Inserita in Politica il 09/03/2019
da Direttore
8 marzo, bandiera della Lega bruciata in corteo a Palermo
Gelarda: “Gesto d’intolleranza politica da non sottovalutare, questi atti non rallenteranno il nostro cammino di riforme”
Palermo, 9 marzo 2019
“La bandiera della Lega bruciata a Palermo durante il corteo dell’8 marzo è un brutto segnale d’intolleranza politica che nulla ha a che vedere con le rivendicazioni femministe. Non è comunque con questi atti che potrà essere rallentato il nostro cammino rispetto alle riforme che ci chiedono gli italiani. Dalla Sicilia alle Alpi”.
Lo dice Igor Gelarda, responsabile siciliano enti locali della Lega e capogruppo del Carroccio in consiglio comunale a Palermo, intervenendo da Messina dove alle 17 i vertici regionali del partito incontreranno i cittadini sui temi della legittima difesa e della sicurezza nella chiesa Santa Maria Alemanna, in via Sant’Elia, alla presenza tra gli altri di Gianni Tonelli, parlamentare nazionale e segretario della commissione di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere.
La bandiera della Lega è stata data alle fiamme e portata in corteo come una fiaccola venerdì sera in via Maqueda. "L’azione simbolica intende manifestare l’assoluto dissenso nei confronti del Ddl Pillon - recita una nota delle donne in corteo - disegno di legge sulla revisione delle norme in materia di separazione, divorzio e affido dei minori che riporta la condizione femminile indietro di millenni; delle derive razziste, xenofobe e securitarie delle politiche di Governo che vengono affermate e legittimate da chi sta al potere attraverso la strumentalizzazione dei corpi delle donne e della violenza di genere”.
Per Gelarda, “il rispetto per gli avversari politici è una cosa fondamentale. Alzare i toni con questi gesti violenti è controproducente sia per chi li compie, che per l´intera comunità nazionale. Mi auguro che nessuno pensi di ridurre quanto accaduto al rango di folclore - conclude l´esponente siciliano della Lega - perché invece si tratta di un gesto esecrabile da non sottovalutare”.
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