Inserita in Cronaca il 05/04/2019
da Direttore
TERREMOTOSTOAPERTO IL LIBRO
Decennale Terremoto L’Aquila 2009 – 2019 di Giordano Marco Riboli
Alle ore tre e trentadue il presente e futuro, di una parte della popolazione italiana, cambiava radicalmente e io con loro.
Il volume contiene storie riprese in alcuni comuni colpiti dal sisma del 6 aprile 2009. Una raccolta di fotografie e didascalie, 4 mesi di cronaca fotografica da aprile, la SS.Pasqua, al 35º vertice del G8.
Questo libro vuole dare continuità al dialogo già intrapreso con voi nell’opera prima, attraverso la pubblicazione di scatti che raccontano microstorie di persone. In questo volume il mio lavoro fotografico continua, offrendo una selezione d’immagini di persone e luoghi, persone incontrate per strada, nei luoghi dove si svolge la quotidianità umana, nei territori colpiti dal terremoto. Ho fermato nel tempo mesi di dialogo con persone lontane e vicine, residenti e volontari, provenienti da variegate abitudini e culture, unite nel sostenere l’altro. Ho condiviso con queste persone anche le incessanti scosse. Siamo diventati tutti terremotati e insieme abbiamo creato una nuova verità, alla ricerca di quanto può far stare bene hic et nunc. In seguito al 6 aprile 2009, nelle 48 ore dopo la scossa principale, si sono registrate altre 256 scosse, delle quali più di 150 nel giorno di martedì 7 aprile, 56 di magnitudo superiore ai 3,0 ML. Tre eventi di magnitudo superiore a 5,0 ML sono avvenuti il 6, il 7 e il 9 aprile e non si sono più fermate. Questo libro vuole essere un’ulteriore testimonianza di chi vive nell’ombra, senza clamore; la mia fotografia ha per protagonisti persone semplici e fragili che, pur colpite da un evento traumatico, ci offrono una speranza. Ho provato a mettermi al loro posto, a immaginare come tutto possa cambiare in meno di un minuto. Queste storie continuano a essere drammaticamente attuali e numerose. Ho cominciato a pensare a questo progetto fotografico fin dai tempi in cui ho vissuto in Abruzzo durante il catastrofico terremoto del 2009, pur essendo consapevole del rischio reale di perdere parte del lavoro fotografico realizzato in 4 mesi, quando la terra ha continuato incessantemente a tremare. La mia preoccupazione si è rivelata reale, infatti mentre scrivo ho preso atto di avere archiviato solo una parte di tutte le immagini scattate. Molto è stato distrutto, perso in piccole o grandi memorie, usate di corsa, prestate a compagni di lavoro, altre gallerie d’immagini sono rimaste in pc usati in emergenza, occasionali. L’occasione del decennale del terremoto de L’Aquila è stata la molla che dal mio vissuto mi ha spinto alla folle corsa per la realizzazione di un oggetto capace, attraverso il dialogo fotografico, di attivare la necessità di ripartire sempre e in ogni caso, cercando e ritrovando nell’altro il senso del cammino, caratterizzato da tante sfumature che insieme realizzano opere di rara bellezza.
“Ci sono quelli che tornano fra le macerie della casa per salvare l’album di foto. Dopo le catastrofi, alluvioni o terremoti, tantissime persone hanno sentito la necessità di cercare tra le poche cose rimaste, molto spesso con il terrore di non ritrovare, i loro album di foto”. @MicheleSmargiassi@Fotocrazia
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