestazione estetica dell’animo umano, e quello circense è uno dei tanti linguaggi possibili, o proibiti dall’arte stessa”, spiega Paolo Battaglia La Terra Borgese tirando in ballo il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, lo Stato, la Bibbia, Charlie Chaplin, Mahatma Gandhi, Ernest Hemingway, Roosevelt, Leonardo da Vinci e perfino Belzebù. Ma taglia corto quando lo intervistiamo sui numeri del Circo, a quel punto il critico d’arte Paolo Battaglia La Terra Borgese porge un primo inciso citando Mahatma Gandhi, per ricordarci, con le parole del filosofo, che “La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali”, e punta dritto il dito contro il Circo, lo taccia di deragliare l’arte. “Con diverse discipline -risponde il critico d’arte Paolo Battaglia La Terra Borgese per soddisfare le nostre domande-, con diverse possibilità di esibizione performativa: numeri aerei (si pensi ai trapezisti), oppure acrobazie al suolo, o giocoleria, o con le comicità e l’arte clownesca, quella circense è sicuramente Arte. Lo sanno bene anche i più autorevoli studiosi e critici circensi. Ma quella circense è anche l’arte del demonio, di Belzebù. Colui che, contro la bellezza dell’estetica, presenzia, abusivo, nel salotto degli amici dell’arte, trasformando questo in qualcosa di poco elegante e disarmonico, mistificando: simbolicamente possiamo dire che l’arcaica divinità siriaca generante distruzione e putrefazione riferita dalla Bibbia si traduce nei circhi rendendo affranti gli animali. E quando - incalza Paolo Battaglia La Terra Borgese - il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, agli Stati Generali, suggerisce di "Investire nella bellezza dell´Italia”, c’è allora da chiedersi di cosa egli parli. Molti Paesi, evidentemente più civilizzati del nostro, vietano l’uso, e dunque l’abuso, degli animali per l’arte circense. E l’Italia? il Bel Paese? cosa fa? Corrompe l’arte. Ecco cosa fa. La corrompe a tal punto da prendere i soldi del contribuente per devolverli alle imprese che esercitano l’arte circense con gli animali. Cioè l’Italia tassa i suoi cittadini per dare soldi al circo. Cioè il povero cittadino è, in Italia, costretto a pagare affinché qualcun altro maltratti gli animali. Il circo con animali aveva forse senso nella Roma antica, negli anfiteatri, quelle aree di forma ovale destinate ai giochi pubblici, specialmente alle corse dei cavalli. I resti dei più famosi di quei circhi li ricordiamo e visitiamo ancora oggi, sono quello ´Massimo´ di Servio Tullio, il ´Flaminio´ e quello di ´Massenzio´. Così come ricordiamo ancora oggi, significativo e suggestivo, il film muto del 1928, intitolato ´Il Circo´ e interpretato e prodotto con la sua stessa regia da Charlie Chaplin. Nella trama narratologica del Film un gironzolo viene scambiato per un furfante e rincorso dalle guardie. L´uomo si rifugia in un circo e lì viene applaudito con vigore dagli spettatori, convinti che il tallonamento faccia parte della recitazione, ed in virtù dell’incisivo successo riscosso, l’uomo viene assunto come clown. Ma per tornare alla civiltà del popolo italiano: non possiamo, noi cittadini del Belpaese, fare a meno di registrare gli amari, crudeli numeri del circo nei nostri giorni, i numeri con gli animali, esotici o meno. Auspico -continua Paolo Battaglia La Terra Borgese- una società italiana migliore, più virtuosa, capace di produrre legislatori attenti, legislatori a loro volta capaci di impreziosire le leggi impregnandole di un’etica moralmente più ricca e mai contraria alla libertà degli esseri viventi. Tutti. Memorizziamo sempre che l’arte è la manifestazione estetica dell’animo umano. E se riflettiamo su questo fondamentale significato dell’arte, nemmeno fingendo, noi, possiamo fare a meno di pensare alle sofferenze atroci degli animali costretti, detenuti, nei circhi. Nelle gabbie non c’è nulla di artistico. E forse nemmeno Ernest Hemingway se ne rendeva conto quando affermava che il circo è l’unico piacere eterno che ci si possa procurare pagando. Senza contare il rischio, alto e continuo, a cui sono esposti i cosiddetti domatori. Un buon grado di civiltà dei Popoli dovrebbe condurre gli individui umani a contrariare ogni forma di specismo. La società dovrebbe in questo senso puntare maggiormente sui ragazzi, promuovendo maggiormente, presso le università, gli studi di etologia, ai fini dell’etica applicata, l’etica animale -conclude il critico d’arte Paolo Battaglia La Terra Borgese ricordandoci pure una famosa e toccante frase di Leonardo da Vinci-: ´È vero che l’uomo è il re degli animali, perché la sua brutalità supera la loro. Viviamo grazie alla morte di altri. Già in giovane età ho rinnegato l’abitudine di cibarmi di carne, e ritengo che verrà un tempo nel quale gli uomini conosceranno l’anima degli animali e in cui l’uccisione di un animale sarà considerata con lo stesso biasimo con cui consideriamo oggi quella di un uomo´. Lo Stato -si accomiata il Critico- si metta al lavoro, sia capace, e non si privi della gioia, tra le tante cose buone che fa, di lavorare con ogni energia per tagliare i finanziamenti pubblici alle imprese circensi, e per sovvenzionare così in maggiore misura, con quei soldi del contribuente, il Circo sano: quello radioso senza animali, oppure per aiutare più beneficamente le associazioni animaliste. Quasi nessuno sa -avverte Battaglia La Terra Borgese - che il sistema circo, con ben 5/6 milioni di euro ogni anno, è tra i più finanziati nel nostro Paese, con denaro pubblico, proveniente per via diretta dalle casse statali. Eleanor Roosevelt scrisse che il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni. E io sogno come sognava Leonardo da Vinci.”
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