La conta di oggi è di 73 detenuti, sono tutti al passeggio, non ci sono attività Trattamentali, l’acqua razionata e sempre fredda, la caldaia va in blocco ci riferisce un agente, non è presente il direttore, ne il commissario che ci raggiunge al telefono, il carcere di Favignana va chiuso, la nuova struttura andrebbe riconvertita a casa vacanze per il personale di Polizia Penitenziaria, una colonia estiva per le famiglie, abbattute le mura di cinta e sostituiti i blindi con porte in legno e arredamenti Ikea potrebbe diventare una delle mete più ambite... 25 operatori su 50 assegnati non garantiscono alcuna sicurezza, ottimo i rapporti tra il personale e i detenuti, mancano le fondamenta di una casa di reclusione, due educatori, ma in servizio solo uno. I detenuti lo vedono poco. La sala colloqui di circa 20 mq contiene 6 piccoli tavoli e gli sgabelli, scomoda, piccola, non garantisce la privacy tra le famiglie... gli agenti in servizio tutti pendolari vivono nella vecchia caserma, le condizioni sono indescrivibili, dormono nelle vecchie brande dell’ex carcere, 4 in una piccola stanza, la sala tv in un magazzino vecchio e sporco.
Il carcere è una componente storica dell’isola, quasi endemica, dato che a Favignana si sono sempre tenuti i prigionieri. Così facevano i Borboni, così hanno fatto i Savoia e Mussolini e così fa la nostra Repubblica.
Volendo riassumere l’economia di Favignana si può dire che nei secoli si è basata sulla pesca, sul carcere, sul tufo e solo negli ultimi decenni sul turismo.
Il carcere si trova in paese, impossibile non vederlo, in mezzo all’abitato, camminando prima o poi ve lo trovate davanti. Negli anni ’70 divenne anche un carcere di massima sicurezza, con fior fior di brigatisti. Vi fu anche un epico tentativo di fuga, alcuni prigionieri si nascosero all’interno del carcere e per alcuni giorni sparirono. Così si pensò che fossero fuggiti. Il super carcere andò in crisi e se ne parlò moltissimo.
La struttura carceraria era costituita da due blocchi, a pochi metri di distanza: la casa di reclusione (costruita intorno al castello di S.Giacomo) e il campo di lavoro. Due blocchi militarizzati in mezzo ad un pittoresco paesino turistico!
Pian piano si iniziò a parlare di spostare altrove il penitenziario e dopo anni di discussioni è stata recentemente presa una decisione, una delle peggiori... La zona un tempo adibita a campo di lavoro è stata quindi trasformata in un nuovo carcere ed è stato stabilito che il vecchio carcere verrà smantellato.
Quando le possenti mura del penitenziario verranno demolite sarà un giorno di festa, il vecchio castello S.Giacomo verrà restituito alla popolazione e questa piazza diventerà un altro luogo storico da raccontare e da mostrare. Ma anche il nuovo carcere si trova in mezzo alle abitazioni, alle strutture che in estate ospitano turisti... finestre con veduta carcere, non è un bel vedere... con una interrogazione parlamentare l’Onorevole Occhionero chiederà al Ministro un intervento celere, spostare i 25 agenti al carcere di Trapani e i detenuti presso altri Istituti, la restituzione del vecchio istituto al Comune e il nuovo con pochi aggiustamenti potrà divenire una delle colonie del corpo di Polizia Penitenziaria più belle d’Italia, vi riferiste Antonello Nicosia componente del Comitato di Radicali Italiani e Assistente Parlamentare della Deputata di Leu.