Inserita in Cronaca il 24/05/2019
da Direttore
MILANO – JAGO NON È UN OGGETTO
Secondo una sentenza del Tribunale di Milano, un piccolo meticcio deve lasciare la sua famiglia con cui ha vissuto per 5 anni ed essere restituito a chi lo aveva lasciato vagare senza microchip, rivendicandolo dopo diversi mesi. LNDC offre il proprio supporto legale e chiede ai giudici di applicare il buon senso.
Una grave ingiustizia rischia di essere perpetrata ai danni di Jago, un cagnolino senza colpa, a causa di leggi ancora inadeguate a tutelare davvero gli animali. Come riportato da Repubblica, Jago è un simil pincher che 5 anni fa fu trovato vagante lungo una strada provinciale fuori Milano. A seguito del ritrovamento, il cagnolino fu ricoverato in una clinica veterinaria e – poiché privo di microchip – preso in carico dal canile comunale del capoluogo lombardo. Successivamente, fu affidato alla figlia della signora che l’aveva trovato con cui era scattato un amore a prima vista.
Da allora sono passati 5 anni e durante questo tempo Jago e la sua compagna umana hanno vissuto in simbiosi ma, secondo il tribunale di Milano, ora il piccolo meticcio dovrebbe essere restituito alla persona che ne ha reclamato la proprietà. Alcuni mesi dopo il suo ritrovamento, infatti, un agricoltore della zona ne ha rivendicato la proprietà e da lì è nata una battaglia legale che è culminata con una sentenza di primo grado inaccettabile: Jago deve tornare dal suo primo proprietario.
“Appena siamo venuti a conoscenza di questa storia ci siamo subito attivati per aiutare Jago e la sua famiglia”, afferma Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection. “In questi 5 anni Jago e la sua famiglia hanno creato un rapporto indissolubile e allontanarlo da loro sarebbe un trauma troppo grande. La persona che ne ha rivendicato la proprietà non ha dimostrato di rispettarlo quanto avrebbe dovuto, non mettendogli il microchip, lasciandolo vagare e reclamandolo dopo diversi mesi. Mi sembra assurdo che debba tornare nelle sue mani.”
“Il giudice ha applicato la norma considerando il cane come un oggetto”, commenta Michele Pezone – Responsabile Diritti Animali e Coordinatore Legale LNDC Animal Protection, che sta assistendo in giudizio la signora che vive da cinque con Jago. “Tuttavia esiste il Trattato di Lisbona che stabilisce che gli animali sono esseri senzienti e non cose. Abbiamo ovviamente proposto appello e richiesto di sospendere l’efficacia della sentenza di primo grado. Jago non è un pacco che si può spostare da una casa all’altra in attesa delle sentenze, confidiamo quindi che possa rimanere con chi l’ha accudito e amato in questi 5 anni e che l’appello ci dia ragione.”
“La stessa sentenza di primo grado afferma che la persona che oggi rivendica la proprietà di Jago è stata molto inadempiente e mi auguro che il magistrato applichi un principio di buon senso e sensibilità. Provi a immedesimarsi non solo nella famiglia ma anche nel cagnolino, un essere che ormai tutta la comunità scientifica considera senziente. LNDC farà tutto ciò che è in suo potere affinché Jago resti con la sua famiglia”, conclude Rosati. 23 maggio 2019
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