Cari studenti di una volta, ormai non più giovani, ma mariti e mogli, padri e madri di famiglia, con tante responsabilità sulle spalle, non ultima quella educativa.
Spero che al punto in cui siete, lo studio e le esperienze trasmesse dai vostri insegnanti siano state utili e abbiate ricavato un patrimonio umano e culturale da esservi guida per la vostra vita presente e futura.
Mi voglio inserire, in questa fase del vostro cammino, soli o in compagnia, per dirvi alcune cose, perché non mi sono mai dimenticato di voi, di nessuno: vi porto nel cuore, prego spesso per voi e mi auguro che possiate stare tutti bene, voi e le vostre famiglie che avete costituito.
Voglio riprendere alcuni concetti che vi dicevo quando eravamo assieme: “Quello che dico a voi lo dico ai miei figli”, sì perché per me, dal punto di vista educativo, non eravate solo studenti ma figli ai quali trasmettere dei principi e dei contenuti che servissero per la vita, questo era il modo in cui mi ponevo a voi (anche se allora era per voi incomprensibile!), non da semplice insegnante ma da precursore della vostra vita. Non so se tutto vi è servito, ma sappiate che io tutto ciò che ho fatto ve l’ho donato per amore del vostro futuro; credeteci o no, ma mi sento di dirvi con quale spirito insegnavo.
Forse non tutti hanno apprezzato o hanno compreso questo dono ma, ve lo assicuro, questo era il motivo della mia presenza in mezzo a voi. Non ho mai detto all’interessato che l’ho aiutato e fin dove l’ho fatto: non era importante. Per me avevate una dignità come persone e come tali vi vedevo davanti a me: “Immagine e somiglianza di Dio”.
Mi dispiace che alcuni non abbiano capito tutto questo, anzi abbiano preso i miei interventi o i miei richiami come un attacco personale, nulla di tutto questo: non ho mai odiato o trattato qualcuno con astio o perché ce l’avessi con qualcuno di loro. Sono dispiaciuto se qualcuno, supportato erroneamente dai genitori, abbia capito il contrario o abbia strumentalizzato (anche per farsene da scudo di fronte agli stessi genitori e giustificare la mancanza d’impegno nello studio): me ne scuso se sono stato, involontariamente, motivo di qualche presa di posizione negativa.
Lasciatemi che dopo tanti anni mi rivolga ancora a voi per dire che vi amo come creature di Dio che è Padre di tutti e per augurarvi tutto il bene che ognuno di voi vuole per sé, per la sua famiglia e per le persone che ama. Camminate sempre rettamente e, prima di fare un passo, riflettete sull’opportunità di farlo o meno. Ricordate che il sacrificio, la sofferenza si equivalgono con la gioia: sappiate valorizzare gli uni e l’altra dando il giusto valore. Sforzatevi di essere persone oneste e di continuare a costruire voi stessi fino alla vecchiaia, come chi ha sempre da imparare dai propri simili, poiché gli “altri – vi dicevo – sono un fatto viscerale e non programmato”: intrinseci come le nostre viscere che non abbiamo scelto noi, a partire dai nostri genitori e parenti.
Adoperatevi a usare con i vostri figli un linguaggio comprensibile, di parlare di tutto e soprattutto di dare l’esempio quotidianamente perché possano apprendere da voi quelle virtù che vi fanno veri uomini: l’amore, l’onestà, l’operatività, la giustizia, la solidarietà…
Nelle difficoltà (rapporti con il partner, con i figli, con i parenti, con i vicini, con le persone con cui lavorate…) non tiratevi mai indietro, ma affrontatele una per volta e giungete a soluzione.
Ricordiamoci che tutti abbiamo bisogno di regole, sempre, comunque e dovunque, di principi basilari per costruire il nostro presente e il futuro: servono per la convivenza e per un equilibrio interiore e psico-fisico.
Da ultimo vorrei ricordare a ciascuno di voi, nel rispetto delle scelte personali, di non considerare l’elemento spirituale come qualcosa di estraneo a voi. Assieme a quello affettivo, lavorativo, economico, psicologico, sociale… coltivate anche quello religioso: vi aiuterà a essere più uomini e donne, a trovare un equilibrio anche interno e nei rapporti con il mondo, oltre a capire il senso della vita presente e futura.
Nel chiedervi ancora scusa per questa ingerenza nella vostra vita, mi accomiato da voi salutandovi uno per uno assieme alla vostra famiglia.
Un abbraccio caloroso.
Trapani 01 marzo 2019
Vostro Salvatore Agueci