Inserita in Cronaca il 14/02/2013
da redazione
"Perchè oggi si muore anche di non lavoro"
Dalla tragedia di un uomo, dal suo gesto estremo, deve ripartire la voce del sindacato per il lavoro e la dignità umana. Perché lavoro, dignità e libertà in una nazione democratica non possono esistere senza il lavoro. Un appello che la Cgil ha lanciato ieri mattina in una gremitissima aula del consiglio provinciale, nel corso dell’incontro organizzato per ricordare la figura di Giuseppe Burgarella, operaio edile disoccupato ed ex dirigente del sindacato, fratello dell’ex segretario provinciale della Fillea Cgil, Giovanni Burgarella. Presenti in aula, oltre alla segretaria provinciale della Cgil, Mimma Argurio, ed al segretario provinciale di categoria, Franco Colomba, anche il segretario nazionale della Fillea, Walter Schiavella, il segretario regionale Franco Tarantino, ed il presidente del Cerdfos, Beppe Citarella.
Sono inoltre intervenuti diversi candidati alla Camera ed al Senato alle prossime Elezioni Politiche, Francesco Forgione, Pamela Orrù e Peppe Lumia tra gli altri, il presidente del consiglio provinciale Peppe Poma e numerosi consiglieri provinciali e comunali. “In Sicilia oggi – ha detto Walter Schiavella – si muore di lavoro e di non lavoro”. In proposito ha citato, oltre alla tragedia di Giuseppe Burgarella, anche la drammatica storia di Mario Cardinale, l’operaio di Villafranca Sicula, nell’agrigentino, rimasto sepolto con il suo escavatore dopo una frana nella cava a cui stava lavorando. “La vicenda di Peppe Burgarella – ha puntualizzato il segretario nazionale della Fillea Cgil – abbiamo deciso di renderla pubblica, d’accordo con il fratello Giovanni e con il sindacato, perché questo è quello che Peppe avrebbe voluto”.
Franco Tarantino ha invece reso note le preoccupanti cifre che riguardano l’occupazione in Sicilia, dove dal 2008 ad oggi si sono persi 95 mila posti di lavoro di cui ben 52 mila nel settore dell’edilizia. “Se non cambiano le cose in questa regione – ha detto – dove il reddito pro capite è inferiore del 28 per cento rispetto alla media nazionale, davvero non c’è speranza per il futuro”. Il segretario provinciale degli edili, Franco Colomba, è invece entrato nel dettaglio del settore in provincia di Trapani.
Le cifre sono altrettanto disastrose, sono infatti 5.073 gli operai che hanno perso il posto di lavoro nell’arco di tempo compreso tra il 2007 ed il 2012, con 4 milioni e 730 mila ore lavorative in meno ed una massa salariale che è diminuita di 35 milioni di euro. “E’ un fatto molto grave – ha sottolineato Colomba – che da oltre un anno la Prefettura di Trapani non convochi il tavolo con i sindacati, che non si parli dello sblocco delle opere cantierabili. La situazione dell’edilizia privata è ancora più drammatica, se si pensa che le imprese ormai da anni non hanno più accesso al credito”. Dalla segretaria generale della Cgil di Trapani, Mimma Argurio, un appello anche alla stampa “perché in Italia si parli meno di nani e ballerine e si metta al centro dell’interesse il lavoro, quello che oggi è sempre più un miraggio per migliaia di persone”.
Michele Caltagirone
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