Inserita in Sport il 06/06/2019
da Direttore
La UAFA rende nota la propria posizione in merito al regolamento Agenti Sportivi emanato in data 17 aprile.
In particolare, la neo Associazione che tutela i procuratori sportivi italiani iscritti durante la deregulation, ha evidenziato una criticità in merito ai divieti imposti nei confronti dei minori. L´art. 5.5 dispone infatti che "quando a conferire il mandato all´Agente sportivo è un calciatore minore di età, l’incarico dovrà essere sottoscritto anche da coloro che ne hanno la responsabilità genitoriale o la tutela legale.
Nessun pagamento, utilità o beneficio di sorta è dovuto all’Agente sportivo in relazione a trasferimenti, sottoscrizione di contratti o tesseramenti di calciatori minori di età. Tale clausola deve essere espressamente menzionata nel mandato. Qualsiasi accordo contrario è nullo e costituisce violazione disciplinare, che sarà segnalata dalla C.F.A.S. al C.O.N.I.. Un calciatore minore di età, comunque,non può essere rappresentato da un Agente Sportivo prima del compimento anagrafico del 16° anno di età".
"Questa norma mi sembra ingiusta e che non tuteli minimamente i minori, anzi li danneggia e non è pensata ai loro interessi. Rispetto al precedente regolamento, questo è troppo restrittivo per gli agenti e non tutela minimamente gli atleti minori. Basta pensare a Donnarumma e Kean, due giovani giocatori che hanno esordito in Serie A quando erano minorenni, i loro manager hanno fatto sì che i calciatori potessero percepire un buon corrispettivo che con la presente norma non sarebbe possibile -dichiara il Presidente della UAFA Alessio Sundas- con il precedente regolamento infatti, i minori erano disciplinati diversamente e non ci sono stati mai problemi".
Si sottolinea che il problema è sotto gli occhi di tutti. Essendo vietato il pagamento di qualsiasi parcella da parte del minore, si arriverà ad un punto in cui, il lavoro fatto con i giovani, dovrà essere del tutto gratuito e quindi senza quelle garanzie che un contratto equo prevede per entrambe le parti.
Altro punto critico del nuovo regolamento FIGC sugli agenti sportivi consiste nell´obbligatorietà di una polizza assicurativa professionale. In Italia, le assicurazioni classiche, non prevedono un contratto adeguato a quanto richiesto nel regolamento pertanto nessuno sarà in grado di avere questo requisito essenziale se non andando all´estero e stipulando appositi accordi con compagnie estere.
Ultimo, ma non per importanza, è la questione sul tetto delle commissioni al 3%. La FIGC ha inteso interpretare in modo restrittivo l´art. 27 punto 7 del regolamento agenti sportivi che stabilisce la possibilità di un tetto alle contrattazioni puntando ad un massimo 3% (cifra accettabile solo se si tratta di un top player). Sembra una mossa fatta solo per far sparire una categoria di agenti... quelli più piccoli.
Anche in questo caso, la FIGC si sta dimostrando poco lungimirante e di strette vedute. La UAFA avrà cura di provare a far cambiare rotta a questo mondo calcistico che così continuando andrà sicuramente incontro ad una "catastrofe". Al suo fianco si è schierato il presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico che si è ripromesso di sollecitare gli altri parlamentari affinché questa legge e questo regolamento non mandino per strada centinaia di migliaia di persone.
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