Inserita in Politica il 26/05/2019
da Direttore
Presto modifiche alla RIFORMA ORLANDO, il governo presti ascolto alle associazioni
No ai Giudici Ghost Writers al prezzo dei Riders: presto modifiche alla RIFORMA ORLANDO, il governo presti ascolto alle associazioni
Roma, 26 maggio 2019
Rammaricati per l’assenza di quelle comunicazioni ufficiali promesse, apprendiamo da fonti giornalistiche che il Consiglio dei Ministri tenutosi il 20 maggio 2019 ha approvato all’unanimità e “salvo intese” un “disegno di legge” che non solo non coglie gli spunti riformatori delle nostre associazioni in sede di tavolo tecnico, né quelli richiesti con precedente comunicato del 19 maggio, e nemmeno quelli siglati in forma “larvata” al tavolo politico del 7 marzo scorso . Non possiamo ignorare come sia stato del tutto deludente, in primo luogo, il metodo utilizzato dai rappresentanti governativi, i quali da un lato sostenevano di aver avviato una politica di partecipazione, dall’altro ignoravano copiose parti dei contributi provenienti dalle nostre associazioni, pur a fronte di un parere positivo ufficiale della Associazione Nazionale Magistrati. Quanto al merito del disegno di legge “Bonafede”, rileviamo come elaborando un mero disegno di legge privo di interventi incisivi sul piano ordinamentale sia stato ignorato, ancora una volta in quattro anni, l’appello a sospendere con effetti immediati l’applicazione del modulo organizzativo dell’ufficio del processo imposto con la riforma Orlando dal 2021, e inopinatamente anticipato alla fase antecedente dal C.S.M al 30.06.2019. Sussistono, pertanto, i presupposti per procedere con decretazione d’urgenza, come preannunciato in un comunicato del sottosegretario Morrone, e con decreto legislativo, finalità per la quale era stato istituito dal Ministro il tavolo tecnico. In assenza di un tempestivo intervento, le imminenti conseguenze nefaste non saranno di poco conto, giova ribadirlo anche alla componente forense, e in particolare alle Camere penali, oltre che alla magistratura di ruolo: 1) a breve, i ruoli penali assegnati copiosamente ai giudici onorari di Tribunale, per il principio del giudice naturale, non potranno più essere tenuti dai magistrati onorari perché di imperio inseriti nell’ufficio per il processo, sicché trasmigreranno automaticamente nei ruoli dei “togati”, dovendo essere trattati dal medesimo giudice, che unico potrà sottoscrivere le sentenze, con evidente dilatazione dei tempi di definizione dei processi; 2) a breve, il magistrato onorario in sede penale sarà utilizzato esclusivamente per la redazione di minute di sentenze, senza essere presente alle udienze, senza poter percepire i contenuti non detti, toni, atteggiamenti, impressioni sui testimoni, un “ghost writer” che dovrà impostare una sentenza seguendo direttive del magistrato professionale, in totale spregio del principio di soggezione del giudice solo alla legge; 3) a breve, il magistrato professionale non solo vedrà triplicarsi il proprio ruolo, bensì anche il lavoro, non essendo plausibile che chi assume la responsabilità di un provvedimento non impieghi del tempo a valutare quanto abbozzato da altri (cui prodest?). Nessuna decretazione d’urgenza equivale a paralisi del sistema giustizia nel silenzio non più tollerabile delle sue componenti essenziali. Il provvedimento approvato in CDM del 20 maggio ha accentuato la disparità di trattamento tra sottocategorie di magistrati onorari, pur ormai unificati nella sorte dalla riforma Orlando, riducendo, invece di adeguare al tracollo del potere di acquisto, l’effettiva retribuzione dei magistrati onorari di Tribunale, costretti a presenziare in uffici oltre le otto ore per maturare il diritto ad una doppia misera indennità: tutto ciò non è affatto in linea con la dignità delle funzioni esercitate e con il diritto ad un compenso che prevenga condizionamenti, come peraltro ribadito dal Consiglio dei Ministri Europei con raccomandazione n. 12/2010, e per ciò ne esprimiamo la netta contrarietà, ribadendo al contrario la nostra richiesta di aumento degl’importi contenuta nel nostro progetto. La gravità della novità contenuta nel disegno di legge licenziato dal C.D.M. è non solo la sua introduzione “a sorpresa”, priva di contraddittorio, almeno con le nostre associazioni, ma anche la aperta violazione con le proposte presentate al tavolo tecnico del 07 marzo, in quanto nelle stesse era, testualmente, previsto il “mantenimento del regime attuale”, mentre la disposizione contenuta nel DDL lo modifica rendendolo oltremodo peggiorativo per i giudici onorari di tribunale. Il testo presentato al CDM si pone in contrasto con le proposte ufficiali presentate dal Ministro e dal Sottosegretario al suddetto incontro del 07 marzo, in particolare perché: viene ridotta la promessa di detassazione fiscale sulla ipotesi di opzione del fisso, rispetto a quanto espressamente proposto; è omesso ogni riferimento alla riduzione della base imponibile contributiva, aspetto particolarmente grave laddove si consideri che la maggior parte della categoria non ha maturato alcun diritto alla pensione, dunque, l’imposizione contributiva a carico del singolo magistrato, invece che dello Stato datore di lavoro, si rivelerà solo inutile e dannosa; non è prevista la “trasferibilità a domanda per tassative cause di tutela dei beni primari”, come indicato testualmente nelle proposte, ma viene limitata ai casi di assistenza ai familiari con disabilità; ignorata la promessa di riconsiderare un sistema disciplinare più graduato, quale era previsto per i giudici di pace, che invece si conferma abrogato per tutta la categoria onoraria.
Tutto questo nonostante fosse stata richiesta alle associazioni la sottoscrizione dei suddetti punti, dopo un lungo dibattito con il sottosegretario Morrone. Nei nostri precedenti comunicati avevamo illustrato alcune lacune e necessarie integrazioni nello schema governativo proposto dal sottosegretario On. Morrone che qui reiteriamo: previsione del raggiungimento del limite di età in linea con quello previsto per la professione forense, che attualmente è di 70 anni, al fine di evitare che consistente numero di magistrati onorari subisca la stessa sorte degli “esodati”; previsione della volontarietà dell’inserimento nell’Ufficio per il processo e con ruoli autonomi, soprattutto, nel settore penale; possibilità di trasferimento su domanda al fine di garantire una più efficiente distribuzione dei magistrati onorari negli uffici; rispetto dei criteri di distribuzione razionale ed oggettiva del lavoro, in funzione all’impegno scelto, precisando che per le attività di studio del fascicolo e di redazione dei provvedimenti non verrà richiesta la presenza in ufficio; precisa individuazione del concetto di ‘impegno’ (ossia che tre impegni equivalgono ad una udienza settimanale ad una udienza straordinaria mensile, o superamento del concetto stesso di impegno in favore di una retribuzione dignitosa per le funzioni esercitate e per la disponibilità di ciascuno onorario a fornire il proprio contributo professionale; previsione di un trattamento previdenziale con una contribuzione percentuale dello Stato, in linea con i principi europei. I livelli retributivi appaiono, infine, al limite della accettabilità; è ampiamente migliorabile dunque l’offerta economica, come del resto promesso dal medesimo sottosegretario Morrone all’esito del tavolo politico, a ciò potendo pervenirsi mediante una diversa modulazione degli impegni; un diverso trattamento fiscale delle indennità e, soprattutto, mediante l’aumento degl’importi previsti per le indennità a cottimo e la possibilità per tutti di optare per il pagamento mensile tramite giudici.net, sin da subito La soluzione alle criticità della riforma Orlando risiede nella proposta delle nostre associazioni, auspichiamo dunque che la clausola “salvo intese”, si realizzi partendo da questa, per giungere il più possibile a superare una impostazione conservativa di chi al livello ministeriale non vuole riconoscere nemmeno le esigenze dei colleghi togati che lavorano in prima linea. Auspichiamo che il nostro appello sia colto non solo dal governo, dai rappresentanti di tutte le associazioni forensi con particolare riguardo alle Camere penali, dalla A.N.M., e dal Consiglio Superiore della Magistratura al quale chiediamo espressamente sospendere l’Ufficio per il Processo in attesa dell’esito del procedimento legislativo di modifica della suddetta riforma. Chiediamo inoltre che le auspicate “intese” si traducano in modifiche sostanziali della disegno di legge nel senso suindicato, convertendolo in decretazione d’urgenza, o comunque avviino prima possibile la procedura parlamentare al fine di consentire a chi subirà gli effetti della riforma di emendare le criticità gravissime evidenziate.
CONFEDERAZIONE GIUDICI DI PACE UNIONE NAZIONALE ITALIANA MAGISTRATI ONORARI ASSOCIAZIONE NAZIONALE MAGISTRATI ONORARI MAGISTRATI ONORARI UNITI
I DIRETTIVI
|