Inserita in Politica il 07/04/2019
da Direttore
TAVOLO TECNICO E POLITICO MAGISTRATURA ONORARIA del 7 MARZO 2019
Ad un mese esatto dall’incontro tra associazioni di categoria, Ministro e sottosegretario Morrone tenutosi il 7 marzo 2019, ad un mese esatto dalla promessa di quest’ultimo di predisporre e offrire alla conoscenza dei diretti interessati il progetto definitivo di controriforma della magistratura onoraria il silenzio regna sovrano.
Il tempo oggi scaduto ripropone alla attenzione di tutti l’urgente necessità di intervenire senza ulteriore indugio onde scongiurare i pieni effetti devastanti della legge Orlando sul sistema giustizia, che persino la ANM nella sua rinnovata composizione dirigenziale e nel CDC di ieri auspica siano evitati con tutte le forze.
Ebbene, il tempo scorre e nessuna notizia da parte del governo circa la seduta finale del tavolo tecnico, come nessuna anticipazione sui contenuti, è dato riscontrare nonostante le innumerevoli richieste di aggiornamento da parte nostra.
Non può negarsi che il rischio di una adesione massiccia alla proclamata astensione in queste condizioni si appalesi sempre più nella sua concretezza.
Stupisce e sconcerta il silenzio da parte di quelle istituzioni che avevano espresso un segnale forte di incoraggiamento ad andare oltre la riforma Orlando, rendendo il traguardo un punto del contratto di governo e un obiettivo principale del sottosegretario Morrone. Il persistere della stasi non potrà che a breve condurre al pieno regime del decreto 116 del 2017, ossia retribuzione di euro 16.000 lordi, una permanenza in servizio per un totale di 4 quadrienni, limiti consistenti nelle funzioni giurisdizionali autonome, nessuna possibilità di trasferimento, incompatibilità stringenti nonostante un’impostazione delle funzioni come residuali rispetto ad altro lavoro, nessuna modulazione del disciplinare, nessuna tutela della malattia e maternità, praticamente una disfatta per il sistema, una disfatta per una categoria tradita.
Certi che a breve il letargico operare degli uffici tecnici legislativi possa condurre ai frutti sperati, ricordiamo che degli stessi, in sede di tavolo tecnico e politico, appariva chiara l’intenzione di sovvertire i termini usati dal precedente legislatore per aderire alle linee della nostra proposta: l’ufficio per il processo su base volontaria; il compenso dignitoso proporzionale al lavoro prestato senza obbligo di presenza in ufficio; disciplina in caso di maternità e malattia; un sistema previdenziale; la permanenza in servizio sino al limite di età anche oltre i 4 mandati quadriennali; un regime d’incompatibilità meno stringente; la possibilità, in casi tassativi, di trasferimento e la modulabilità dei disciplinari.
A tali punti programmatici peraltro il Ministero aveva aggiunto l’opzione che consentirebbe al magistrato onorario di scegliere di continuare a svolgere le proprie funzioni finora svolte con pagamento a cottimo secondo l’attuale sistema, quale chiara apertura anche a chi in questi ultimi anni avesse tratto maggiore soddisfazione da questo.
Nel nostro precedente comunicato avevamo illustrato alcune lacune e necessarie integrazioni nello schema governativo proposto dal sottosegretario Morrone che qui reiteriamo:
la previsione del raggiungimento del limite di età in linea con quello previsto per la professione forense, che attualmente è di 70 anni; la previsione del carattere volontario dell’inserimento nell’ufficio per il processo e la possibilità di trasferimento su domanda, in fatto di distribuzione del personale onorario negli uffici; il rispetto di criteri di distribuzione razionale ed oggettiva del lavoro, in funzione all’impegno scelto, precisando che per le attività di studio del fascicolo e di redazione dei provvedimenti non verrà richiesta la presenza in ufficio; una precisa individuazione del concetto di ‘impegno’ (ossia che tre impegni equivalgono ad una udienza settimanale e due udienze straordinarie mensili); una disciplina e garanzia delle funzioni giurisdizionali autonome sia per i giudicanti sia per i requirenti anche e soprattutto con riguardo alla materia penale e dei collegi. Inoltre, la previsione di un trattamento previdenziale obbligatorio, a carico del magistrato onorario e soprattutto senza garanzia di una copertura pensionistica al termine dei 70 anni per coloro che non hanno maturato minimi contributivi, non appare in linea con i principi europei.
I livelli retributivi appaiono, infine, al limite della accettabilità; è ampiamente migliorabile dunque l’offerta economica, come del resto promesso dal medesimo sottosegretario Morrone all’esito del tavolo politico, a ciò potendo pervenirsi mediante una diversa modulazione degli impegni; un diverso trattamento fiscale delle indennità e, soprattutto, mediante l’aumento degl’importi previsti per le indennità a cottimo e la possibilità per tutti di optare per il pagamento tramite giudici.net, sin da subito.
Certi di un pronto riscontro, che chiediamo a stretto giro, manifestiamo la assoluta inevitabilità, in caso contrario, di aderire a tutte le forme di protesta che si rendessero necessarie a tutelare i nostri diritti che si rivelerebbero calpestati per l’ennesima volta, e, fatto ancora più grave, nonostante le aperte promesse nel contratto di governo.
Roma, 7 aprile 2019
Per i direttivi A.N.M.O. C.G.d.P M.O.U. U.N.I.M.O.
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