Inserita in Cronaca il 12/06/2019
da Direttore
Lettere a Tito n. 252. Perché il 2 giugno sia la vera festa di tutti gli italiani
Lettere a Tito n. 252. Perché il 2 giugno sia la vera festa di tutti gli italiani Caro Tito, il recente svolgimento degli eventi pubblici ed istituzionali della Festa della Repubblica del 2 giugno mi ha riportato alla mente alcune altre precedenti riflessioni che adesso mi sembra utile partecipare a te e ai nostri lettori, ma anche ai Responsabili delle Istituzioni.
1 – FESTA DI TUTTI GLI ITALIANI O FESTA DI CLUB?
Se (come è stato molto diffusamente affermato) tale giornata è veramente la “Festa di tutti gli Italiani”, perché dal Colosseo all’Altare della Patria, lungo i cosiddetti “Fori Imperiali”, sfilano prevalentemente le Forze Armate, mentre l’altra Italia (quella civile) è limitata a poche altre presenze, tra cui circa quattrocento sindaci in rappresentanza degli oltre ottomila?
Fino a qualche decennio fa, quella del 2 giugno sembrava una “Festa di club” pure perché la sfilata era praticamente riservata alla sola parata militare delle Forze Armate italiane (da me vista dalle gradinate dei Fori, assieme al tenente dell’esercito ed amico di adolescenza Vincenzo Antonio Serrao,nei primi anni settanta durante il periodo universitario). Poi, piano piano, ci sono state delle piccole “aperture” persino a esigue ma significative rappresentanze di eserciti esteri facenti parte della NATO. E adesso da qualche anno sfilano pure i sindaci (400 pare fossero lo scorso 2 giugno). Per fortuna non vengono esibiti più gli armamenti pesanti (che sono comunque sottintesi nei loro più speciali aggiornamenti), ma si è dato spazio alle persone o ai gruppi-simbolo della Difesa nazionale, alla presenza delle più alte Autorità dello Stato.
Ma chi è il titolare della sfilata del 2 giugno? …. La Presidenza della Repubblica o le Forze Armate? … Oppure gli Italiani?… Mi piacerebbe saperlo, pure perché vorrei interloquire con chi organizza tale evento nazionale. Ad esempio, Gli direi di …
2 – FAR SFILARE PURE I SEMPLICI CITTADINI
Nonostante le piccole “aperture” ritengo che tale “Festa di tutti gli Italiani” dovrebbe prevedere la partecipazione dei principali settori della cosiddetta “società civile” e, in particolare, i rappresentanti del mondo del lavoro… ovvero tutte quelle figure presenti nella nostra Costituzione. A mio parere, la sfilata dovrebbe essere aperta dai bambini (dalle mamme con i passeggini dei nuovi nati fino agli alunni della quinta elementare) e conclusa dai giovani (dalla prima media fino ai 30 anni) ovvero il nostro futuro. Ciò significa far sfilare pure i neo-italiani, cioé coloro che (provenendo, come migranti, da altri Paesi del mondo) hanno ricevuto la cittadinanza italiana.
Inoltre, una parte significativa dovrebbe avere il mondo del lavoro, dai contadini agli scienziati, dai muratori ai metalmeccanici, dagli insegnanti di ogni ordine e grado ai tecnici di ogni disciplina, dai pensionati ai malati, dai rappresentanti di tutte le religioni a chi si occupa della nostra salute (in casa e in ospedale) e così via.
E ancòra, essendo la sfilata lungo i Fori imperiali del 2 giugno prevalentemente un evento simbolico-valoriale (oltre che celebrativo), cosa c’è di meglio che far partecipare i simboli più condivisi che sono quelli dello Sport?… Dalla squadra nazionale di calcio agli atleti olimpici titolati d’oro, dalle squadre scudettati alle primavere, ritengo che non ci sia presenza più gradita al cuore degli italiani! E il rombo di una bella e rossa Ferrari ai Fori può essere o apparire meglio di tanti discorsi rituali e liturgici!
Soltanto così tale Festa sarà di tutti gli Italiani, poiché ogni cittadino si sentirebbe rappresentato e presente in quel momento solenne e celebrativo dell’unità storica e sociale dell’Italia, ma anche della territorialità identificativa e delle autonomie. Pure per questo dovrebbero sfilare le Regioni e le Province autonome. E non sarebbe inutile far sfilare i gonfaloni di tutte le Province. L’immedesimazione degli italiani per essere così più capillarmente rappresentati sarebbe maggiore e produrrebbe più attaccamento alle Istituzioni.
3 – FAR SFILARE IL MONDO PER UN 2 GIUGNO UNIVERSALISTA
A mio parere, assieme ai rappresentanti del popolo italiano (in particolare di coloro che si occupano e si preoccupano della nostra difesa nazionale e continentale) dovrebbero sfilare piccoli gruppi che evidenzino i simboli della fratellanza europea e mondiale, come le bandiere dei Paesi della Unione Europea, ma anche le bandiere di tutti i Paesi che appartengono all’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite).
L’Italia è sempre stata universalista per vocazione e intendimenti (nonostante i suoi campanilismi e le particolari correnti storico-politiche) e la giornata del 2 giugno potrebbe e dovrebbe essere una vera e propria “Giornata pedagogica-rappresentativa” del mondo migliore per cui tutti lavoriamo, in silenzio o palesemente.
4 – IL 2 GIUGNO DEI NOSTRI EMIGRATI ALL’ESTERO
Sono sempre stato del parere che gli Italiani all’estero (in quanto autentica parte dell’anima d’Italia) meritano adeguata visibilità anche ad opera della Repubblica, specialmente nei mass-media. Infatti, mi sono speso sempre molto per sollecitare la stampa nazionale (cartacea, radio, tv, web) a dedicare significativi spazi per quegli italiani che vivono all’estero o che all’estero sono emigrati. Sarebbe un obbligo morale dedicare agli italiani che vivono fuori i confini almeno una pagina di ciascun giornale (cartaceo, radio, tv, web), pure perché noi italiani che viviamo dentro i confini abbiamo il diritto (e la curiosità) di sapere di loro, anche per non perdere i contatti ideali e concreti, ma anzi continuare ad oltranza ad alimentarci reciprocamente.
La Rai, ad esempio, ha un settore (Rai International) che si occupa di far conoscere i programmi TV italiani ai nostri emigrati. Ma non esiste reciprocità, cioè raccontare sistematicamente e permanentemente le imprese, i lavori, i successi, le lotte, i sacrifici delle generazioni italiane nel mondo. Infatti, conoscere, descrivere e narrare pure questi italiani è un dovere per tutti noi, sia per attuare e mantenere una naturale fratellanza e sia per essere orgogliosi del loro lavoro e del loro successo in terra straniera. Altrimenti si spezza l’istituzionale “cordone ombelicale” della madre-patria con i figli ovunque nel mondo, pur se questi manterranno il “cordone ombelicale” familiare.
Pure per mantenere sempre vivi (e anche reciprocamente proficui ed utili) i rapporti sentimentali con la madre-patria, penso sia opportuno far sfilare sulla Via dei Fori Imperiali del 2 giugno anche una rappresentanza di emigrati italiani per ogni nazione estera. Non è forse giusto e doveroso che partecipino pure loro alla grande Festa della Repubblica?… la Repubblica di tutti indistintamente gli Italiani?!…
Caro Tito, mi sono sempre speso tanto per l’elezione a deputati e a senatori al Parlamento Italiano di rappresentanti degli Italiani all’estero, anche quando ancora non se ne parlava a livello di opinione pubblica! … Vuoi che adesso non mi spenda per la loro partecipazione alla Festa del 2 giugno?!… Sono troppo legàto ai nostri emigrati, pure perché ho all’estero familiari stretti, parenti e amici e sento che appartengono ancora e sempre all’anima della mia famiglia così come all’anima del mio paese di nascita e all’intera Italia! Non potrò mai sentirli lontani, ma ancora e sempre parte integrante del cuore personale e nazionale!
5 – PARTECIPAZIONE ONORARIA E COESIONE NAZIONALE
Mi potresti obiettare che una così vasta partecipazione costerà parecchio alle casse dello Stato. Sicuramente costerà un minimo indispensabile, ma la spesa potrebbe essere assai contenuta (e limitatamente alle modalità organizzative) se sarà ridotta numericamente a gruppi simbolici la presenza dei militari (che adesso sfilano in forze) riequilibrando l’entità di coloro che sfilano con altre presenze rappresentative.
Inoltre, ritengo che molti sarebbero disposti ad andare a Roma gratuitamente persino dall’estero (cioè pagandosi i viaggi e il soggiorno) poiché quella del 2 giugno sarebbe da considerarsi una “partecipazione onoraria” in rappresentanza delle loro comunità o settori di appartenenza.
Tuttavia, occorrerà un apposito Ufficio del Quirinale che lavori tutto l’anno per tenere i contatti e per organizzare le presenze alla Festa della Repubblica. Non è forse il Quirinale la tanto sbandierata “Casa degli Italiani”?… Oltre tutto, quella del 2 giugno è un solenne ed altissimo momento di espressione unitaria nazionale dentro e fuori i confini e rappresenta pure un “investimento pedagogico” specialmente per le nove generazioni!…
La cosiddetta “coesione nazionale” (cui precedenti Governi avevano dedicato persino un Ministero) è tanto importante che qualsiasi risorsa utilizzata (economica e di personale) sarebbe ben spesa nella lungimiranza del gesto istituzionale e popolare che non può che produrre ottimi risultati, sotto tutti i punti di vista.
Tra l’altro, il termine di “coesione nazionale” farebbe intendere che si protende alla concordia e alla armonizzazione di tutti i settori nazionali più sensibili e alterabili nel tempo e nel territorio. Quindi, una saggia gestione dei valori e delle risorse dovrebbe far sì che almeno una volta all’anno tutta l’Italia si possa e si voglia specchiare, con la sua anima interna ed esterna, per riconoscersi nel migliore dei modi e dei sentimenti, in modo tale da dare all’intero Paese una maggior fiducia, una spinta ed un incoraggiamento ad avere un’Italia (e quindi un’Europa ed un Mondo) degna della sua cultura e della sua civiltà.
6 – IL 2 GIUGNO DELLE PREFETTURE E DEI COMUNI
Caro Tito, come si sa, la Festa della Repubblica del 2 giugno viene festeggiata pure nell’àmbito di ogni Prefettura. E, quindi, in ogni territorio provinciale. Ormai ho 70 anni e non mi è mai capitato di essere invitato ad una di queste cerimonie ufficiali (né come cittadino semplice né come giornalista né come promotore socio-culturale). Mi chiederai … ma bisogna essere invitati ad un evento simile, che appartiene, appunto, a tutti gli italiani?… Sì, penso proprio di sì, almeno per le Prefetture. Alcuni miei amici di rango hanno ricevuto espressamente inviti personalizzati. Come puoi notare, la considerazione o il valore di un cittadino (e di una persona attiva in società) possono essere misurati anche da simili “convocazioni” selettive ed onorifiche.
La “Festa ad invito” sottintende, quindi, la selezione di una élite gradita o conforme. Quasi come un “premio” tra coloro i quali hanno già il titolo di “Cavaliere” o “Commendatore” oppure costituiscono la classe dirigente (amministrativa o morale) di quella provincia, di quella zona.
foSarà che non sono un cittadino di rango e, quindi, degno di essere invitato a festeggiare la Repubblica con le Autorità territoriali … Sarà che sono troppo periferico ed insignificante … Sarà che spesso non sono tenero con le Istituzioni (e, anche per questo, probabilmente ritenuto “ostico”)… Fatto sta che finora ho partecipato ad un unico evento ufficiale, dentro e fuori la cattedrale di Isernia, relativo agli Agenti di custodia.
Ero stato invitato a partecipare da un’amica che è un sottufficiale del Corpo della Polizia Penitenziaria e che nel 1992 aveva scritto una lettera a Rosa Gallelli, per il suo libro “Spiragli da una bocca di lupo” di cui ho donato alcune copie ai diretti superiori isernini di quella mia valentissima e splendida amica.
Comunque sia, solitamente, in ogni Comune si celebra o si dovrebbe celebrare la Festa della Repubblica (così come si celebra il giorno del 4 novembre), almeno con una cerimonia ufficiale ed esterna che prevede la deposizione di una corona d’alloro al monumento dei Caduti. Per partecipare a tale evento annuale non bisogna essere invitati e sarebbe bello ed utile che vi aderisse ogni cittadino. Personalmente ho presenziato un paio di volte, ma poi non ho partecipato più dal momento che le mie condizioni generali non godevano della dignità della Costituzione. Quindi la mia è stata un’assenza di protesta per insostenibili ingiustizie, prima tra tutte l’assoluta indifferenza esistenziale. Ma “nessuno è nessuno” come ha intitolato un suo libro di poesie Giuseppe Palomba, collocatore di Poggio Sannita, circa 20 anni fa.
Infatti, se adesso si parla (forse anche un po’ speranzosamente e un po’ demagogicamente) che il 2 giugno sia una “Festa di tutti gli Italiani”, queste ritualità sono state sempre viste dal popolo come cerimonie della élite governativa ed istituzionale. E la presenza delle persone invitate o partecipanti a tali eventi lo dimostrerebbe. A parte qualche scolaresca, il popolo non c’è. Non c’è nei Comuni, non c’è a livello provinciale, non c’è quasi nemmeno sui Fori Imperiali della Capitale.
Bisognerebbe lavorare molto per portare il popolo (e in particolare i giovani) a questi eventi, le cui ritualità e le cui liturgie sono, purtroppo, ancora ad uso e consumo della obbligatorietà istituzionale e non sono ancora diventate patrimonio della gente. La quale percepisce tutto ciò come facente parte della professione del prefetto, del sindaco, di chi è in divisa e di altre figure che svolgono un lavoro istituzionale o di appoggio. Ma la gente sente lontane queste cerimonie, magari pur credendo ai valori fondanti della nostra Repubblica. Medesima estraneità, la gente sente sempre di più verso la religione e la frequenza in chiesa.
7 – SALUTISSIMI
Caro Tito, come vedi, da un piccolo 2 giugno puoi fare la radiografia di una Nazione, in particolare della sua classe dirigente. Personalmente mi auguro che i Responsabili delle Istituzioni riflettano su tutto ciò, anche dal punto di vista antropologico e sociologico, oltre che politico-valoriale. Ti dico subito che non ho affatto fiducia che cambi qualcosa a riguardo, specialmente in questa che è l’epoca delle élites, delle oligarchie e delle aristocrazie in ogni loro espressione sociale e posizione di potere. Alle élites, alle oligarchie e alle aristocrazie di ogni genere, consistenza e qualità, non interessa affatto il popolo (che possono dominare a loro piacimento, mantenendolo agevolmente sempre più povero e disperato).
La Storia trabocca di tali esempi. Governanti e popolo sono da sempre due entità separate, i primi egemoni e l’altro subalterno quando non insignificante o serbatoio servizievole cui attingere. Ci aveva provato la Prima Repubblica, in Italia, a renderci cittadini-amici. Ma i tentativi si sono rivelati più tendenti alla ipocrisia e alle strategie partitiche piuttosto che al sistema di valori su cui dovrebbe ergersi una vera Nazione, un vero Stato che non preveda sudditi vessati, ma cittadini rispettati. Pure per reggere le globalizzazioni che al momento ci vedono piuttosto soccombenti e assai sofferenti fino al rischio di brutte figure planetarie, oltre che europee.
Bisogna pure considerare che ci sono gruppi di estrema destra (extra-parlamentare) e partiti di destra (ma inseriti nell’arco elettivo-costituzionale) che, enfatizzando le Forze Armate oltre il dovuto, dimostrano di non amare la pace e l’amore (come esprime chiaramente lo striscione di “Fratelli d’Italia” della leader Giorgia Meloni nella foto qui evidenziata). Un conto è avere un esercito che partecipa a missioni di pace e a presenze umanitarie, un conto è avere un esercito da guerra (inteso come tendenza militare attiva e aggressiva non più solamente passiva e difensiva per come voluto dall’art. 11 della Costituzione).
E con questa ultima amara ed inquietante constatazione (da tenere costantemente presente e contrastare il più possibile), ti saluto, ringraziandoti ancora e sempre per questa opportunità di appropriata parola e di libera espressione n. 252 in attesa di inviarti la n. 253. Noi (pure in onore del futuro delle nuove Generazioni) amiamo la pace in tutte le sue sfumature e meglio se splendente e grondante di amore e non di sangue! Perciò, è necessario amare la nostra ancora giovane Repubblica, come si amerebbe un figlio o un nipotino (come il tuo adorabile Leonardo), affinché come un figlio o un nipote la nostra Democrazia possa crescere e rafforzarsi al massimo possibile. Viva i valori civili, democratici e pacifici del 2 giugno!
Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it) Azzurro Infinito, martedì 11 giugno 2019 ore 16,05 Le foto sono state prese dal web.
Fonte: https://www.costajonicaweb.it
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