Inserita in Economia il 11/05/2019
da Direttore
´Se volo voto´: un’ iniziativa per salvare l’aeroporto di Trapani e rilanciare il turismo meridionale
Il Turismo rappresenta per il nostro Paese una fonte inesauribile di crescita sempre che si riescano a gestire tutte le variabili che al suo interno si intersecano. La questione diviene ancora più complicata se il ragionamento si sposta sul Meridione. In molti sono convinti che le sue bellezze paesaggistiche, i suoi monumenti, i sapori intensi e le tante attrattive proposte possano, da sole, bastare. Purtroppo, però, se non si attiva una seria politica di marketing territoriale e se non si agisce sulle infrastrutture e sull’accoglienza, i risultati potrebbero non essere all’altezza del tesoro che si custodisce. In tal senso fare rete significa segnalare le questioni ed i problemi più significativi e collaborare alla loro possibile risoluzione. In tale ottica,riteniamo importante aderire ad una iniziativa che è nata in Sicilia ma che è rappresentativa di una difficoltà che si registra anche in tante altre regioni compresa la nostra. Stiamo parlando della crisi che investe l’Aeroporto Birgi di Trapani e che inevitabilmente influisce sui flussi turistici di quella splendida terra . La storia dell’aeroporto di Birgi è un po’ la metafora della Sicilia che poteva essere e probabilmente non sarà mai. L’aeroporto di Birgi è stato ,fino ad un certo punto, un modello positivo della Sicilia, quando nel 2012 e poi nel 2013 raggiunse quasi due milioni di passeggeri. Dati che ne facevano il terzo scalo della Sicilia, con un volume di traffico pari a quasi il 50% dell’aeroporto di Palermo. Erano stati, inoltre ,attivati collegamenti con tutta Europa. In quegli anni l’aeroporto di Birgi vinceva il premio come migliore aeroporto al mondo per crescita tra gli aeroporti sotto 5 milioni di passeggeri L’aeroporto di Birgi ottenne quel successo con una strategia in atto in tutti gli aeroporti del mondo, esclusi ovviamente gli hub, come Roma, Francoforte o Parigi. Lo strumento fu e dovrebbe continuare ad essere quello degli investimenti di co-marketing. In pratica le compagnie venivano e dovrebbero ancora oggi essere incentivate a scegliere un aeroporto attraverso il conferimento di sostegni economici. L’idea che sta alla base di questa modalità è che un turista è un grande valore per il territorio, e le compagnie aeree vogliono compartecipare con quel valore. D’altro canto senza andare lontano KPMG (una delle principali società di consulenza al mondo) ha certificato che in 4 anni con 10 milioni di investimento in co-marketing su Birgi, la ricchezza prodotta in Sicilia occidentale è stata di 900 milioni di euro. Dal 2013 ai nostri giorni parte, però, il lungo e drammatico declino dell’aeroporto .In questi anni tutti gli amministratori che storicamente sono stati coinvolti in questa storia che ha del meraviglioso, se non fosse per l’epilogo tragico, sono stati indagati contabilmente. Sarebbero, infatti, rei di avere chiuso i bilanci in rosso. Per fare fronte all’investimento di co-marketing hanno generato un passivo. Resta il fatto che oggi l’aeroporto senza l’investimento di co-marketing è in rovina! Il territorio,inoltre, attraversa una crisi economica senza precedenti complice tanta incompetenza di una consistente parte della politica. Purtoppo oggi quella meravigliosa scintilla praticamente appare spenta.Per fortuna nel frattempo ,con grande sensibilità,un gruppo di cittadini e di operatori del settore hanno deciso di riunirsi in un Comitato far sentire la propria voce , di riunirsi e di lanciare l’iniziativa : “Se volo voto” mirata al rilancio dello scalo e, soprattutto, a riaccendere i fari su un territorio che andrebbe risanato e rivalutato. A tal proposito nelle prossime settimane vi sarà un’assemblea pubblica e poi si cercherà il modo di interloquire concretamente con le istituzioni. Ascoltiamo alcune voci dei protagonisti, ripromettendoci di ritornare sull’argomento .
Fonte: http://www.labtv.net
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