Inserita in Un caffè con... il 12/07/2019
da Cinzia Testa
Alla ricerca dell´autostrada per un percorso di crescita economica
Aumentano ancora i prezzi dei pedaggi autostradali in Italia in vista della stagione estiva. Il pedaggio, il cui costo è stato tenuto a bada da mesi dal ministero delle infrastrutture, adesso è ritornato a salire. Per percorrere circa 200 km, andando da Napoli a Roma, la cifra da pagare è di circa 15 euro. Costi che sicuramente incidono sul bilancio familiare, per non parlare dell’incidenza che possono avere sulle persone che necessitano di viaggiare per lavoro.
Per trovare situazioni nettamente migliori non occorre andare molto lontano. Si pensi alla confinante Svizzera, in cui la tassa è circa il 10% di quella attualmente in essere da noi. Allontanandoci un po’, in un paese come l’Irlanda per percorrere lo stesso quantitativo di km il pedaggio da pagare è di appena 5 euro. Irlanda che, a differenza della nostra terra ha investito tutti i fondi europei dedicandoli alla costruzione di autostrade. Noi, invece, a causa del blocco delle realizzazioni dovuto alla complessità dei procedimenti autorizzativi siamo molto spesso impantanati in meccanismi burocratici. Il gap delle infrastrutture nei confronti degli altri paesi europei è ormai diventato difficile da colmare.
Le nostre autostrade, sono gestite da ben 25 società diverse. Il tutto causa una forte frammentazione L’eccessiva divisione degli operatori economici e la loro limitata dimensione costituisce, a lungo andare, un ostacolo all’attuazione degli investimenti e ad una gestione efficiente della rete. All’origine di queste difficoltà troviamo la cattiva organizzazione Paghiamo cifre esorbitanti per un servizio, molte volte, di dubbia qualità, si pensi al caso del ponte Morandi, il cui crollo, secondo le interpretazioni maggioritarie è dovuto alla scarsa manutenzione.
Vorremmo guardare al nostro paese con ammirazione, invece registriamo disappunto e rammarico.
Cinzia Testa
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