Inserita in Economia il 19/01/2019
da Direttore
Crisi della Cmc-Le imprese creditrici non vanno estromesse dai lavori-Ci sono i termini legali perchè Anas ci paghi e riavvii i cantierii
CRISI DELLA CMC, LE IMPRESE CREDITRICI: “RISCHIO ESTROMISSIONE, DOBBIAMO INVECE POTER PROSEGUIRE I LAVORI IN SICILIA: CI SONO I TERMINI LEGALI PERCHE’ ANAS SI SOSTITUISCA A CMC, CI PAGHI E RIAVVII I CANTIERI COINVOLGENDOCI DIRETTAMENTE”. L’ANAS VERIFICHERA’ LA PROPOSTA COL PROPRIO UFFICIO LEGALE. “AUSPICHIAMO UNA SOLUZIONE SERENA PER OLTRE 70 IMPRESE E 2.500 LAVORATORI”
Palermo, 19 gennaio 2019 – “Noi imprese siciliane creditrici della Cmc, già fortemente danneggiate dalla crisi finanziaria che ha colpito il Gruppo ravennate, rischiamo anche di vederci preclusa la permanenza in questi appalti. Invece dobbiamo potere proseguire i lavori in Sicilia. Ci sono i termini tecnico-legali perché la committente Anas si sostituisca a Cmc, ci paghi i 50 milioni di euro dovutici per le opere che abbiamo già eseguito in questi ultimi 18 mesi e riavvii i cantieri coinvolgendoci direttamente nel completamento rapido della Palermo-Agrigento, della Agrigento-Caltanissetta e della metropolitana di Catania, senza interruzioni che comporterebbero un notevole allungamento dei tempi”. E’ la posizione tecnico-legale esposta in commissione Ambiente dell’Ars, presieduta da Giusy Savarino, dai rappresentanti del Comitato delle oltre 70 imprese creditrici della Cmc e dal loro legale, l’avvocato Patrizia Stallone, ai vertici regionali dell’Anas, al dirigente generale del dipartimento regionale Infrastrutture, Fulvio Bellomo, ai sindaci dei Comuni interessati dalla vertenza e ai sindacati. Posizione condivisa dall’on. Savarino e dai primi cittadini, a tutela non solo delle imprese e dei lavoratori, ma anche dell’interesse collettivo al completamento di infrastrutture strategiche per lo sviluppo dell’Isola. Stigmatizzata da tutti l’assenza dal confronto della Cmc, malgrado fosse stata regolarmente convocata dalla presidente della Commissione. I vertici regionali dell’Anas hanno dichiarato che verificheranno con il proprio ufficio legale di Roma la fattibilità della proposta del Comitato e nei prossimi giorni daranno una risposta. “La procedura di diffida avviata dall’Anas nei confronti di Cmc – hanno spiegato i rappresentanti del Comitato – prelude ovviamente alla successiva rescissione dei contratti, e ciò comporterebbe il riavvio dell’iter di aggiudicazione dell’appalto ad altre imprese, lasciando noi creditori col cerino in mano, senza soldi e fuori da ogni possibilità di conferma degli incarichi di affidamento. Analoga sorte ci riserverebbe la proposta avanzata dal socio di minoranza di Cmc, Integra, cioè quella di subentrare lei nella titolarità degli appalti in corso, in quanto Integra si affiderebbe alle cooperative cui solitamente si rivolge, e anche in questo caso noi resteremmo senza soldi e senza lavoro”. “Auspichiamo – hanno concluso i rappresentanti del Comitato – che il senso di responsabilità sempre mostrato da Anas, quale azienda a capitale pubblico, anche questa volta riconosca le ragioni di un territorio stremato dalla crisi economica che non potrebbe sopportare l’ulteriore perdita di così tanti posti di lavoro. La qualità e la fattibilità della nostra proposta tecnico-legale, infatti, vanno principalmente nella direzione di salvaguardare e mantenere occasioni di ripresa economica irripetibili in queste province. Per questo confidiamo in una risposta positiva dell’Anas, ringraziamo il presidente Savarino per l’impegno mostrato a sostegno di questa vertenza e le istituzioni locali, e attendiamo analoghi gesti di sostegno da parte del governo nazionale”.
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