Inserita in Cultura il 05/06/2020
da Rossana Battaglia
In che modo l´eco dei grandi del passato ha contribuito a determinare la nostra eredità contemporanea ?
Due eccellenze a confronto Alberto Sughi e Albrecht Dürer
Il pittore romano dall’impronta baconiana Alberto Sughi, ripropone in questa tempera su carta nera, l’immagine di una “Ragazza” (1969) in una posa alquanto familiare ai nostri occhi. Infatti, questo assetto iconografico, sembra fedelmente derivare dal soggetto dell’incisione Melencolia I di Dürer (1514). Seppur a distanza di circa quattro secoli, entrambe le figure, sono pregne di significato. Il soggetto di Sughi guarda con angoscia alla civiltà moderna in cui è inserita e prova noia verso la sua esistenza poggiandosi al suo braccio sinistro. Dürer invece, si serve della personificazione della malinconia che guarda all’osservatore con occhi desolati e duramente consapevoli.
Il pittore moderno pertanto, sulla scia dell’iconografia classica ripropone un modello di malinconia più attuale ma che effettivamente non differisce nel senso antico: Dürer affermava che la malinconia era tipica del genio ovvero dell’artista, “colui che fa” anche azioni atipiche per il suo tempo cogliendone ogni aspetto che lo compone ma ricordando il passato che non può tornare. Equivale per l’artista Sughi, che vive nella civiltà della macchina e del progresso, questo dramma interiore accennato dalla smorfia di dolore della giovane donna-fantoccio anch’essa consapevole ma dislocata nel suo tempo.
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