Nell´oggi comincia già il domani" scriveva lo scrittore inglese Samuel
Taylor Coleridge. È questo il messaggio che martedì scorso, Giornata Mondiale
della Tratta, le Nazioni Unite hanno voluto lanciare come sfida per debellare
la tratta degli esseri umani. Si tratta di un fenomeno drammatico e dai
contorni multiformi, di cui un saggio è offerto da Nuns Healing Hearts, la
mostra della fotografa e attivista statunitense Lisa Kristine, organizzata con
la collaborazione della Missione della Santa Sede all’Onu, la Pontificia
Accademia per le Scienze Sociali, di cui è presidente e membro del Consiglio
Stefano Zamagni, e la Galileo Foundation, visitabile nel Palazzo di Vetro di
New York fino al 2 agosto. Lo scorso maggio, Papa Francesco stesso aveva
visitato la mostra allestita nell´Aula Paolo VI, offrendosi di firmare alcune
delle fotografie ora esposte nella Grande Mela. L´inaugurazione è stata anche
l´occasione per tracciare le tappe dell´impegno della Pontificia Accademia
delle Scienze Sociali: il cancelliere, mons. Marcelo Sanchez-Sorondo, ha preso
parte alla prolusione, rimarcando - sottolinea l´AgenSIR - la denuncia del
Pontefice a quello che è "un crimine contro l´umanità, una ferita frutto
della globalizzazione dell´indifferenza".
Contro il riduzionismo
antropologico
Nel suo intervento, mons. Sorondo ha
ricordato quanto le moderne schiavitù siano un assillo
costante del Papa. Lo dimostra la richiesta, avanzata poco dopo la sua elezione
al soglio di Pietro (Marzo 2013), di approfondire le forme contemporanee
della tratta degli esseri umani. Come sottolinea Papa Francesco, la schiavitù è
un fenomeno ancora esistente, nonostante i grandi passi fatti per debellarla -
come la Convenzione concernente la schiavitù, firmata a Ginevra nel 1926. Il fenomeno,
infatti, rimane profondamente radicato in alcuni Paesi, come India, Sudan e
Mauritania. Sarebbe, tuttavia, erroneo considerarlo un drammatico risvolto
delle nazioni in via di sviluppo, perché - come ha ricordato mons. Sorondo nel
suo intervento - la schiavitù "riappare sotto nuove forme come
lavoro forzato, prostituzione, traffico d´organi e sfruttamento
minorile" Rivolgendosi ai partecipanti del Seminario Internazione sulla proposta per
"un´economia sempre più inclusiva" press la
Casina Pio IV nel 2014, Papa Francesco aveva già espresso una ferma
condanna a questo "atteggiamento dello scarto", fenomeno evidente
dell´invisibile tendenza al riduzionismo antropologico: "Si
scarta quello che non serve, perché l’uomo non è al centro. E quando l’uomo non
è al centro, c’è un’altra cosa al centro e l’uomo è al servizio di quest’altra
cosa. L’idea è quindi salvare l’uomo, nel senso che torni al centro: al centro
della società, al centro dei pensieri, al centro della riflessione. Portare
l’uomo, un’altra volta, al centro". Per mons. Sanchez-Sorondo, l´impegno
diramato dal Papa coincide con gli obiettivi di sviluppo sostenibile inseriti
dalle Nazioni Unite nell´Agenda 2030, che mirano a
porre fine alla povertà, alle disuguaglianze e a incentivare lo sviluppo
sociale ed economico. Anche le moderne forme di schiavitù sono al centro
dell´interesse dell´Agenda, come esemplificato dall´Obiettivo 16: "Ridurre
crimini violenti, sfruttamento della prostituzione, lavoro forzato e violenza
sui minori sono chiari obiettivi globali". Come sottolinea il cancelliere,
dunque, sradicare queste forme di schiavitù non solo coincide con la dottrina
sociale della Chiesa, ma è "un
imperativo morale per tutte le donne e gli uomini della nostra generazione che
seguono un mandato proveniente sia dei capi religiosi che dalle istituzioni
politiche".
Papa Francesco non ha mai perso
occasione per sottolineare la gravità delle varie forme di schiavitù, da lui definite "una
ferita aperta nel corpo della società, una piaga nella carne di Cristo e un
crimine contro l’umanità". Lo ha fatto anche di recente, curando la Prefazione del
libro Donne Crocifisse, La vergogna della tratta raccontata dalla
strada´, il resconto scritto da don Aldo
Buonaiuto sulle tante donne vittime dello sfruttamento
sessuale: "Qualsiasi forma di prostituzione è una riduzione
in schiavitù, un atto criminale, un vizio schifoso che
confonde il fare l’amore con lo sfogare i propri istinti torturando una
donna inerme. È una ferita alla coscienza collettiva, una
deviazione all’immaginario corrente. È patologica la mentalità
per cui una donna vada sfruttata come se fosse una merce da usare e
poi gettare" ha scritto, inflessibile, il Papa. Come sottolinea don Aldo
Buonaiuto, spesso si fa fatica a definire il confine tra ciò che è considerato
lecito e ciò che non lo è. Questo è ancor più manifesto nelle realtà
emarginate, dove lo sfruttamento è materia d´ordine quotidiano, eppure, come
ricordano le Nazioni Unite, è importante sensibilizzare l´opinione pubblica
sulle dimensioni di questa piaga. Cosa s´intende per moderna
schiavitù? è una domanda alquanto opportuna, che merita una risposta
consona.